manifesto doppio della cultura, di massa e di potere

play this post

culturaMan

Il Doppio Manifesto della Cultura, di Massa e di Potere, ha una doppia funzione, pubblica, ad uso della masse, e riservata, ad uso del potere.

Quest’ultima sarà mostrata privatamente al principe, allo sponsor, all’azienda, al politico

allo scopo di fargli sponsorizzare pubblicamente la versione di massa.

Chiaramente, il vero gesto sovversivo, sarà quello di scambiare i due files.

MANIFESTO DELLA CULTURA AD USO DELLE MASSE

1)    la cultura è il bene comune indivisibile per eccellenza

2)    la cultura è la risorsa economica primaria di ogni comunità

3)    la cultura è l’arma più potente in ogni genere di conflitto

4)    la cultura è il codice che mette in linea il passato e il futuro

5)    la cultura è la forma di vita eterna della specie umana

6)    non c’è individuo, senza cultura

7)    non c’è società, senza cultura

8)    non c’è politica, senza cultura

9)    non c’è benessere, senza cultura

10)  non c’è umanità, senza cultura

MANIFESTO DELLA CULTURA AD USO DEL POTERE

1)    la cultura non è gratis

2)    la cultura non è per tutti

3)    la cultura non è commestibile

4)    la cultura non è biodegradabile

5)    la cultura non è naturale

6)    la cultura è artificio

7)    la cultura è appropriazione

8)    la cultura è persuasione

9)    la cultura è potere

10)  la cultura è in vendita

adv 1977

play this post

ing.-11-13-Orio-Center-1

una donna che ingoia-perle da posizione prona-pecorina ci invita a fare shopping selvaggio a Oriocenter,

i soliti bigotti vi diranno che questa campagna è un insulto alla dignità della donna,

e anche un insulto alla dignità della povertà,

e in generale un insulto all’intelligenza,

ma soprattutto un insulto al buon gusto,

insomma: un insulto globale, proprio come l’Oriocenter;

i bigotti evoluti invece invocheranno  l’Art.9 del codice di autodisciplina pubblicitaria (“volgarità, indecenza”)

e permetteranno ai creativi di farsi pagare anche la versione edulcorata;

i bigotti rivelazionisti diranno infine che questa campagna rivela la cattiva coscienza Oriocenter in relazione ai giganteschi flussi mensili di traffico lowcost-sex-shopping Orioport-Oriocenter e vi spiegheranno che di fatto la città del papa buono, che a suo tempo aveva bandito il vizio, è oggi una moderna capitale del sex-shopping così organizzata:

1) ogni fine settimana interi aerei di prostitute part time provenienti da ogni dove atterrano a Orio al Serio con biglietti week-end andata/ritorno;

2) svuotano le tasche (…) dei pensionati, dei mariti e degli scapoli nel raggio di 30km,

3) riempiono le casse di Oriocenter facendo shopping selvaggio,

4) rientrano a casa, dove verosimilmente sono studentesse modello del Sacro Cuore, fidanzate con allievi della Guardia di Finanza.

Senza essere bigotti, né sessofobici,

osserviamo invece con lucida pacatezza tecnica che i compagni pubblicitari dell’Oriocenter sono di fatto dei grandi sovversivi

che in qualche modo sono riusciti a riproporre lo slogan più diffuso  nel 1977:  ESPROPRIO PROLETARIO

ovvero il saccheggio collettivo di grandi supermercati per motivi politici con ridistribuzione gratuita della merce nei quartieri operai;

è chiaro, incitando allo shopping selvaggio una massa di persone rapidamente impoverite,  è questo che stanno dicendo:

“morti di fame, scatenate la vostra brama selvaggia di merce verso l’Oriocenter!”

“accorrete sbavando all’Oriocenter, fate parcheggio selvaggio, entrate dove vi pare bestemmiando,

buttate giù dagli scaffali tutto quello che non vi piace, accaparratevi selvaggiamente tutto quel che riuscite e poi uscite senza pagare, urlando oscenità alle cassiere e tirando calci alla security:

fatelo tutti insieme, il sabato pomeriggio, in ottantamila.

Forza selvaggi, venite nella capitale della cultura!”

(per gli azionisti, i pubblicitari e i legali dell’Oriocenter:

– l’apologia di reato, la diffamazione a mezzo stampa, l’oltraggio al pudore sono reati ascrivibili alla campagna in oggetto, rivolta a milioni di persone;

– questa recensione, rivolta a poche centinaia di addetti ai lavori,  si limita a segnalare l’effetto di comunicazione di simili campagne “irresponsabili”, v.anche il recente assalto a un centro commerciale a Palermo che aveva pubblicizzato “televisori” a 1€ )