la cecità dei bergamaschioni

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cazzoniBG

Guardali bene, i veri scandali dell’ex Palazzo Littorio di Piazza della Libertà, i più sexy Berga-Maschioni di sempre, scolpiti nella dura pietra:

il mitico Colleoni over (nomen omen), il Quarenghi “giovane architetto particolarmente dotato” (Caterina la Grande), l’eroico Nullo (altresì noto per essere “il più bello dei Mille”).

Dopo 75 anni sono ancora banditi e tabù per la Bergamo catto-frigida,

lo capisci anche leggendo L’Eco di ieri l’altro: la catto-testata, entrata eccezionalmente a fare un reportage (il Ministero dei Beni Culturali ha vincolato l’edificio come bene storico-artistico)  è riuscita a pubblicare 30 foto “esclusive” dove non si vedono mai i Bergamaschioni, e nemmeno le formelle di Leone Lodi, ancora più erotiche,

in compenso, come in un dossier da “geometra-restrutturazioni”  si vedono pavimenti, tetti, scalini, grondaie, macchie d’umidità (!)

e freudianamente sono stati i graffitti-vandalismi (che chiunque può vedere sui muri esterni) a finire in copertina, e a giustificare il titolo dell’articolo… sul degrado dell’edificio!

come disse una volta un mio amico al prete, anche leggendo L’Eco di Bergamo, si rischia di diventar ciechi: piacciano o no, queste opere sarebbero da far vedere, per capire chi siamo stati, e anche chi siamo (la quarta città gay d’Italia dopo Milano, Bologna e Roma, stando agli iscritti Arcigay)

limitandoci alla storia sociale dell’arte e del gusto, i Bergamaschioni sono i modulor dell’estetica fascio-gay che ha fatto le fortune degli stilisti in Italy,

guardali, Colleoni, Quarenghi e Nullo sono modelli di Versace, Armani e Gucci,

capisci, questo palazzo è chiuso da sempre con la motivazione più o meno velata che rigurgita di simbologia fascista, ma in realtà questo posto rigurgita di iconografia erotico-omosex e/o super-macho gaudens,

il problema, lo vedi, è che i Bergamaschioni parlano con le mani, e alla domanda “ti tocchi?” paiono rispondere in coro: “puoi dirlo forte!”

(photo by FoodForEyes)

quel cagnetto del gay di destra

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quel cagnetto del gay di destra,

come il suo padrone, è in crisi d’identità,

non ha il coraggio di fare il coming out, è un cagasotto,

non sa nemmeno lui cosa suona peggio, se essere gay, o di destra,

e la cosa paradossale, al di là del singolo caso, è questa:

in base a un pregiudizio totalmente errato, si crede che il popolo gay

sia un popolo di sinistra, che vota a sinistra, e ha il cuore a sinistra,

niente di più falso, la maggioranza gay magari ha la tessera arci-gay,

ma il culo, e il cuore, segretamente e saldamente a destra!

Purtroppo nessun leader di destra vorrebbe dichiarazioni di voto gay

per paura di perdere l’elettorato maschilista, senza capire che da sempre,

da Socrate al super-uomo, l’utopia maschilista è connessa all’omosessualità,

lo sapeva bene D’Annunzio, quando a Fiume ha realizzato la città dei maschioni!

Chi proprio non ci capisce niente sono i democratici di sinistra e le donne evolute,

che si coccolano l’amico gay credendolo un effeminato, una donnina, un pacifista,

mentre in realtà è un maschione represso, edonista, etero-fobico, che ama la mamma,

le cerimonie, le divise, i muscoli, e sogna l’uomo forte, autoritario, e perciò

è pronto a votare chiunque abbia il coraggio di dire ad alta voce:

si, sono il primo fascio-gay dichiarato, e sono anche catto-gay: votatemi!

I dati parlano chiaro, è ora che si sappia, un leader spudoratamente fascio-gay,

si prenderebbe quella valanga di voti gay che Vendola si può solo sognare,

sono pronto a giurartelo sul culo di un rottweiler!

Parola di Upperdog, presidente dell’associazione animali umanisti

per il sostegno e la cura dei bipedi animalisti

photo by Benedetto Zonca

http://web.stagram.com/n/bzonca/