frau heineken dolens in Italy

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nello spot dell’heineken, trasmesso prima, durante e dopo le partite di calcio in tv, vediamo un giovane uomo che arriva di corsa alla stadio last minute, salta le transenne, entra sparato, si siede vicino alla bella donna che gli tiene il posto, e insieme si sbevazzano una heineken:

nella realtà oggi in italia bere alcolici allo stadio è ultra-vietato,

perfino tutti i pubblici esercizi, gli alimentari e i supermercati nel raggio di tot km dallo stadio non possono vendere alcolici il giorno della partita,

e se anche solo osi immaginare di entrare allo stadio con una bevanda alcolica (con una bottiglietta di vetro addirittura!) ti blindano seduta stante, ti portano in questura, ti affibbiano un provvedimento di nome “DASPO”, acronimo di Divieto Accesso Spettacoli Sportivi (versione urban contemporary delll’antico ostracismo ateniese) per cui allo stadio non ci vai più per anni,

e allora, cosa mi sta dicendo la heineken, e cosa mi sta dicendo la tv, e lo stato, quale di questi soggetti è più ipocrita, quale più autorevole, a chi devo obbedire, ai divieti di legge nazionale o agli imperativi di una multinazionale?

(… il messaggio vero è uno solo, e piuttosto deprimente: non andare allo stadio, stai a casa, guarda le partite in tv, telecomando in una mano, birra nell’altra. 

E immagina di essere allo stadio, in buona compagnia, con una buona birra.

Vietano cose che poi ci chiedono di immaginare, per venderci feticci.  

Il calcio, come ogni spettacolo di regime, in realtà teme il proprio stesso pubblico.

tratto da Sean Blazer, “Lo stile italiano”, cap.VII  “La società dello spettacolo nella sua fase ultima, l’ipocrisia conclamata”, Calepio Press 2015) 

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