Paci Paciana era un oste della Val Brembana. Illetterato, di poche parole, e quelle poche in dialetto. La memoria delle sue gesta, delle sue risposte, si è tramandata per via orale di generazione in generazione.
La sua storia di fuorilegge nasce da un torto ingiustamente subito. Inizia una guerra personale al potere, ai ricchi, ai nobili, ai gendarmi. Imprendibile, Pacì Paciana appare e scompare in un baleno, come un angelo vendicatore.
Detratto il necessario alla sua vita di bandito, divide il bottino delle sue rapine quotidiane in tanti piccoli “gruzzoli” che poi distribuisce alle famiglie bisognose.
Diventa un personaggio leggendario per come si fa beffe della “sbirraglia”. E intanto assume quasi un ruolo di “protettore” dei più deboli. Si rivolgono a lui per comporre liti come fosse un giudice, o per chiedere permessi, pareri, favori.
Per tutti è “ol padrù de la al brembana”. Un ruolo che gli pesa, e gli procura amarezza. Lo schiavo è quello che aspetta qualcuno a liberarlo.
Il cerchio si sta chiudendo. Innumerevoli le delazioni, i tranelli cui sfugge, finché una sera lo sorprendono al ponte di Sedrina. Se un uomo non è disponibile a rischiare la vita per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o lui non vale nulla.
Si getta nel Brembo, lo danno per morto certo, e invece riesce a mettersi in salvo. Il prefetto mette sulla sua testa una taglia di 200 zecchini d’oro, se vivo, o 60, se morto.
Sarà un amico a tradirlo, sparandogli alla schiena, e consegnando la sua testa al prefetto, che la farà appendere alla ghigliottina della Fara a Bergamo Alta, in pasto ai corvi, a segnare la fine dei banditi. E’ il 6 agosto del 1806. Ma quello che ami veramente, la libertà, sarà la tua vera eredità, e non ti sarà strappata.
Oggi lo spirito Paci Paciana rivive nella comunità hacker.
Prima degli hacker ci fu l’epoca dei phreaker (phone freak): John T. Draper, più noto come Captain Crunch, in seguito autore del word processor per Apple, è il phreaker più famoso della storia. Già da ragazzino aveva creato un blue box per telefonare gratis.
Celebre la sua intrusione telefonica alla Casa Bianca, ai tempi di Nixon, dopo aver scoperto la password (Olympus) per parlare direttamente con il presidente.
Draper: “Olympus, per favore” Operatore: “Un attimo, per favore…”
Nixon: “Che succede?”
Draper: “Signor Presidente, è in atto una crisi qui, a Los Angeles”
Nixon: “Che tipo di crisi?”
Draper: “Siamo senza carta igienica, Signor Presidente.”
Poi vennero Richard Greenblatt, fondatore della prima comunità hacker al MIT e
Richard Stallman, ideatore del concetto di copyleft (il primo software che “liberò” fu quello della stampante Xerox del Mit), quindi Eric S.Raymond “inventore” dell’open source e Ward Cunningham creatore del concetto di Wiki.
Ma la figura di riferimento del movimento hacker è forse Loyd Blankenship, autore del Manifesto Hacker: «Noi facciamo uso di un servizio già esistente che non costerebbe nulla se non fosse controllato da approfittatori ingordi, e voi ci chiamate criminali.
Noi esploriamo…e ci chiamate criminali. Noi cerchiamo conoscenza…e ci chiamate criminali. Noi esistiamo senza colore di pelle, nazionalità, credi religiosi e ci chiamate criminali.
Voi costruite bombe atomiche, finanziate guerre, uccidete, ingannate e mentite e cercate di farci credere che lo fate per il nostro bene, e poi siamo noi i criminali»
ndr: i corsivi, inseriti in spirito hacker, sono citazioni tratte dalle opere di E.Pound.
testo by Leone Belotti per CTRL magazine. Imago della cover by Studio Temp.
CTRL magazine n.48 on line: http://www.ctrlmagazine.it/