con la sacrosanta bocciatura di Bg2019, è finalmente sotto gli occhi di tutti quello che tutti hanno sempre sospettato (e io scrivo da mesi): “Bergamo capitale della cultura” è una commedia dell’assurdo, senza alcuna possibilità reale,
messa in scena in modo irresponsabile da un trio-ignoranza (sindaco commercialista + assessore agenzia eventi + moglie di un banchiere esperta in salotti) che ci ha preso in giro per mesi (a caro prezzo!) e adesso ha pure il coraggio di dire “la commissione ci ha presi in giro”
senza considerare il vero semplicissimo motivo dell’esclusione, e cioè aver dato prova di totale imperdonabile ignoranza sui punti decisivi della candidatura:
1) prima prova di ignoranza, come un alunno che non ha nemmeno capito il titolo del tema: il primo requisito richiesto dal bando è infatti la “partecipazione dei cittadini”,
e invece i nostri hanno pensato bene di non far partecipare nessuno, affidarsi a professionisti internazionali e soprattutto, a differenza delle città promosse, hanno avuto questo colpo di genio di non rendere pubblico il progetto, come si trattasse di un brevetto industriale privato!
Questo è il vero motivo della bocciatura: a prescindere dalla validità del progetto, affidarlo a esterni e non condividerlo con la città significa non aver capito niente di cosa significhi oggi far “cultura”: rendere partecipi, pubblicando e condidivendo!
Hanno titolato il progetto “Bergamo oltre le mura” e per cominciare col piede giusto l’hanno tenuto chiuso nella stanza dei bottoni! Ridicoli!
2) seconda dimostrazione di ignoranza: i nostri sono andati sicuri e tronfi con i loro numeri “aziendali”, i milioni di euro di budget pubblico-privati, i milioni di passeggeri-shopping di Orio, dimenticandosi completamente dei numeri cui era interessata la commissione, quelli relativi alla cultura:
e i numeri della cultura, cioè livelli di alfabetizzazione e consumi culturali, spesa pro capite in libri etc, ci dicono che Bergamo è attualmente una delle città sì più ricche, ma anche più ignoranti d’Italia e d’Europa: record di centri commerciali, mentre le librerie chiudono per fallimento e i locali dove si fa musica vengono fatti chiudere per motivi di “ordine pubblico”,
spendere 10euro per l’happy hour è pratica comune quotidiana, spenderli per comprare un libro ci si deve pensare su molto bene, una cosa da fare un paio di volte all’anno, perché poi il libro resta lì, a dirti quanto sei ignorante.
3) terza prova d’ignoranza, nel progetto non si dice una parola su questa curiosa contraddizione per cui pretende di essere capitale della cultura una città capace negli ultimi 5 anni non solo di lasciare chiusa senza un vero motivo la sua più importante risorsa culturale-artistica (l’Accademia Carrara)
ma anche di mandare sciaguratamente in rovina e abbandonare come fosse un’area dismessa il suo più notevole gioiello di storia/architettura e memoria civica: la Rocca, l’acropoli della città,
cioè il cuore del sistema di baluardi-mura venete patrimonio unesco, fatta quasi crollare per farci dentro un parcheggio, e poi lasciata lì così, con sopra un cellophane.
Infine, appena saputo di essere stati trombati, hanno anche avuto l’arroganza ignorante di auto assolversi e insinuare che la commissione abbia premiato città “meridionali” e “di sinistra” per motivi geopolitici!
Basta guardare il sito web delle altre città (o leggere i progetti) per capire che non solo il progetto Bergamo è completamente fuori tema, ma è penosamente non competitivo in quanto a capacità di comunicare (vogliamo parlare dei totem?)
Bergamo capitale della cultura se presa sul serio è un’utopia che richiederebbe di cambiare completamente la visione, il metodo, e chiaramente le persone:
il pianoB, elaborato “dimostrativamente” a zero euro da Calepio Press, è un provocazione in questa direzione, ma nel contesto di potere attuale, con attori come Bruni Tentorio Curia L’Eco Percassi etc si tratta chiaramente di fantascienza, fantamarketing.
Viceversa, realisticamente, paradossalmente le stesse ragioni per le quali oggi Bergamo non ha senso come capitale della cultura, ne fanno la candidata perfetta a essere “capitale dell’ignoranza”.
Ecco un progetto realizzabile, onesto e sincero, e certamente di immediata comprensione e votato a successo internazionale:
Bergamo capitale mondiale dell’ignoranza – il fuori-salone della cultura
festival dell’ignoranza doc (salone dell’ignoranza a km0).
“perché senza sana ignoranza non si fa cultura!”:
programmino provvisorio:
> conferenza stampa d’inaugurazione: Tentorio, Olivares, Sartirani: “La nostra ignoranza al servizio della città, dell’Europa e del World”
> segue concerto rock star genuinamente ignorante (Vasco, Liga, etc) nel piazzale dell’Oriocenter.
> al Donizetti e al Sociale: commedie dialettali in bergamasco
> nelle piazze: torneo no-stop di scopa/briscolone per over 75 prelevati dalle case di riposo e dai circoli acli alta valle (con tanto di bestemmie in lingua berghem + megascreen + riprese TV tipo poker texas).
> al KmRosso: un convegno filosofico-epistemologico inaudito sulla playstation e l’X.box e Wii come forme occidentali di meditazione-mandala per cogliere l’inutile assoluto nel vuoto della propria mente.
> Balotelli e Cassano: seminario “un calcio ai libri”
> associaz. di categoria: le risorse d’eccellenza ignorante del territorio (edilizia, agroalimentare, lavorazioni plastiche, etc)
> sponsor tecnico: Cantina Sociale Valcalepio + birrifici indipendenti
> ambasciatori: gli stessi della cultura (Atalanta, Pooh, Gimondi, etc)
> madrine-presentatrici: le sorelle Parodi.
> organizzatore/produttore tv: il marito-cognato.
> slogan: per non saper né leggere né scrivere…