Ditele le cose, a Natale, le cose che avete in pancia, in gola, ditele, tiratele fuori, aprite i pacchi, questi sarebbero i veri regali da aprire, i nostri cuori: c’è regalo più prezioso?
Dimmela nel modo giusto, quella cosa tra noi, con garbo, umiltà, quella ferita, quell’incomprensione, quella richiesta inascoltata, quella delusione, dimmela, dammi la possibilità di chiederti scusa, perdono, di abbracciarti, di ricominciare, di risanarci insieme.
Natale è per tutti, è la festa della rinascita, finisce un ciclo lunare, ne inizia un altro, è questo l’origine del Natale, precristiana, pagana, è lo Yule nordico, e il significato è un vero e proprio bilancio di fine anno, un fare i conti con le cose importanti, le cose della tua vita, le scelte, i traguardi, i fallimenti, le persone, gli affetti, i comportamenti che hai tenuto: l’anno è finito, riconosci gli errori, paga i tuoi debiti, i debiti dell’anima, chiedi scusa e perdono, ammetti, e festeggiamo insieme, e da domani comincia un nuovo anno, e per cominciare bene questa notte di baldoria è fondamentale, è fondamentale la “pulizia” che si fa tra di noi, è per questo che facciamo baldoria, è dai regali del cuore che viene la gioia, e così il Natale è per tutti, è la festa della rinascita di noi, dei nostri affetti…
Invece, quello che succede, è una tragica caricatura, tutti cercano di interpretare la famiglia felice, e mettere in scena un giornata esemplare, di facciata, dove tutti sono felici, pasciuti, mielosi e capaci di menù, regali e presepi da copertina.
Poi c’è sempre qualcuno, la pecora nera, il cognato disoccupato, la nuora altezzosa o il nipote stronzo che a un certo punto non ce la fa più, e scoppia, e ubriaco dice la cosa sbagliata, nel modo sbagliato, e scatena il finimondo, la scenata, il contrario esatto della rinascita.
Bisogna dire le cose nel modo giusto, nel momento giusto, bisogna avvisare prima, e quando vi chiedono “vieni a Natale?” bisogna dire “si, ma solo se festeggiamo davvero il Natale”, e gli spieghi questa cosa di aprire il cuore, e regalare il cuore.
In realtà, bisogna essere tutti più cattivi, a Natale, sia con sé stessi che con i propri cari, bisogna avere coraggio a Natale, il coraggio di riconoscere i propri torti, e anche il coraggio di chiedere all’altro ragione dei torti subiti, il coraggio e il bisogno di perdonare ed essere perdonati: allora questo è il Natale per tutti, anche per noi cani sciolti che non abbiamo la famiglia felice, e ci sentiamo male a vedere le luminarie, e il traffico da shopping.
Riprendiamoci il Natale, prepariamoci al Natale, abbiamo un anno per elaborare le nostre ulcere, curarle, leccarci le ferite, e poi far vedere ai nostri cari le nostre cicatrici – non i tatuaggi! – e raccontarle, e chiedere un bacio che benedica queste cicatrici.
Lascia perdere lo stress della corsa al regalo, non è nei centri commerciali che troverai la cosa giusta per me, ma dentro di te, nei giorni passati dentro di te, nelle cose sbagliate successe tra noi, nelle cose non dette.
Fammi un bel regalo a Natale, dimmi le cose che non mi hai detto, e lascia che io ti possa dire le cose che mi sono rimaste lì. Lo so, non è facile, non è detto che la riconciliazione sia automatica: ma mille volte meglio un autentico Natale difficile, di un buon Natale ipocrita. Non cureremo un’ipocrisia decennale in una sera, ma dobbiamo pure cominciare.
Capisci cosa ti sto dicendo, sorella, fratello, amico mio? Questi sono i miei auguri di Natale per te.