Quando una figura istituzionale usa una parola come “eversione”, io mi spavento.
Il reato di eversione (dal latino “evertere”, rovesciare, ribaltare) è stato introdotto nel 1929 dalla dittatura fascista (art.270 codice Rocco) per sopprimere l’opposizione socialista e comunista.
Da allora, attraverso gli anni di piombo, si ha un progressivo inasprimento, per cui le leggi attuali sono in realtà più repressive di quanto lo fossero sotto il fascismo.
Il meccanismo principale di inasprimento consiste nell’introduzione di leggi speciali per situazioni di “emergenza”, che non vengono mai abrogate quando termina l’emergenza.
Paradossale, preoccupante che oggi una figura istituzionale, esponente della sinistra, si appelli al reato di “eversione” nei confronti di un partito dell’opposizione (tacciato di “fascismo” dal partito… che è stato più di 50 anni all’opposizione).
Chi ha qualche decennio di memoria, ricorderà che la “strategia della tensione” nasce proprio da questo tipo di atteggiamento: bollare l’opposizione come eversiva, metterla fuori legge, e di fatto innescare il terrorismo; che poi viene alimentato dai servizi segreti con puntuali stragi di stato, così da giustificare la repressione.
E intanto il capo del governo (che rappresenta la lobby “vedrò”, che rappresenta le multinazionali del gioco d’azzardo che stanno mangiandosi vivo il paese) dice:
la crisi è superata, puntate sull’Italia!
(imago: il governo Mussolini in piedi mentre il parlamento fascista approva l’art. 270 che istituisce il reato di eversione)