il programma Casaleggio per la PMI

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QUINTO DI TREVISO: GRILLO INCONTRA GLI IMPRENDITORI AL BHR

dal compagno clandestino FC, dell’Internazionale Situazionista sez. Padova, riceviamo e con riserva pubblichiamo questaSintesi per punti e argomenti” del programma Casaleggio – Grillo per la Piccola e Media Impresa:

1 – Lo Stato paghi subito, senza ulteriori scuse o balzelli, i debito contratti direttamente alle imprese e ai cittadini. Tutti i 90 o 130 miliardi devono essere resi subito incassabili, anche attraverso cessione dei crediti in pro-soluto verso le banche o la cassa depositi e presiti, e comunque compensabili con altre tasse dovute o girabili ad altre aziende (favorendo la rete fra imprese).

2 – L’Iva diventi dovuta allo Stato quando incassata (e non quando semplicemente fatturata)e tutte le fatture o prestazioni siano, per legge, pagabili in massimo 60 giorni (devono essere lo Stato, gli enti o le grandi aziende a finanziarsi dalle banche per la necessità delle forniture, non i piccoli fornitori).

3 – L’Irap venga ridotta ed eliminata in massimo 1-3 anni (è un’assurda tassa sull’occupazione e sugli interessi passivi oggi sempre più elevati).

4 – L’Imu sulla prima casa e sugli stabilimenti produttivi e turistici venga annullata o drasticamente ridotta (almeno per quelle famiglie e aziende che non hanno reddito o profitti sufficienti a giustificarla).

5 – La Tares, nuova tassa che ammazzerà un’ulteriore parte delle aziende, venga sospesa o ricalibrata (così come pensata sarà un ulteriore flagello su un’economia esangue!).

6 – L’aumento dell’Iva dal 21% al 22% dal 1° luglio 2013 venga sospeso (sarà un’ulteriore drenaggio dei pochi soldi rimasti ai cittadini per foraggiare uno Stato sempre più ingordo!).

7 – La disoccupazione e cassa integrazione/esodati/mobilità costa allo stato 50 mld/anno; gran parte di questi potrebbero essere risparmiati se questi NON Occupati venissero esentati per 3-5 anni da contributi e tasse (verrebbero assunti dalle imprese, l’80% in uno-due anni, con un tangibile risparmio di spesa pubblica!).

I SOLDI CI SONO! 800 miliardi all’anno di spesa pubblica che può essere ridotta di almeno il 20-30% in pochi anni, (pesa al 58% del PIL in Italia, quando la media dei paesi OCSE virtuosi è del 40%). 150-200 miliardi sono risparmiabili in 1-3 anni partendo dal taglio delle spese inutili, consulenze non indispensabili, spesa politica, stipendi e pensioni d’oro e adozione, come ha fatto la Svizzera, del rapporto 1/12 fra stipendio o pensione minimo/massimo che oltretutto sarebbe una misura dovuta e di rispetto democratico fra cittadini e poteri!

A) 70-100 mld. di spesa sugli interessi del debito pubblico ed ulteriori 300-400 mld. di rinnovo annuo si possono ridurre velocemente se usassimo, anche solo in parte, i patrimoni della Banca d’Italia 140 mld. di riserve, della CDP 240 mld. giacenti costantemente, delle migliaia di partecipate pubbliche, del patrimonio pubblico non utilizzato bene che potrebbe essere ceduto a fondi trasparenti, quotati e ben gestiti. La stima va da un minimo di 600 mld. agli ottimistici 800 mld. che farebbero in 2-3 anni scendere il debito pubblico dai 2.050 mld. (130% del PIL) ad un più congruo 80-90% del PIL, riducendo così lo spread (interessi) per lo stato, le banche, cittadini ed imprese, simile a quello tedesco. (e da subito si devono rinegoziare le condizioni con la BCE e le Banche) (1)

B) 70 mld. sono il costo della corruzione-concussione, soprattutto pubblica, che impedisce a una sana economia di emergere incentivando invece mafie ed intrallazzatori (facendo scappare dall’Italia tutti i talentuosi cervelli ed imprenditori).

C) 50-100 mld. è la stima da più enti di una sana modernizzazione dello Stato (maggior efficienza e produttività per tutto il sistema delle imprese e dei cittadini, con meno code, meno formulari, meno burocrazia) partendo da una riqualificazione e diverso rapporto, più rispettoso, fra stato e cittadini.

D) 30-70 mld. sono recuperabili da una lotta all’evasione dopo che le tasse saranno riportate alla media OCSE del 30%; abbassando l’attuale livello, insostenibile, del 70%. Solo dopo questa riforma fiscale, dopo che le tasse saranno congrue e tollerabili si potrà attuare una lotta vera, condivisa dai cittadini, all’evasione.

Altri dettagli e misure, ad esempio come:

– Ridurre l’attuale spesa per la socialità di circa 50 mld/anno riformandola con un reddito di cittadinanza, che costerebbe meno dell’attuale e che potrebbe essere vincolato a una prestazione sociale a favore dei cittadini.

–  Quasi 150 mld/anno vengono pagati alla CEE, BCE ed alle Banche fra Interessi passivi, contributi all’eurocrazia ed al fondo di solidarietà; sono il 20% dell’intera spesa pubblica e vanno rinegoziati predisponendo un piano “B” nel caso di rifiuto.

– I costi delle ambasciate, consolati, ICE ed Istituti Italiani di Cultura dovrebbero essere ridotti ed accorpati; ma sopratutto re – indirizzati verso azioni utili e/o propedeutiche all’export ed ai nostri cittadini/imprese che operano nel mondo.

–  Gli investimenti in Ricerca e Sviluppo nelle nostre aziende producono occupazione, prodotti, incremento del PIL e del benessere a tutti i cittadini, vanno quindi incentivate attraverso degli automatismi di credito d’imposta (vanno anche ricalibrati e ri-valutati i 14 mld di contributi per i progetti CEE, dei quali solo il 60% ritorna in Italia e spesso a pagare progetti cartacei, consulenziali di dubbia efficacia per la nostra economia.

–  L’Italia negli anni ’70 aveva il 13% del Turismo mondiale; ora solo il 4,5%, abbiamo perso 2/3 in 30 anni pur avendo il 50% del patrimonio culturale del mondo; E’ urgente una modernizzazione con strumenti di messa in rete (web), divulgazione coordinata e strategica a livello nazionale e soprattutto internazionale con spesa commisurata ai soli risultati ottenuti.

Il futuro è fatto di più materia grigia e meno materia prima, nel senso che dobbiamo allargare le nostre menti, tecnologie e talenti più che i capannoni e merci trasportate.