se vuoi capire qualcuno, metti le sue scarpe

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LeoTAcchi2

Se vuoi capire qualcuno, devi camminare nelle sue scarpe, dice un proverbio indiano. Così, per capire le donne – ed essendo il mio compleanno, ed essendo ubriaco –  ho messo io il bel sandalo scollato tacco dodici. E ho capito un paio di cose.

La prima, subito:  sui tacchi non puoi startene accasciato, insaccato, essere un’ameba, essere invisibile. Devi per forza di cose (di tacchi) stare sempre in erezione, polpacci e cosce in tiro, schiena dritta, spalle alte, testa alta. Camminare è impegnativo, ma ti viene più facile parlare con gente che non conosci, e anche ballare.

La seconda, a fine serata, forse più importante: ho capito che quando tu donna cominci a fare i capricci, e diventi intrattabile, e mi guardi come uno sfigato perché non ho parcheggiato davanti al locale, in realtà, non è perché sei una stronza, ma è perché ti fanno male, malissimo, i piedi.

LeoTAcchi

 

heavy male cooking

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Parliamo di cucina violenta, pesante, mascolina, utile a liberare le pulsioni ancestrali frustrate da troppe seratine vegane, vellutate, al vapore, con patate lesse bio e macrobio…

Per cominciare, ustionare a fuoco vivo i peperoni (per spellarli meglio!). Quindi stracciare a mano o a morsi un petto di pollo imburrato, salato, pepato e speziato. Infine gettare tutto in un battuto sfrigolante di burro e cipolle arricchito da un trito digitale (fatto usando le dita) di acciughe, capperi e peperoncino.

Reboiling ½ h a fiamma allegra in ½ lt di birra nera + implementazione di worcester + pioggia finale di paprika e cannella. Lasciare raffreddare.

Andare a fare 1h di corsa, nuoto, bici o altra attività corporale dispendiosa.  Al rientro, divorare. Meglio se direttamente dalla padella, e stando in piedi. Per aiutare la digestione, accompagnare con vodka liscia. Talking Heads e telefono spento.

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cinque giorni e una chiesa

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DavantiAunaChiesa

Inavvertitamente, credo di aver sperimentato il turismo religioso di montagna, livello base. Ne faccio un semplice resoconto. Già il primo giorno in montagna, mi sono ritrovato davanti a questa chiesa e per pura voracità psico-estetica mi sono seduto sul prato a guardare questa chiesa

Il secondo giorno avevo intenzione di fare un’escursione in montagna, ma passando davanti a questa chiesa, mi sono tolto lo zaino, mi sono disteso sul prato e sono rimasto tutto il giorno a prendere il sole, in totale godimento semi-onirico.

Il terzo giorno pioveva, e ho pensato di fare due passi con l’ombrello. Arrivato davanti a questa chiesa, ha smesso di piovere. Dopo un po’ mi sono seduto sulla giacca a vento, finché è arrivato un ragazzo orientale che si è messo a fare foto, quasi chiedendomi il permesso. Io stavo pensando ai miei fallimenti, ai miei fallimenti sentimentali, e alle mie fallimentari imprese culturali.

Il quarto giorno ho voltato le spalle a questa chiesa e sono salito al Plan de Corones per vedere il museo MMM Hadid-Messner, ma inopinatamente mi sono ritrovato in mezzo al raduno spettacolare dell’Inter, ho incrociato lo sguardo caldo di Spalletti, e sono tornato giù di corsa, desiderando il prato davanti alla chiesa, perché davanti a questa chiesa, mi sono reso conto, riuscivo a riflettere professionalmente e coraggiosamente sulla mia vita,  su me stesso, i miei lavori, i miei amori, i miei umori, e sulle persone della mia vita, sulle vite vissute, il tempo perduto, le ambizioni, le occasioni.

Il quinto giorno non ho nemmeno fumato, e davanti a questa chiesa ho cominciato a pensare positivamente a cosa farmene adesso della mia vita, a questo punto della mia vita nel quale non sono più così interessato alla mia vita, e dunque potrei…

Rientrando in città, bloccato in coda a Affi, mi sono ritrovato alla radio una vecchia canzonetta di Bennato, “un giorno credi”, e ho inforcato i vecchi rayban. Poi la coda si è sciolta e ho acceso il telefono. Ma sei in vacanza? Si, da anni. Sto rientrando.

 

contratto amore 00 – versione amata/amante

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PPOwer

libero contratto d’amore basico a ruoli fissi: 

– in amore si può amare o essere amati

– la reciprocità è la fine dell’amore

ruoli:

– l’amata ha facoltà di rivolgere inviti all’amante per incontri d’amore

– l’amante ha facoltà di accettarli o declinarli

l’invito:

– è rivolto tramite messaggi esclusivamente dall’amata all’amante

– deve sempre proporre due opzioni nell’arco tra le 12 e le 120h successive

– l’amante ha 6h di tempo per rispondere all’invito, trascorse le quali l’invito è da considerarsi declinato

gli incontri:

– si intendono incontri d’amore, nei quali l’amante spenderà le proprie arti allo scopo di sedurre l’amata

– gli incontri avranno durata minima di 2h e massima di 24h

– nel corso degli incontri si possono condividere anche altre esperienze corporali e mentali come cinema, ristorante, mostre, musei, visite luoghi naturali, ma non esperienze social, feste, cene, amici, famiglie

le conversazioni:

– nel corso degli incontri sono escluse tutte le conversazioni attinenti la propria vita emotiva, sessuale, psicologica e le proprie esperienze umane, sociali e relazionali

– sono ammesse le conversazioni su arte, cultura, filosofia, politica

le comunicazioni:

– ad esclusione dell’invio degli inviti e della risposta ai medesimi, tramite messaggi o brevi telefonate, sono vietate tutte le comunicazioni, la messaggistica, le mail, etc.

l’intimità, il rispetto:

a) i rapporti sessuali sono naturali, con l’impegno reciproco che eventuali altri rapporti di ogni tipo con persone terze siano rigorosamente protetti

b) eventuali rapporti con persone terze non potranno riguardare conoscenti, amici/e, colleghi/e, parenti del contraente

la durata, la decadenza:

– il presente contratto ha validità mensile, prevede un tetto massimo di 10 incontri mensili e una soglia minima di 1 incontro

– ad ogni incontro il contratto è automaticamente rinnovato per altri 30 gg

– trascorsi 30 gg senza incontri, il contratto decade

le parole:

– nell’ambito e nella situazione giocoso-erotica, in stato di fantasticheria, sono tollerate le parole d’amore (ti amo, etc) e i piccoli insulti (stupidina, et similia)

in fede:

oggidì . . . . . .   costì . . . . . . .    l’amata   . . . . . .    l’amante . . . . . .

( by associazione nuovo maschio/maschio alfa/toy old boy – sezione contratti;

immagine da fanzine femminista USA 1970)

sidecar bike

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Un progetto low tech, ad alto rendimento human-social.

Con un sistema di aggancio rapido, trasformiamo una sedia a rotelle + una bicicletta nel sidecar bike, veicolo dalle prestazioni uniche:

–       permette di andare in giro con l’amico disabile fianco a fianco, potendo fare conversazione (quando spingi una carrozzella, tu gli parli da dietro/sopra mentre lui ti deve parlare senza vederti, quasi gridando ai quattro venti per farsi sentire);

–       permette ai ciclisti solitari di avere compagnia nella loro ora di pedalata salutista, con migliori prestazioni minuti/calorie, dato il peso da trainare;

–       conferisce a entrambi look e status attraente e gratificante, con senso d’identità condiviso: sul sidecar bike hai un “essere due” che supera i ruoli disabile-infermiere.

Dopo alcune prove, mi sono reso conto che le piste ciclabili sono troppo strette. Il regno di questo veicolo sono le isole pedonali, le piazze, i parchi, i centri urbani. Non si ha idea di quanti disabili stiano quasi sempre rinchiusi in casa.

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