se la Maresana fosse un vulcano

play this post

BgcittàMorta

Solo se messa di fronte alla sua tragica realtà di città morta, sepolta,  Bergamo si darebbe una svegliata e inizierebbe a pensare, progettare e realizzare sul serio il proprio futuro.

Le idee, le possibilità per essere una città sensata, sostenibile e felice, ci sono: quello che manca è il coraggio,  la mentalità, lo spirito e la spinta, l’innesco.

Ma se la Maresana fosse un vulcano, ecco come potrebbe rinascere Bergamo dalle sue ceneri:

1) Bergamo Terrazza dell’Umanità, le mura luogo magico, sospeso, via l’asfalto dal Viale delle Mura, vero luogo d’attrazione, via le auto, via i megabus, corsia o binario per mezzi pubblici non invasivi, più punti di risalita easy (ascensori, scale mobili, scalette), sui bastioni liberati dall’asfalto locali, botteghe, spazi culturali, conviviali, ospitali. Sotto le mura, intorno alle mura: Parco delle Mura Venete e della Rocca: percorso ad anello, valore storico e paesaggistico, pedonale e ciclabile, e contestuale ricostituzione dell’area verde ex bosco faunistico/park-frana, da 5 anni cantiere abbandonato

2) Bergamo Città Aperta, accessibile, accogliente: la piazza della stazione è brutta perchè insensata, rappresenta la chiusura della città, occorre bypassarla sopra o sotto, prolungare, connettere il viale-cardine con aeroporto, autostrada, asse interurbano, e dotare questa nervatura delle infrastrutture logiche necessarie, parcheggi, piste ciclabili (da connettere) aree d’interscambio, percorsi pedonali e negli ex Magazzini Generali la cosa più logica: grande ostello/albergo popolare, per viaggiatori, studenti, famiglie, lavoratori.

3) Bergamo Città Giardino, creazione del “passante verde” pedonale per connettere Accademia Carrara e Sentierone via Parco Suardi e Parco Montelungo (da destinare a verde urbano); apertura delle rogge, dei cortili, piantumazione delle aree dismesse, frutteti e orti pubblici, destinazione del Lazzaretto a mensa popolare – fabbrica delle idee (progetto Mensa te!) trasformazione conventi ed ex caserme e ospedali (Astino, Montelungo, Riuniti)  in cascine urbane, creazione posti lavoro e posti di vita, produzioni alimentari e culturali.

(photo “si sale da bergamo bassa” by A.Corti)

il parco che non c’è

play this post

montelungoZampogna

il progetto più semplice per l’ex Caserma Montelungo,  la più grande, più centrale, più sprecata area pubblica di Bergamo Bassa, è farne subito un parco, il Parco Montelungo,

e costituire il polmone verde che risulterebbe dall’unione con gli adiacenti parchi Suardi e Marenzi

nella prospettiva di farne la cascina urbana della città, la Cascina Montelungo, con orti, frutteti, galline, oche, caseificio, scuola civica per contadini urbani, punto vendita sementi autoctone…

(e poi magari la riapertura delle rogge, e un mercato permanente del km0 urbano nel Palazzetto dello Sport, aperto, e alleggerito delle tribune)

ma la prima cosa, il primo passo, sarebbe appunto fare il Parco Montelungo, cioè abbattere 3/4 degli edifici perimetrali (giudicati insanabili), tenendo solo l’edificio centrale, e forse anche la quinta scenografica sulla piazzetta-ingresso,

abbattuti i muri, tirare via il catrame, il cemento, seminare prato, piantare alberi, e aprire il percorso pedonale verde Accademia Carrara – Sentierone,

il cosiddetto “passante verde”  via Gamec – parco Suardi – parco Montelungo – Marenzi – Caprotti – via Tasso, un progetto che c’è già, dimenticato in qualche cassetto di qualche assessorato,

un progetto a basso costo, in grado di migliorare la fruibilità della città per tutti e sul quale è il momento di impegnare i futuri amministratori in scelte chiare:

ancora poco tempo fa si parlava di farne spazi commerciali + residenze di pregio + posti auto. All’epoca scrivevo: basta posti auto, è ora di pensare ai posti uomo!

(nella photo aerea by Gianluca Zampogna: il parco che non c’è, nella sua chiusa immensità)