Mantua vs Berghem

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MantuaUn mio amico manager nel settore cultura e turismo, innamorato di Bergamo, convinto che sia la più bella città d’arte della Lombardia, a precisa domanda, confessa di non essere mai stato a Mantova (dove io invece ho vissuto un anno, obiettore di coscienza assegnato all’ufficio del turismo).

Mi chiede se valga la pena spenderci un fine settimana, magari romantico.

Gli rispondo: assolutamente no, e gli elenco sui due piedi 10 buoni motivi per cui non gli conviene visitare Mantova, pena il crollo delle sue certezze sul turismo cultura e romanticismo:

1) lo skyline: il profilo della città ducale appare sospeso sulle acque, subito percepisci la città rinascimentale come scenografia ideale dell’edificio guida, il castello, la corte, e tutto quello che offre in coerenza, eleganza e leggerezza (must pittura: il Mantegna della camera degli sposi, versione privè della cappella sistina; must architettura: il cortile della Cavallerizza);

dopo questo skyline “città d’arte” con grazia, la ns Walled City, dominata dalla sagoma incombente del Seminario, ti sembrerà quello che è, un’accozzaglia edile chiusa, dura, petrosa,

Bergamo è un mattone pesantemente caduto dal cielo, Mantova un miraggio che sorge dall’acqua.

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2) il Mincio: il suo temperamento sentimentale, primavere/estati d’esuberanza gioiosa, autunni/inverni di melancolia sublime, sempre struggente,

strutturato come un carattere psicologico, tre personalità:

> l’io Mincio dal Garda a Mantova, azzurro, bello, risorgimentale, oleografico,

> il super-io Mincio di Mantova, che diventa un lago (a sua volta tripartito: superiore, di mezzo, inferiore) che circonda la città e produce un miracolo, ile isole di fiori di loto, che ti vien voglia di camminarci sopra

> e l’inconscio Mincio, da Mantova al Po, nella deep Po valley, lento, verde, majestic, con strutture ed esperienze d’altri tempi (il ponte di barche, le chiuse di Leonardo)

un corso brevissimo, ma un’importanza, un carisma e un carattere da grande fiume, per questo io lo chiamavo il Minciossipi,

Puoi anche affittare una house-boat, specie di camper d’acqua, senza patente, risalire fino al Garda o discendere al Po. Dopo aver navigato il Minciossipi,  i nostri Serio e Brembo ti sembreranno quello che sono: torrenti, non fiumi.

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3) la basilica di S. Andrea: per gli amanti del genere un orgasmo, e non di orpelli, ma di volumetria, di percezione fisica dello spazio;

lunghissima, stretta, altissima, niente cappelle, orpelli o altre cazzate, un perfetto e funzionale palasport dello spirito, ti fa sentire quello che sei, un microbo, impressionante,

e da fuori non la vedi, non  esiste, quasi completamente camuffata nell’edificazione urbana, vedi solo la facciata, irreale, che sembra un arco di trionfo romano, e un ingresso laterale, che sembra di un’altra chiesa,  essendo dall’altra parte della città.

Una basilica che non c’è, interno puro.

Nel film “Il mestiere delle armi” di Olmi è davvero filmata da Dio.

Dopodiché, se pensi alle nostre chiese, capisci che non ce l’abbiamo una chiesa così, capace di darti questo genere di orgasmo d’interni continuato. S.Maria Maggiore è da orgasmo d’orpelli, e già la seconda volta ti stanca; il Duomo è solo per orgasmi audio quando è in organo;

S.Agostino in teoria, ma una chiesa sconsacrata è un forma-struttura priva di senso, come una Ferrari senza il motore, non è buona neanche da esposizione.

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4) la cucina anfibiotica: se sei più di un turista, e vuoi entrare nello spirito del paese esotico come un vero viaggiatore, ti parlo di trattorie dedicate all’antica cultura autoctona della cucina anfibiotica: gamberi di fiume, rane, lumache, lumachine…

in alternativa, puoi ripiegare sui classici tortelli di zucca, o su un risotto alla mantovana, e a seguire stracotto d’asino e per finire bicchierino di rhum invecchiato, niente ghiaccio, temperatura ambiente.

Dopodiché casoncelli e coniglio e grappino ti sembrerà il parente povero, insipido.

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5) palazzo Te: ll’apoteosi dell’edificio inutile, dell’architettura effimera, senza funzione, puramente dilettevole, capolavoro di Giulio Romano,

palazzo per feste, la socialità come momento teatrale,

regno delle illusioni, una stanza che ti crolla addosso (la sala dei giganti), la facciata monumentale fine a sé stessa, come una quinta teatrale, per esibire un enorme giardino, che del resto ha il solo scopo di occultare un piccolo giardino segreto…

dopo Palazzo Te, le nostre dimore storiche ti sembreranno quello che sono, residenze borghesi, un po’ più grandi.

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6) biblioteca Teresiana: creata da Maria Teresa d’Austria a fine 700, il secolo dei lumi, l’epoca felice del Lombardo-Veneto come provincia meridionale dell’Impero Austro-Ungarico,

con l’idea di raccogliere, riunire il sapere, e farne uno snodo, un punto di incontro – l’equivalente dei grandi server di oggi – e quindi un centro di produzione culturale,

ma è anche il sogno realizzato di ogni bibliofilo, un castello di libri, di parole, una torre di babele nelle quale arrampicarsi.

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7) Valeggio: il ponte visconteo, e sotto il ponte i mulini del borghetto, oggi convertiti in ristorantini e negozietti,

qui realizzi la gioia infantile del presepio a grandezza reale, qui fatturano in turismo più che in tutta città alta,

e capisci cosa potrebbero essere Porto Clanezzo o Porto Calepio, invece che ruderi abbandonati, infrattati in angoli ignoti di Brembo e Oglio.

foto per UNESCO Comune di Mantova

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8) teatro Bibiena: qui ci sarebbe da scrivere un saggio, ti dico solo vai, prova una serata al teatro Bibiena, e il nostro Sociale ti sembrerà uno spazio misero, e il Donizetti deprimente.

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9) Castellaro Lagusello: un borgo cinto, incastellato, sulle rive di un laghetto a forma di cuore, che in primavera diventa rosso,

detto così e visto così potrebbe sembrarti anche vomitevole, in realtà è realmente incantevole,

non mi viene in mente un competitor degno in Bergamoland, forse il laghetto di Gaiano, con la valle del freddo, ma è più da un cuore in inverno.

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10) gli amanti di Valdaro: l’immagine che non ti scorderai, dopo Mantova porterai con te  questa immagine dell’amore eterno, questo incredibile ritrovamento, una tomba del paleolitico, conservata e visibile in teca così come è stata trovata al Museo Archeologico.

Dopodiché, le nostre celebrate danze macabre del Bonomini in Borgo Canale o dei Disciplini di Clusone, ti sembreranno cose morte.

Questa è la superpotenza dell’amore terreno che trionfa sulla morte, e surclassa il “finché morte non vi separi” cattolico.

E non ti ho parlato delle cose più note, Palazzo Ducale, il Castello, la Camera degli Sposi, il Cortile della Cavallerizza… e poi Sabbioneta, l’utopia rinascimentale della città ideale, con quel suo Teatro Olimpico…

Aggiungi che a Mantova van tutti in giro in bici, niente stress subalpino, si relax food/wine via emilia, e se ti rivolgi a uno sconosciuto non ti prende per malato mentale, e le donne, anche quelle magre, hanno la risata grassa facile…

Alla fine l’amico ha deciso di fare un giro a Mantova, ma invece di ringraziarmi mi ha dato dello stronzo: se tu, mi ha detto, mettessi questa convinzione nel raccontare 10 motivi per venire Bergamo, invece di parlarne sempre male…