“i grattacieli dagli occhi di vetro osservano attenti, alle cinque della sera la primavera si eleva gigantesca, ci dà la pelle d’oca, una gola che urla palpitante,
gli ascensori piombano giù, uomini e donne cominciano a gocciolare come linfa giù dai grattacieli, e folle grigiastre sommergono la metropolitana e spariscono sotto terra, un fracasso atroce invade le strade,
mentre i banchieri rapaci, tornando dalle loro conferenze segrete, borbottando sui cuscini delle loro limousine, si lasciano rapire da strade sonore, su verso la 40esima strada, strade ruscellanti di luce frizzante, bianco-gin, giallo-whiski…”
Manhattan Transfer è grande il romanzo di New York,
scritto nel 1924 da John Dos Passos, scrittore militante (arrestato come organizzatore delle manifestazioni per Sacco e Vanzetti)
racconto corale, mix di linguaggi, struttura episodica, ritmo sincopato,
la prima vera innovazione della letteratura americana,
la nascita del jazz, della pubblicità, della metropoli,
un autore che avevo dimenticato, mi è tornato in mente in modalità “flash back” guardando il doppio lavoro, sincopato, foto e video, appena pubblicato da un amico fotografo sull’ansia di primavera a New York: http://giannicanali.com/blog-it/