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Lamborghini Gallardo Super Trofeo al Kilometro Rosso

19 Mission Impossibile 2

operazione last minute

Altro esempio di mission impossible last minute: siamo nel 2007, si inaugura il KmRosso.

Dopo aver scritto i testi della brochure, i titoli, gli slogan per la campagna, le cartelle stampa e molte altre cose (tra le quali rivendico il suggerimento di scrivere Chilometro con la K e in forma abbreviata) pensavo di avere finito,

invece a pochi giorni dall’evento mi chiama lo staff di Luca Bombassei e mi chiede di scrivere il discorso che dovrà tenere all’inaugurazione come responsabile del team di progettazione (è lui che ha chiamato Jean Nouvel).

Ispirato (devo ammettere che l’ispirazione arriva quando ti pagano bene) gli scrivo un bel discorso e glielo mando.

Poche ore dopo mi richiama e mi dice: sai, l’ha letto lo staff di mio padre (Alberto Bombassei, boss della Brembo) e gli è piaciuto molto così vorrebbe farlo lui, il discorso che hai scritto per me, soltanto chiede se potresti togliere un po’ di architettura e mettere un po’ più di impresa. Ma certo.

Ancora più ispirato, aggiusto il discorso, e glielo rimando.

Dopo poche ore mi richiama e mi dice: sai, il discorso che hai modulato per mio padre, l’ha letto lo staff di Montezemolo, gli è piaciuto molto, e vorrebbe farlo lui, soltanto chiede se potresti togliere un po’ di impresa e mettere un po’ più di politica.

Ma certo, nessun problema.

Ispiratissimo, partorisco la versione finale, andata poi effettivamente in scena per bocca di Montezemolo.

Rileggendo oggi, salverei le ultime tre righe (non si deve “fare economia” di idee se si vuole davvero “fare economia” di aria, acqua,  terra ed energia e offrire ai nostri figli  un mondo possibile e felicemente vivibile) e le rilancerei in versione Expo2015.

Storie del genere, lavori del genere, potrei raccontarne a decine,

dal costruttore che a cantiere quasi finito si rende conto che per venderlo bisogna trovare un nome al villaggio turistico,

alla Fondazione che per una serie di ragioni che a te copy non interessano ha bisogno da un giorno all’altro di un nuovo manifesto ideologico, quei programmi dove ogni parola è soppesata, e tu immagini frutto di elaborazione complessa e condivisa, mentre il più delle volte è il parto notturno di un copy free lance.

Ad ogni modo, è crisi, viviamo nella dittatura della comunicazione, e i linguaggi creativi sono precisamente le catene che tengono la massa in schiavitù.

Fare il maniscalco che fabbrica le catene, è questo che viene chiesto oggi a un creativo.

Crisi.

Bisogna saltare il fosso del “cercare lavoro”  e lavorare per l’umanità.

Quando una massa consistente di creativi ridotta alla fame si aggregherà, superando il falso individualismo del creativo, allora tornerà di moda la necessità della  “rivoluzione culturale” in preparazione della rivoluzione vera e propria,

si comincerà occupando gli spazi pubblicitari,

e quindi si passerà ai centri commerciali.

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