libertà o morte

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il 5 maggio 1863, guidando i Legionari di Polonia a una carica “libertà o morte” contro i Cosacchi, moriva giovane e lontano dalla sua Bergamo, “il più bello dei mille”, Francesco Nullo,

eroe talmente nitido, che chiunque potrebbe appropriarsene, purchè estremo,

di estrema destra, perchè militarista, patriota, guerrafondaio, protofascista,

di estrema sinistra, perchè internazionalista, guerrigliero, insurrezionalista, e soprattutto inventore della divisa poi di tutti i rivoluzionari, la camicia rossa,

di estremo centro, perchè idealista, libertario, radicale, anticlericale, imprenditore sovversivo,

di fatto l’hanno messo in un angolo a fare la figurina del Risorgimento,

perchè Nullo oggi fa paura, uno capace di mollare tutto per la libertà, e non mollare quando  non è rimasta che quella,

uno che distribuiva volantini con scritto “quando le autorità intercettano le lettere, è ora di mollare la penna e impugnare le armi”, e così facendo ha reclutato in città 300 garibaldini su 1000

uno che poteva essere ministro, dopo aver guidato la spedizione dei Mille, e invece, schifato dai Savoia, dall’inciucio, con gli amici reduci garibaldini parte per la Polonia, perchè “dove si combatte per la libertà, là c’è la mia patria”

esattamente come  farà Che Guevara 100 anni dopo andando a farsi ammazzare in Bolivia.

Nell’immagine, poster commemorativo realizzato da Athos Mazzoleni e Leone Belotti,

rifiutato dal Comune di Bergamo, ma è comprensibile,

nel comitato Bergamo2019 la Curia è voce e sponsor principe,

e qui stiamo parlando di uno che intendeva impiccare l’ultimo papa

con le budella dell’ultimo re.