Il respiro – una decisione

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AUSSTELLUNG "THOMAS BERNHARD UND DAS THEATER" IM ÖSTERREICHISCHEN THEATERMUSEUM

Il malato è un veggente, nessuno possiede un’immagine del mondo più chiara della sua. L’artista, e soprattutto lo scrittore, ha addirittura l’obbligo di farsi ricoverare di tanto in tanto in un ospedale, e poco importa se questo ospedale è un ospedale vero o una prigione o un convento.

L’artista, e soprattutto lo scrittore, che non si faccia di tanto in tanto ricoverare in ospedale, che non si faccia perciò ricoverare in un quartiere del pensare come questo, di vitale e decisiva importanza per la sua esistenza, finisce col tempo per smarrirsi nella futilità perché rimane impigliato ala superficie delle cose.

L’artista o lo scrittore che per un motivo o per l’altro si sottragga a questo compito è condannato in partenza a diventare una nullità. In questo quartiere del pensare ci è possibile raggiungere un  grado di coscienza che è impossibile raggiungere al di fuori del quartiere del pensare.

In questo quartiere del pensare otteniamo ciò che al di fuori di esso non è mai possibile ottenere, la coscienza di noi stessi e la coscienza di tutto ciò che è.

(Thomas Bernarhd, Il respiro, 1978. Prima lettura, 1989. Rilettura: ieri)

1 thought on “Il respiro – una decisione

  1. Eterna riconoscenza a Leo e Laura, che nel giugno del ’95 mi dissero: “Leggi questo”. Era Perturbamento.
    Non ho più riletto Il respiro. Tra i cinque autobiografici, i miei preferiti sono i primi, L’origine e La cantina.

    “Nelle scuole, e soprattutto nelle scuole superiori ossia secondarie, l’indole naturale dell’allievo si snatura a causa delle inutili e marce nozioni con cui questi allievi vengono continuamente ingozzati, e quando abbiamo a che fare con allievi di cosiddette scuole superiori, e cioè di scuole secondarie, abbiamo a che fare soltanto con individui snaturati, la cui indole naturale è stata annientata in queste cosiddette scuole superiori ossia secondarie; le cosiddettte scuole secondarie e soprattutto i cosiddetti licei-ginnasi servono in sostanza unicamente alla corruzione dell’indole umana, ed è ora di riflettere su come possano essere soppressi questi centri di corruzione, dal momento che senz’altro dovrebbero essere soppressi, perché da tempo sono ormai riconosciuti come centri di corruzione dell’indole umana, esistono le prove di questo: le cosiddette scuole secondarie, insomma, dovrebbero essere soppresse, il mondo si troverebbe meglio se sopprimesse le cosiddette scuole secondarie, i licei ginnasi, le scuole superiori, eccetera, e ci si concentrasse soltanto sulle scuole elementari e sulle università …”.
    L’origine, 1975.

    “Lei, l’impiegata, voleva semplicemente sistemarmi bene, ma io non volevo affatto essere sistemato bene, al contrario, io volevo andare nella direzione opposta”.
    La cantina, 1976

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