La cultura non è un titolo, un business, una lobby o un bene di lusso,
ma un’arma di costruzione di massa, pericolosa, esplosiva.
Berghumus (berghost)
opportunità per artisti, studenti, designer, architetti, arredatori, sociologi, artigiani.
Start: un centro storico vive di botteghe, artigiani, osterie, ritrovi, circoli, anziani, scrittori, pittori, musicisti, cani e gatti.
Senza questo humus sociale la città d’arte perde identità.
Città alta senza artisti e residenti è una città morta.
Up: Berghumus è un programma di valorizzazione del centro storico attraverso la coltivazione in loco di nuovi artisti e la creazione di case d’artista;
il comune dispone di aree, edifici, locali, residenze inutilizzate, “da riattare”, in città alta: le affidi per gara-concorso a nuclei-squadre di artisti che per un anno soggiorneranno gratuitamente in queste case, ristrutturandole, arredandole e “segnandole” del proprio operato artistico,
– ogni residenza affidata a n.4-5 artisti di diversa disciplina (arti visive, musicali, letteratura, video) selezionati con concorso pubblico/social
– in cambio dell’ospitalità l’artista si impegna con gli artisti conviventi a ristrutturare-arredare-valorizzare la casa di residenza
– dopo 2-3 anni vissuti da artista, la casa acquista valore e cambia funzione, diventa B&B d’arte o è venduta alla classe colta/agiata
– con il reddito da casa d’artista il comune acquista nuovi locali “da riattare” e implementa l’humus artistico del centro storico.
In questo modo il Comune, cioè la città, diventa curatore del proprio patrimonio immobiliare-culturale, crea un humus artistico aperto ristabilisce il carattere “culturale” del centro storico.
– parallelamente alle case d’artista, il Comune promuove la permanenza (o il ritorno) nel centro storico della memoria storica umana, gli anziani, creando piccole “case editrici di riposo” dove persone che sono nate e hanno lavorato e vissuto una vita in città alta, anziché finire espulse dal “gioiello urbano”, ne costituiscono il filo connettivo:
nella “casa editrice di riposo” l’ottuagenario, affiancato da un giovane “badante-alighieri”, potrà dedicarsi alla vera missione della “senectus”: mettere per scritto la propria vita e con ciò contribuire alla produzione della memoria storica collettiva, base di ogni fermento culturale.
– parallelamente alle “case d’artista” e alle “case editrici di riposo” il Comune promuoverà la permanenza e il ritorno delle botteghe artigiane e degli esercizi storici, oggi espulsi dalle s-regole del mercato immobiliare,
e al contempo vieterà l’apertura di negozi e catene grandi marche che di fatto stanno trasformando il nervo vitale di città alta, l’asse via Colleoni/Corsarola, in un’anonima galleria commerciale, con perdita irreversibile di valore del centro storico.
Il crogiolo di artisti, artigiani e anziani è la base viva, l’humus, di ogni possibile carattere “culturale” della città.
2- segue
(photo by Mattia Dal Bello, abstract da Berghumus, linee di progetto per la trasformazione di Bergamo in città d’arte sostenibile,
Il pianoB prevede 5 aree d’intervento/progetti/iniziative in 5 anni:
1 Bergomum – valoriz. opere architettura storica, mura, arena, rocca
2 Berghumus – coltivazione artisti nel cuore e nei borghi della città
3 Bergheimat – creazione continua nuove opere d’arte per la città
4 Bergheimer – dignità di veri monumenti per le icone della città
5 Bergomens – infrastrutture ambientali, accessibilità, cintura verde)
Ho bisogno di una casa perché sono un artista o sono un artista perché ho bisogno di una casa?
Ad ogni modo è semplicemente perfetto.