Ieri il parco di Sant’Agostino in Città Alta-Capitale della Cultura era chiuso, un cartello scritto a mano avvisava “per operazioni di taglio alberi”,
al posto di tre piante plurisecolari sbucava un novissimo cartello design con il logo “Università di Bergamo, Scienze della Formazione, parcheggio riservato ai dipendenti”.
Cosa pensare? Tre secoli di architettura della natura tagliati in un pomeriggio per farci tre posti auto per scienziati posto fisso-posto auto.
Scienze della Formazione è una facoltà creata nel 2005 dal filosofo Mauro Ceruti.
Mentre tagliano gli alberi, vengo a sapere che il filosofo Mauro Ceruti, probabilmente il nome più autorevole dall’Università di Bergamo, si è dimesso.
Mauro Ceruti è l’autore di un libro importante dal titolo “Il vincolo e la possibilità” (1986, Feltrinelli) dove, riprendendo Prigogine e Stengers, spiega che il vincolo non è solo ciò che limita le possibilità, ma esso stesso è opportunità.
Quasi una filosofia del “border line”: è sui confini, sui limiti, che si gioca il cambiamento.
Una lotta tra chi sta all’interno del sistema, e ne difende identità e confini, e chi dall’esterno e agisce per il cambiamento, cioè la caduta dei confini e/o l’inglobamento del sistema entro sistemi più ampi.
Tuttavia per condurre la sua lotta l’osservatore esterno deve sempre mantenere la “consapevolezza epistemologica della sua irriducibile ignoranza del dettaglio di ciò che avviene all’interno del sistema”: altrimenti si fa neutralizzare dalle ragioni del sistema.
Bene, volendo comunque saperne di più su questo “taglio” di alberi (e di filosofi) scopriamo che Ceruti senza tanti giri di parole, si è arreso all’evidenza: l’Università di Bergamo è di serie B, e l’idea della capitale della cultura rientra in questo quadro.
Gli alberi, invece, stando a notizie riportate dall’associazione “amici di città alta” erano malati e pericolanti, e la decisione di tagliarli è avvenuta con l’avallo di Italia Nostra. Speriamo sia così. Ma allora non si capisce come mai, in questi casi, non venga esposto un cartello con motivazioni, tempi ed enti responsabili dell’intervento.
Quando si abbatte, costruisce o restaura un edificio, anche insignificante, è obbligatorio esporre il cartello con tutte le informazioni e i permessi e i nomi e cognomi dei responsabili,
quando si tagliano alberi secolari che fanno parte della storia della città e del suo ambiente architettonico storico-naturale, niente di niente, chi se ne frega di tre alberi,
da queste cose, l’osservatore esterno, deduce il rispetto che il Comune ha per gli alberi, e per i cittadini.