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un affermato professionista settore creativo, grande talento che si è fatto da solo, no figlio di papà,  invitato a raccontare la sua storia, la gavetta, l’umiltà, i sacrifici eccetera, così mi risponde:

la mia “storia” è mediocre e non merita di essere esaltata,

si tratta semplicemente di un po’ di caparbietà unita a molta ignoranza ma che nel panorama generale di livello bassissimo, ha l’opportunità di galleggiare abbastanza bene,

e poi non reputo importante esaltare il mio lavoro, forse sarebbe più utile parlare del lavoro  di mia moglie, che come insegnante, con spiccate doti umane, professionali unite ad intelligenza,  attraversando tutta la provincia, ha svolto e svolge un’attività con risultati eccellenti nell’interesse della comunità…

ma anche lei sarebbe assolutamente contraria a qualsiasi forma di pubblicità…

Bel Tramì

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Beltramì

Beltrami street, via Beltrami, con incipit in Marianna/colle aperto

e finish in S.Vigilio/Castagneta, nei primi anni Ottanta,

per noi liceali Bg-Bene aveva un senso ben preciso.

Parlo di due tempi Zundapp, Fantic, Ancillotti e Gori,

niente casco, niente specchietti, niente etilometri.

Beltrami Race era la nostra pista motard:

start da Wall Street (viale delle mura) derapage left a colle aperto,

ergo gas aperto con impennata plus  ante Marianna (niente rotonde),

inde su a cannone direzione cannoniera di San Marco, et coetera.

Poi una sera venne un tamarro da Mornico col Malanca,

quelle batoste che ti fanno crescere, stop alla Beltrami Race.

Pochi anni dopo, nel Minnesota, un’affascinante donna manager mi dice

Really you came from Bergamo, Italy, Beltrami?”.

Non può credere che io non sappia minimamente chi sia il Beltrami di via Beltrami.

The young Beltrami  dopo una giovinezza intensa dentro e fuori galera

in questa città e in questa Italia – oppressa dalla tirannia, oscurata dall’ignoranza

si innamora di una super nobile, Giulia qualcosa 3 cognomi, lo arrestano,

rischia di essere impiccato, fugge (Beltrami escaping) si fa Parigi, Londra, America.

A 42 anni prende una canoa e da solo risale 4000 km di Missisipi-Missouri

fino a scoprire le sorgenti (Beltrami explorer) scrive un dizionario sioux-inglese,

chiama Lago Giulia le sorgenti  (Il lago ha circa tre miglia di circonferenza: è fatto a forma di cuore e parla all’anima”)

ma soprattutto detta al ghost writer Fenimoor Cooper quella che sarà l’Eneide degli Americani, “L’ultimo dei mohicani” (Beltrami writer).

I monti e la contea del Minnesota prendono il suo nome (Beltrami Mountains, Beltrami County).

Lo stesso anno, in California, un ingegnere informatico indiano mi dice:

con canoa e ombrello, come software di navigazione e di protezione,

Beltrami è l’icona degli internauti.

Questo in America, quando da noi ancora il web non esisteva.

Poi una sera a Bergamo, bevendo martini con Gigi Lubrina,

giocando a titoli inediti, gli propongo un “Bel-Tramì”, eroe romantico, opera lirica tragica:

scopre nuovi mondi e antiche civiltà, ma nella sua città natale nessuno sa chi sia,

nemmeno i ragazzini che abitano nella via a lui intitolata. Una via del resto secondaria.

Tre martini dopo, il mio compagno di bevute dice:

E come vedresti un romanzo di fantascienza dal titolo

“2019: Bergamo capitale della cultura”!?

                 (testo prodotto da BaDante care&writing agency © 2013 

                  per CTRLmagazine; cover story n39 – marzo 2013,

                  in seguito alla richiesta di cui nel post: >

io sui totem ci piscio

imago: ritratto di Costantino Beltrami by Enrico Scuri, Accademia Carrara)