titolo di coda di cavallo

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StalloneBerbero2

ai giardinetti fuori dal bar ho conosciuto un marocchino piuttosto ben piantato, una specie di quercia, faceva una certa impressione, con quel minuscolo chihuahua al guinzaglio,

è della signora, mi dice, e mi racconta la sua storia,

in Marocco lavoravo con i cavalli, gli stalloni berberi, la razza all’origine dei purosangue da corsa, quelli dei famosi quadri di Gericault, che già i romani usavano per le corse al circo Massimo,

poi non so nemmeno perchè sono venuto in Italia, venivano tutti, parlo di 15 anni fa,

e per me è stata una rovina: giù non bevevo, non fumavo, non facevo…

qui sono entrato in un giro strano, conosciuto questa signora divorziata, le piaceva fare tutto, mi pagava tutto, anche la macchina,

poi mi presenta una coppia di suoi amici, tanti soldi, piscina, sauna, champagne, al marito piaceva guardare,

poi volevano fare dei film, ma quello io no, non l’ho mai voluto fare,

cercato altro lavoro, cioè un vero lavoro, e trovato un’altra signora che fa il recupero crediti,

tu non devi fare niente, mi dice, solo accompagnarmi, mi raccomando non aprire bocca, appena parli con quella voce, quel tono musicale, si capisce che sei un cuore tenero, e non fai più paura a nessuno,

va bene, sempre un lavoro da animale, comunque,

in più la signora vuole anche altre prestazioni, gratis,

in più devo dare da mangiare al gatto e portare giù il cane,

allora tanto vale che torno a fare lo stallone, fin quando ho il fisico,

adesso non mi farei più problemi, se vogliono fare il filmino, facciamo anche il filmino,

però voglio mettere una maschera, e non usare  il mio nome vero…

giusto, ti serve il nome d’arte, gli dico ispirato: da oggi in poi tu sei Marocco Siffredi, lo stallone berbero.

(photo: Al Kawakib,
maschio Imperial Pharaji 2005, Arabian Training Point, Roma)