il guerriero della luce

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lampada_frontale

(per la rubrica PORNO satiro/maschilista di CTRL magazine “il mondo di Onan”, tema del mese “La Luce”) 

Amano apparire, essere al centro dei riflettori, adorano prendere il sole ma quando si arriva al dunque, alla caverna, vogliono spegnere la luce: non è strano?

Una donna serve proprio a questo, a spegnerti la luce.

Quando hai la testa tra le gambe di una donna, e sei sotto le coperte di una stanza immersa nell’oscurità più totale, sei come un minatore nelle viscere della montagna rocciosa, e come un minatore, oltre alla piccozza, dovresti avere una luce sulla fronte: ti basta montare il faretto della mountain bike su un cerchietto o una fascetta da tennis (brevetto LeccaLux) e avrai risolto metà dei tuoi problemi di roccia e piccozza.

Al contrario di quel che dicono loro, con la luce la libido aumenta, un po’ di luce, non abbagliante, e lo sa bene  la cultura cattolica, a lume di candela. Le nostre nonne lo volevano fare al buio per non lasciarsi prendere dalla libidine, per non essere troppo peccaminose (da una ricerca BaDante Alighieri).

Loro invece, le donne di oggi, credono (sono state indotte a credere) che con la luce tu noteresti le smagliature, la cellulite, i peli sulle gambe.

Stronzate. Le poverette non considerano che al buio gli altri sensi si acuiscono: e percepisci fetori, odori, sudori che, in assenza di una forma femminile visibile, ti sembrano molto simili a quelli di un uomo, ai tuoi, e la cosa è francamente deprimente.

Cose che alla luce del sole ti infiammano, nelle tenebre ti spaventano. Al buio l’ascella della Hunziker ha lo stesso odore di quella di Ibrahimovic. E non parliamo del latoB.

Secondo altri – ipotesi evoluzionista, che pubblichiamo con riserva  – loro vogliono spegnere la luce perchè sono vittime di un retaggio ancestrale, cavernicolo. Stiamo parlando delle donne, specie di scimpanzè che si è evoluta in bipede solo 400.000 anni dopo il maschio, non dimentichiamolo (e con 400g di cervello in meno). Per tutto questo tempo la donna seguiva a quattro zampe il bipede maschio, e lui le gettava qualche avanzo. In seguito questo ruolo fu occupato dal cane.

E con questo rispondiamo anche all’annosa questione: può esistere l’amicizia tra l’uomo e la donna? Sì, ma uno dei due deve fare il cane, e l’altro tenere il guinzaglio.

La donna a quattro zampe, succube del bipede maschio alla luce del sole, nelle tenebre della notte in posizione orizzontale ristabilisce la supremazia della bestia inondando il bipede di libidine con energia inesauribile. A queste condizioni, puoi darle il permesso di spegnere la luce.

 

 

eros et veteros

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Pompei_erotica2

vaginalis virgo vergam in tergas capebat

et in sodomia bene et longe gaudebat

cum repente turgida capella ab ano exiit

et motu proprio imenem defloravit

ergo puella hominis capitem sibi traxiit in pubem

et furibundo cunnilingo semen a vulva sucatum fuit

quod uterque nolebat filium certo sodomitam generare

(fabula erotica pompeiana reperta in loco termae suburbanae

quam Calepinus Minor trascripsit sicut Eros et Veteros – Antologica Erotica Fragmenta

et vulgare traduxit et ivi publicat sub permissione culturale Leonis XIV pro disseminatione didattica linguae latinae – imago est cunnilingus pictus super muros termae suburbanae Pompei)

una vergine vaginale (lo) prendeva nelle terga

e nella sodomia godeva bene e a lungo

quando repentinamente la turgida cappella fuoriuscì dall’ano

e con moto proprio deflorò l’imene

perciò la fanciulla si attirò nel pube la testa dell’uomo

e il liquido seminale fu risucchiato con un furibondo leccare di vulva

poiché nessuno dei due voleva generare un figlio certamente sodomita!

(favola erotica pompeiana ritrovata presso le terme suburbane, trascritta nell’antologia di frammenti erotici pompeiani “Eros et Veteros” e tradotta in volgare dal Calepino Minore e qui pubblicata su licenza culturale di Leone XIV, per la diffusione didattica della lingua latina – immagine: rappresentazione murale di un vulvaleccaggio, terme suburbane, Pompei)