parlando con athos mazzoleni (candidato in comune bg nella lista 5 stelle) di cultura e scultura, sulla base dell’argomento del giorno (la statua di san G23 che nessuno vuole o sa dove mettere)
si tocca in realtà un tema apparentemente marginale, ma aperto e irrisolto, e cioè: hanno ancora senso oggi le sculture commemorative, celebrative, figurative?
i “moderni” vorrebbero i luoghi pubblici liberati dalle mummie di marmo, gli “antichi” invece amano questi simulacri dei grandi del passato,
in realtà, un “assessore alla scultura” dotato di cultura potrebbe risolvere il dilemma scultura sì – scultura no con un compromesso virtuoso, antico, ovvio e geniale:
> a Firenze 500 anni nasceva il primo museo del mondo, la Loggia dei Lanzi, in piazza della Signoria, dove le sculture sono raccolte ed esposte sotto un grande loggiato, protette dalle intemperie ma esposte al pubblico,
raccogliere le sculture in spazi dedicati significa sollevare sia le opere che gli spazi urbani dal superato intento retorico della scultura di piazza,
in questo modo accontentiamo tutti, e probabilmente anche le opere, meno esposte alle intemperie, sia meteo che human, affrancate da compiti politici-didattici, e soprattutto liberate dal peso della solitudine: nessuno pensa mai all’estrema solitudine di una statua, sola al centro di una piazza, in eterno!
d’altra parte, spesso queste figure isolate e dominanti sono piuttosto sinistre e sembrano quasi portare sfiga e tormenti: riunirle sarebbe un modo per restituire loro umanità e socialità positiva, quasi come una “compagnia” che si ritrova “sotto la Ragione”, in conclamata follia, come simpatici matti in parlatorio,
> l’assessore alla scultura dovrà occuparsi di stilare progetti di riposizionamento, diciamo, identificando uno o più spazi possibilmente protetti ma non chiusi, dove “raccogliere” le statue, che in questo modo potrebbero farsi compagnia, parlarsi, avvicinare la distanza del tempo nella prossimità della materia,
1) nel Loggiato della Ragione, sotto la Ragione, in piazza Vecchia, troverebbero la loro sistemazione statue e busti di personaggi storici arte/cultura/spirito: con il Tasso che già c’è, metterei il conte Carrara cotonato, attualmente nascosto come un guardone nei giardinetti tra la Carrara e la Gamec (lo metterei ad osservare la linea dell’orologio solare) con papa Giovanni (che nessuno sa dove mettere) e il Ruggeri da Stabello di piazza Pontida, e la Nike del Creberg e l’arlecchino gitano…
2) alla Rocca: tutti i militari, il Vittorio Emanuele, il Garibaldi (tirato giù dal piedistallo dell’omonima rotonda) il mezzobusto di Locatelli (strappato dalla fontana di via Locatelli) il Francesco Nullo e i fratelli Calvi di piazza Matteotti-Sentierone e naturalmente anche il partigiano impiccato di Manzù.
3) nell’ex bosco faunistico ai piedi della Rocca, attualmente scavo-voragine, ecco l’occasione per realizzare il “parco degli alpini”, dove piazzare l’Alpino di piazzale degli Alpini, più quello di piazza Risorgimento-Loreto, più tutti gli alpini di paese che volessero aggregarsi nella scalata, così da liberare tutti i paesi della provincia da questi monumenti e restituire loro lo “spirito di corpo”
> L’assessore alla scultura dovrà altresì occuparsi dei lavori di spostamento-assembramento del popolo di pietra, eliminare tutti i segni inutili/effimeri (come i totem, i piedistalli, etc), fare insomma un lavoro di ecologia semiotica dell’arredo urbano, e al contempo pensare a questi nuovi spazi espositivi come nuovi musei o percorsi di scultura.
> Infine, non meno importante, l’assessore alla scultura si occuperà delle principali rotonde urbane (come la Rotonda delle Valli, di Longuelo, dell’autostrada, il rondò dei Caniana) nelle quali saranno sistemate tutte le statue minori, appiedate, a significare i poveri pedoni accerchiati dalle auto selvagge,
> ma anche nuove realizzazioni ad hoc, come le sculture dedicate ai caduti della strada, da realizzarsi con vere carcasse di autoveicoli incidentati (rinnovabili) a ricordo dei giovani morti sulla strada, e con funzione di monito alla prudenza, in sostituzione degli insulsi messaggi attualmente affidati ai pannelli luminosi, poco empatici.
Dunque, in un colpo solo, e quasi per magia, come un bravo arredatore, l’assessore alla scultura libera 19 piazze, crea 3 musei e dà senso a 4 rotonde.
Il prossimo assessore alla cultura dovrebbe dirci al più presto che intenzioni ha riguardo alla più pesante, antica e appariscente forma di cultura urbana, la scultura.
Quello che abbiamo avuto in questi anni è riuscito, per magia, a riempire la città di totem, cioè sculture allo stesso tempo invadenti nello spazio ma incapaci di durare nel tempo, dunque soltanto inquinanti.
(imago: la Loggia della Ragione, elaborazione by Athos Mazzoleni-Food for Eyes)
I totem testimoni dello sfacelo Bergamo capitale della cultura potrebbero anche restare, basterebbe che si concedesse ad artisti di poterli rielaborare.
Ogni totem, un artista, ogni mese. Forme in divenire.