absit foeminicidium vestis

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frontepierina

(“Anima Virgo- absit foeminicidium vestis”, immaginetta della Beata Pierina Morosini       by Athos Mazzoleni – sul retro preghiera latino/italiano by Leone Belotti, opera presentata a Naturalmente2013, Albino, Bergamo) 

maleficos homines timere nolite

viva voce visu alto in praetura eos nominate

coniuges patres fratresque denuntiate

animam virginem in stuprato corpore tenete

famelicas bestias timere nolite

cum verbis et ungulis malos fugate

cum rotulis et gomitis pravos colpite

cum sica et absintio feras ferite

corpus vestrum nolite timere

corporalia signa sicut naturalia audete

quinque sensa in sexto gaudete

libera mente anima et corpo amate

damnationem nostram timere nolite

mulierem libertatem proclamate

cras recte maior quam hodie iurate

gratias ferentes foeminatae ite

ITALIAN VERSION:

non abbiate paura degli uomini malvagi, fate i loro nomi in pretura a testa alta e con voce forte, denunciate mariti, padri e fratelli, tenete un’anima vergine nel corpo violato

non abbiate paura delle bestie affamate, mettetele in fuga con le grida e con le unghie, colpite i depravati con ginocchiate e gomitate, ferite le bestie feroci con il coltello e con il gas narcotico

non abbiate paura del vostro corpo, ascoltate i segni del corpo come fenomeni naturali, godete dei cinque sensi con un sesto senso, amate anima e corpo con mente libera

non abbiate paura della nostra condanna, proclamate la libertà della donna, impegnatevi ogni giorno ad aver più dignità, andate nel mondo con grazia femminile

 

la palestinese scomparsa in curia

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Maddokk1

…e si meravigliarono che stesse parlando con una donna…” Giovanni 4,27

Va bene, parliamo seriamente di femminicidio.

Il primo femminicidio l’hanno compiuto i Padri della Chiesa  qualche secolo dopo Cristo,

quando hanno stabilito quali fossero i vangeli ufficiali, da divulgare, e quali apocrifi, da censurare: ovvero tutti quelli dove si dava (troppo) risalto alle figure femminili, al libero amore (praticato dalle prime comunità cristiane) e soprattutto a Maddalena, la compagna di Gesù, puttana e santa: da quel momento il destino della donna è  puttana o santa.

Più di mille dopo, parallelamente alla rivoluzione scientifica, la Chiesa compie il grande femminicidio, la caccia alle streghe,

estirpando di fatto non solo tre generazioni di donne “emancipate” (o mai sottomesse) ma una cultura orale femminile che si era tramandata per secoli (alternativa, medicina naturale, non commerciale, non gerarchica, sessualmente libera)

in favore del monopolio maschile della medicina e della tecnica, e di una cultura scritta, gerarchica e sessuofobica.

Quello che fanno le donne è magia, alchimia, astrologia, superstizione.

Quello che fanno gli uomini è tecnologia, chimica, astronomia, scienza.

Le donne fanno l’amore (puttane), gli uomini fanno la guerra (santa).

Gli uomini diventano famosi abbattendo nemici, le donne no.

L’unica possibilità per una donna di passare nei libri di storia è il martirio (o il marito).

Cercando nella storia di Bergamo una donna da mettere in copertina per la capitale della cultura, non si trovano che donne uccise in quanto donne, e fatte sante,

un femminicidio senza fine, le donne vengono “uccise” e poi santificate dalla Chiesa,

a cominciare da Maria Maddalena, la compagna di Gesù, allontanata dai discepoli, censurata nei vangeli, scomparsa dalla storia, le reliquie trafugate, quindi portate dai Templari a Senigallia nel 1200. E poi il mistero.

Ho affrontato questo discorso con un vecchio monsignore.

Gli ho detto: in 2000 anni di storia di Bergamo non abbiamo una donna, e  la colpa è vostra.

Mi ha mandato a consultare i registri pastorali della Diocesi nella biblioteca Angelo Mai. Certe cose sono sfuggite anche a Dan Brown mi ha detto.

La scoperta filologica-scoop era esattamente dove mi ha indicato il monsignore: archivio Colleoni-Martinengo:

papa Sisto V anno Domini 1475, visita pastorale a Romano di Lombardia dove sono custodite le reliquie di S. Maria Maddalena, trafugate in Senigallia da Bartolomeo Colleoni nel 1444, e donate alla comunità bergamasca.

Alla fine l’abbiamo trovata la donna da copertina, il simbolo della femminilità rimossa.

Riposa in pace, Maddy, è bello sapere che sei sempre stata qui, nella capitale della cultura maschile.

(Leone Belotti, editoriale per CTRL magazine Luglio 2013, imago: Studio Temp, prove di copertina )