una bestia chiamata memoria

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Essendo nero e segregato, e di memoria corta, nel giorno della memoria io penso ai funerali di Mandela, succedeva meno di due mesi fa,

ogni tv ogni giornale omaggiava il grande leader sudafricano, l’uomo che ha cambiato la storia del suo paese, e non solo,

percorrendo e costruendo la via della riconciliazione di tutta una nazione, con gesti semplici e leggendari, ha messo veramente il bene comune prima dell’interesse di parte

così scriveva in quei giorni Daniele Lussana nel suo blog, (http://danielelussanablog.wordpress.com/2013/12/10/igrandi-uomini-vanno-imitati-e-non-solo-celebrati/)

e si stupiva di come invece i nostri leader fossero capaci, nello stesso tg, di spendere parole nobili su Mandela, per poi subito dopo cambiare completamente linguaggio, e usare parole come massima fermezza o tolleranza zero o nessuno sconto in relazione alle tensioni sociali inerenti la crisi politica-economica italiana,

Perchè – si chiedeva il blogger – siamo così bravi nel capire cosa c’è di buono e di straordinario in uomini come Mandela e nello stesso tempo siamo così pigri, e incapaci di imitarli?

La mia risposta alla  tua domanda, caro Daniele, nel giorno della memoria, è questa: lodiamo e incensiamo i buoni esempi, i martiri e gli eroi, proprio perchè non abbiamo alcuna intenzione di fare come loro:

li mettiamo sul piedistallo, di modo che possiamo starcene sotto.

Allo stesso modo, si celebrano le giornate della memoria,

ma in realtà queste ricorrenze più che a conservare la memoria del passato, servono a lavare la coscienza del presente, e in modo molto efficiente:

collocano nel passato la tragedia, e ribadiscono nell’immaginario collettivo questa confortevole visione, che tutto sommato non ci riguarda:

gli ebrei vittime, i nazisti carnefici, 70 anni fa,

oggi queste cose non succedono, noi non c’entriamo,

noi siamo buoni, organizziamo serate con letture teatrali di lettere dei prigionieri di Auschwitz, una bella locandina con Anna Frank, poi qualche canzone vagamente in tema di De Andrè e Bob Dylan…

così siamo tutti sentimentalmente ebrei il giorno della memoria…

e il resto dell’anno dimentichiamo istantaneamente le tragedie in corso,

o non le vogliamo nemmeno sapere, proprio facevano gli onesti cittadini del terzo reich.Displaced+People+Dadaab+Refugee+Camp+Severe+6ngipqkcMLLl

Imago: campo profughi Dadaab, Kenya, 400.000 persone, 2011.