la settimana dello scrittore cottimista

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GeorgeSimenon2

abbiamo incontrato un vero scrittore cottimista, che ci ha concesso 3 minuti per 3 domande: 1) come si definisce  2) come lavora 3) cosa consiglia agli aspiranti scrittori cottimisti.

> Mi definisco un idealista, nel senso che come il piastrellista mette giù piastrelle, l’idealista deve mettere giù idee.

> Per farti capire come lavoro ti faccio la lista delle cose da fare / pagine da scrivere questa settimana, che ho stampata in testa:

10 pag. >  racconto-favola di natale per società multinazionale,

50 pag. > 5 racconti di birra-lett (gialla, rosa, rossa, nera, bianca)

80 pag. > raccolta racconti/testimonianze di imprenditori

100 pag. > foto-romanzo pocket per collezione moda

1 pag. > naming evento + testo invito x evento aziend nataliz x azienda n1

1 pag. > naming evento + testo invito x evento aziend nataliz x azienda n2

1 pag. > naming evento + testo invito x evento aziend nataliz x azienda n3

1 pag. > naming evento + testo invito x evento aziend nataliz x azienda n4

1 pag. > naming evento + testo invito x evento aziend nataliz x azienda n5

10 pag. > persone che in qls momento ti chiamano per chiederti “mi scrivi questa paginetta, grazie!” e riagganciano prima che tu riesca a dirgli di no.

TOT: prosaicamente, 255 pagine in 5gg, cioè programma Stakanowriter:

51 pag.  produz. min. giornaliera in 12-16h alla tastiera.

Premio di produzione orario: sigaretta.

Premio di produzione giornaliero: partita alla playstation.

Premio di produzione di qualità: una birra giù al pub.

L’avvertenza è questa: al pub non provare anche tu a lamentarti della dura giornata di lavoro come fanno tutti i tuoi amici, dal manovale al manager. Cominceranno a divertirsi e a prendere per il culo te e tutta la categoria dei “creativi”: non avete idea di cosa vuol dire lavorare, faticare, produrre! Vorrei farlo io il tuo lavoro! 

3 thoughts on “la settimana dello scrittore cottimista

  1. Una domanda senza cattiveria o cinismo, ne canzonatoria ma, mi spiega, se vuole, il motivo: non la trovo tra gli scrittori orobici che omaggiano la Città… In quanto, li trovo piuttosto pedanti oltremodo pedissequi non particolarmente audaci o innovativi (l’eccellenza lasciamola perdere).

    Mi sembra una marchettata di basso conio del nuovo corso culturale (la c minuscola è voluta) cittadino e drammaticamente provinciale. E forse mi sono già risposto. Vorrei scrivere alcune considerazioni ulteriori, preferisco lasciar perdere.

    saluti

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