bada!

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bada

Dalle parti del mio babbo (i papà in Romagna non esistono) si dice: “bada!”.

Non è necessariamente un avvertimento severo, piuttosto un “fai attenzione!”, detto per il tuo bene.

Mio padre, ad esempio (e così mio nonno), diceva “bada!” o “scappa!” quando gli ero tra i piedi, mentre lui trafficava con qualcosa che potesse contenere una punta di pericolo per il prossimo, soprattutto se bambino o figlio.

Due verbi scorticati di ogni suono affettivo, privati della buccia di qualsiasi contatto; urgenti, maschili,

e pronunciati per spuntare guai, per prevenire e proteggere, che credo sia buona parte del compito di un  genitore, soprattutto se gli capita la ventura di chiamarsi padre.

Ora lui, e mi ba, non lo sento più dire “bada!”, perché non maneggia più con le cose per aggiustarle o per farne altre.

Vero è che è fermamente convinto tanto di aggiustarne quanto di farne e, di conseguenza, potrebbe ancora invitare qualcuno ad allontanarsi lasciando a lui il totale governo di una faccenda spiccia, cosa che gli è sempre riuscita egregiamente,

al contrario di altre, quelle, ad esempio, che si trascinano in bave di emozioni o restano addentate ai rebbi del conflitto.

Lì infatti si sperdeva e, per scappare, si irritava o taceva, invece di dire “bada!”.

Ora lui, e mi ba, è badato.

Ma non lo sa. O, se lo sa, non gli piace pensarci e, dunque, dice “scappa!” a quel pensiero.

In questo senso, mio padre è smemorato.

Ma vorrei sapere chi è dotato della memoria sufficiente per rintracciare, nei ricordi come nel contingente, ciò che ci dispiace riconoscere

e che causa non trova da nessuna parte, se non in come ci troviamo a essere.

(testo by Anna Bonaccorsi)

1 storia in 2 libri

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2pecore

1 storia in 2 libri è un’idea per dare valore  e superare la solitudine dei libri usati: venderli come libri sposati, accoppiati, 2X1,

si tratta in pratica di un’agenzia matrimoniale per libri, ecco cosa dovrebbe fare il bravo libraio remainders, invece di limitarsi a ritirare e rivendere,

(ho sempre accoppiato libri, ma inconsapevolmente, è stata Anna Bonaccorsi a spiegarmi che stavo facendo l’agente matrimoniale dei libri)

> libro1: “Essere due” è un testo filosofico-poetico del 1994 sulla condizione umana come esistenza “a due”: “con la riduzione all’uguaglianza, uno specchio invisibile cancella l’identità vivente di ciascuno e paralizza la fecondità dei rapporti umani. Questo “ideale” è quello delle scienze del non-vivente e assomiglia allo zero di tensione sessuale di cui parla Freud. Senza alterità e senza differenza, non è possibile alcun pensiero, nè alcun amore

L’autrice è la mitica Luce Irigary, la super femminista, madre della filosofia della differenza sessuale (e non solo), espulsa dalla società freudiana per aver dimostrato che la psicanalisi altro non è che una forma evoluta (e menosa) di maschilismo.

> libro 2: nell’anno in cui Luce veniva alla luce, il 1930, a Londra, George Warwick Deeping  all’età di 53 anni pubblicava “Two black sheep”, suo 42esimo romanzo.

Incipit: “Sembrava desiderasse parlare e non riuscisse a spiccicare parola, perchè il suo io segreto aveva taciuto per tanti anni. Perfino i suoi movimenti parevano obbedire a qualcuno. Blagden si rese conto di quel silenzio, capì che toccava a lui romperlo senza mandarlo in frantumi”

George Orwell, in veste di critico sul News English Weekly lo stroncava così: letteratura di serie B,  a base di intrecci melodrammatici.

Alla fine dell’anno nella top ten dei best seller c’erano sono ben 7 libri di Warwick Deeping, comprese le “due pecore nere” (e nello stesso anno Orwell pubblicava il suo primo romanzo dal titolo: “Senza un soldo a Parigi e Londra”).

> proposta matrimoniale: essere due, due pecore nere

> trait d’union: tutte le pecore di notte sono nere (Hegel in versione pecorina)

pensa che ignoranza

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Che cos’altro può essere la mia ignoranza, se non una visione?

Venerdì 13 dicembre, la notte di Santa Lucia sarà appena passata, ma regaliamocene ancora un po’.

Dalle 20.00 alle 2.00, CTRL magazine, insieme a Calepio Press e anna.bonaccorsi1  partecipa alla seconda Notte Bianca su Twitter dedicata alla cultura, proposta e coordinata da #InvasioniDigitali e Insopportabile

Segui e utilizza gli hashtag #NBTW e #pensacheignoranza:

vogliamo provare a raccontare qualcosa di Bergamo da un’angolazione particolare. Se vuoi condividere anche il tuo punto di vista, twitta parole e immagini Bg-site: opere, luoghi storici/d’arte anche ignorati, fatti, storie che nessuno conosce, facce, cose svanite, che ti emozionano.

#pensacheignoranza è l’altra faccia della cultura

Qui il programma dettagliato della #NBTW: http://www.invasionidigitali.it/blog.php?idn=22

Qui le informazioni su Invasioni Digitali: http://www.invasionidigitali.it/index.php