assessorato alla scultura

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LOGGIA-1

parlando con athos mazzoleni (candidato in comune bg nella lista 5 stelle) di cultura e scultura, sulla base dell’argomento del giorno (la statua di san G23 che nessuno vuole o sa dove mettere)

si tocca in realtà un tema apparentemente marginale, ma aperto e irrisolto, e cioè: hanno ancora senso oggi le sculture commemorative, celebrative, figurative?

i “moderni” vorrebbero i luoghi pubblici liberati dalle mummie di marmo, gli “antichi” invece amano questi simulacri dei grandi del passato,

in realtà, un “assessore alla scultura” dotato di cultura potrebbe risolvere il dilemma scultura sì – scultura no con un compromesso virtuoso, antico, ovvio e geniale:

> a Firenze 500 anni nasceva il primo museo del mondo, la Loggia dei Lanzi, in piazza della Signoria, dove le sculture sono raccolte ed esposte sotto un grande loggiato, protette dalle intemperie ma esposte al pubblico,

raccogliere le sculture in spazi dedicati significa sollevare sia le opere che gli spazi urbani dal superato intento retorico della scultura di piazza,

in questo modo accontentiamo tutti, e probabilmente anche le opere, meno esposte alle intemperie, sia meteo che human,  affrancate da compiti politici-didattici, e soprattutto liberate dal peso della solitudine: nessuno pensa mai all’estrema solitudine di una statua, sola al centro di una piazza, in eterno!

d’altra parte, spesso queste figure isolate e dominanti sono piuttosto sinistre e sembrano quasi portare sfiga e tormenti: riunirle sarebbe un modo per restituire loro umanità e socialità positiva,  quasi come una “compagnia” che si ritrova “sotto la Ragione”, in conclamata follia, come simpatici matti in parlatorio,

> l’assessore alla scultura dovrà occuparsi di stilare progetti di riposizionamento, diciamo, identificando uno o più spazi possibilmente protetti ma non chiusi, dove “raccogliere” le statue, che in questo modo potrebbero farsi compagnia, parlarsi, avvicinare la distanza del tempo nella prossimità della materia,

1)   nel Loggiato della Ragione, sotto la Ragione, in piazza Vecchia, troverebbero la loro sistemazione statue e busti di personaggi storici arte/cultura/spirito: con il Tasso che già c’è, metterei il conte Carrara cotonato, attualmente nascosto come un guardone nei giardinetti tra la Carrara e la Gamec (lo metterei ad osservare la linea dell’orologio solare) con papa Giovanni (che nessuno sa dove mettere) e il Ruggeri da Stabello di piazza Pontida, e la Nike del Creberg e l’arlecchino gitano…

2)   alla Rocca: tutti i militari, il Vittorio Emanuele, il Garibaldi (tirato giù dal piedistallo dell’omonima rotonda) il mezzobusto di Locatelli (strappato dalla fontana di via Locatelli) il Francesco Nullo e i fratelli Calvi di piazza Matteotti-Sentierone e naturalmente anche il partigiano impiccato di Manzù.

3)   nell’ex bosco faunistico ai piedi della Rocca, attualmente scavo-voragine, ecco l’occasione per realizzare il “parco degli alpini”, dove piazzare l’Alpino di piazzale degli Alpini, più quello di piazza Risorgimento-Loreto, più tutti gli alpini di paese che volessero aggregarsi nella scalata, così da liberare tutti i paesi della provincia da questi monumenti e restituire loro lo “spirito di corpo”

> L’assessore alla scultura dovrà altresì occuparsi dei lavori di spostamento-assembramento del popolo di pietra, eliminare tutti i segni inutili/effimeri (come i totem, i piedistalli, etc), fare insomma un lavoro di ecologia semiotica dell’arredo urbano, e al contempo pensare a questi nuovi spazi espositivi come nuovi musei o percorsi di scultura.

> Infine, non meno importante, l’assessore alla scultura si occuperà delle principali rotonde urbane (come la Rotonda delle Valli, di Longuelo, dell’autostrada, il rondò dei Caniana) nelle quali saranno sistemate tutte le statue minori, appiedate, a significare i poveri pedoni accerchiati dalle auto selvagge,

> ma anche nuove realizzazioni ad hoc, come le sculture dedicate ai caduti della strada, da realizzarsi con vere carcasse di autoveicoli incidentati (rinnovabili) a ricordo dei giovani morti sulla strada, e con funzione di monito alla prudenza, in sostituzione degli insulsi messaggi attualmente affidati ai pannelli luminosi, poco empatici.

Dunque, in un colpo solo, e quasi per magia, come un bravo arredatore, l’assessore alla scultura libera 19 piazze, crea 3 musei e dà senso a 4 rotonde.

Il prossimo assessore alla cultura dovrebbe dirci al più presto che intenzioni ha riguardo alla più pesante, antica e appariscente forma di cultura urbana, la scultura.

Quello che abbiamo avuto in questi anni è riuscito, per magia, a riempire la città di totem, cioè sculture allo stesso tempo invadenti nello spazio ma incapaci di durare nel tempo, dunque soltanto inquinanti.

(imago: la Loggia della Ragione, elaborazione by Athos Mazzoleni-Food for Eyes)

adv bg2013

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sangiovanni2

immagino l’aereo biplano Ansaldo di Antonio Locatelli, quello vero, non un totem,

esposto come e dove si deve, in una bolla, cupola o piramide di vetro sullo spalto più alto delle mura, e in modo permanente,

a significare lo spirito bergheimer: capace di costruire mura dalle quali spiccare il volo!

Visibile dall’autostrada, un intervento di questo genere, costerebbe meno e avrebbe più effetto e significato  delle centinaia di effimeri totem disseminati in città.

il caccia/ricognitore A1, il primo aereo militare italiano, soprannominato Balilla come il ragazzino-intifada genovese che innescò la rivolta contro gli austriaci,

fu costruito dall’Ansaldo, progettato da Umberto di Savoia, collaudato da Francesco Baracca e portato a imprese folli dal mitico “bergheimer” Antonio Locatelli, 3 volte medaglia d’oro al valor militare, che infine lo donò alla città.

venduto in centinaia di esemplari all’aviazione polacca, greca, messicana, lettone, russa e utilizzato dall’aviazione sovietica fino al 1928,  

per decenni pezzo forte del museo storico della Rocca, attualmente “esiliato” al museo del falegname di Almenno, quello di Locatelli è uno dei 2 esemplari originali rimasti al mondo, oltre alla riproduzione fedele realizzata dagli americani ed esposta a New York. 

Sarebbe ora di farlo diventare il monumento “aereo” che la “città della cultura” dedica a tutti coloro che osano “spiccare il volo” per “volare più alto”.

Imago by Athos Mazzoleni – FoodForEyes

manifesto turbo comunista art.1

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tcFR

Manifesto TurboComunista

con contributi ExtraDemocratici e IperFascisti

1 – Uno spettro si aggira per l’Europa

è lo spettro dell’ipercapitalismo –

è la voragine del debito della finanza del petrolio –

è il panico delle catastrofi finanziarie ed ecologiche e sociali che ci travolgeranno –

la catastrofe psichica è già arrivata ––

viviamo nella società dello spettacolo, l’ultimo spettacolo –

stiamo entrando nella fase di estinzione dell’homo sapiens –

il Made in Italy era il canto del cigno –

già oggi i farmaci il sesso le droghe e lo smaltimento rifiuti unici settori sani dell’economia –

la pulizia del design non arresta la polvere –

non sappiamo che fare, compagni –

siamo in trappola, camerati –

non c’è speranza, fratelli –

anche i sensi di colpa si possono pagare a rate –

le rate sono inesorabili –

il mondo è intorno a te –

la vita ti sfugge in diagonale –

che fare?

(testo by Sean Blazer alias Leone Belotti alias CalepioPress

efffigie Int.Turbo Com by Athos Mazzoleni,

articoli del Manifesto TurboCom già pubblicati: 2-3-10-17-18

https://calepiopress.it/2013/01/25/preview-manifesto-turbo-comunista/

https://calepiopress.it/2013/03/12/contributo-iper-fascista-al-manifesto-turbo-comunista/

https://calepiopress.it/2013/03/01/la-proprieta-intellettuale-e-un-furto/

https://calepiopress.it/2013/02/15/e-ora-di-occupare-gli-spazi-pubblicitari/

 

absit foeminicidium vestis

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frontepierina

(“Anima Virgo- absit foeminicidium vestis”, immaginetta della Beata Pierina Morosini       by Athos Mazzoleni – sul retro preghiera latino/italiano by Leone Belotti, opera presentata a Naturalmente2013, Albino, Bergamo) 

maleficos homines timere nolite

viva voce visu alto in praetura eos nominate

coniuges patres fratresque denuntiate

animam virginem in stuprato corpore tenete

famelicas bestias timere nolite

cum verbis et ungulis malos fugate

cum rotulis et gomitis pravos colpite

cum sica et absintio feras ferite

corpus vestrum nolite timere

corporalia signa sicut naturalia audete

quinque sensa in sexto gaudete

libera mente anima et corpo amate

damnationem nostram timere nolite

mulierem libertatem proclamate

cras recte maior quam hodie iurate

gratias ferentes foeminatae ite

ITALIAN VERSION:

non abbiate paura degli uomini malvagi, fate i loro nomi in pretura a testa alta e con voce forte, denunciate mariti, padri e fratelli, tenete un’anima vergine nel corpo violato

non abbiate paura delle bestie affamate, mettetele in fuga con le grida e con le unghie, colpite i depravati con ginocchiate e gomitate, ferite le bestie feroci con il coltello e con il gas narcotico

non abbiate paura del vostro corpo, ascoltate i segni del corpo come fenomeni naturali, godete dei cinque sensi con un sesto senso, amate anima e corpo con mente libera

non abbiate paura della nostra condanna, proclamate la libertà della donna, impegnatevi ogni giorno ad aver più dignità, andate nel mondo con grazia femminile

 

fumus in oculis et focus in anima

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iconaOK

simulacra sive imagines sive medicinae

sive proiectiones extra corporea

simul aditus avernii et iter caeleste versus sunt

le sostanze psicotrope, che siano immagini o medicine o proiezioni psichiche possono condurre allo stesso tempo all’ingresso degli inferi e alle vie del cielo

vestitus sive gemmae sive signa

sive statuae sive picturae sive spectacula

misera simulacra sunt acta alios versus

l’abbigliamento, i gioielli, i sigilli, le statue, i dipinti, gli spettacoli sono povere apparenze ostentate in funzione degli altri,

majorana sive sabatius sive psilocybes

sive setanion sive vinum sive oppium

divina simulacra sunt acta te ipsum versus

la maggiorana, il sabazio, le psilocibe, il setanion, il vino, l’oppio sono sostanze divine attive su te stesso,

ergo

causa tumultorum pavor et  civum conscientia livellanda

mancipia municipia leges sumptuarias

et leges prohibitionistas promulgant

emancipatae civitates autem nulla timendo

et misera et divina simulacra tollerant

perciò le municipalità sottomesse per la paura di insurrezioni e per appiattire la coscienza civica promulgano leggi suntuarie (contro l’esibizione del lusso)  e proibizioniste; mentre le comunità evolute senza alcun timore tollerano sia l’esibizione delle apparenze che l’uso di sostanze divine,

corrupta societas est illa in qua tota simulacra externata sunt

pro coactione plebis et ipso modo interiora simulacra prohibita sunt

et perniciosa vitia appelata

è corrotta quella società nella quale ogni simbolo è in funzione della sudditanza di massa e le sostanze psicotrope vengono etichettate come vizi nocivi, 

vestitus ornatus misera forma est

et fumus in oculis

oppium fumatum divina substantia est

et focus in anima

l’abito elegante è povera forma e fumo negli occhi, l’oppio fumato è sostanza divina e fuoco nell’anima,

solida natio corporis simulacra sobrietate producit

dum animae simulacra bene et libere inducit

la nazione compatta esterna in sobrietà le apparenze corporali e assume in libertà le buone sostanze dell’anima

ergo

bonis catholicis apostolicis romanis

regula ethica prima sobrietas in vestito est

et secunda profusio in oppio

pertanto per i cattolici apostolici romani la prima regola etica è la sobrietà dell’abito e la seconda l’uso dell’oppio a profusione.

 > il frammento”Fumus in oculis et focus in anima”, noto anche come  “argomento teologico per la conformità ecumenica di oppiacei e allucinogeni”,

attualmente oggetto di studio del Sant’Uffizio su indicazione del Santo PAdre in vista della della pubblicazione apostolica,

è tratto dall’enciclica Rerum Novissimarum di LeoneXIV – Archivi Vaticani – LXIV-RNSS-19

Imago: Icona “Gesù con Maria”, dalla raccolta “ars sacra novissima”, by Athos Mazzoleni – http://www.foodforeyes.com/

 

 

 

100 anni senza una risata

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Potafiga2013

storia surreale, e vera, di giovani e vecchi, in 3 atti:

antefatto, scandalo, paradosso;

antefatto: in occasione dei suoi primi 100 anni una gloriosa squadra di calcio della valle seriana promuove una mostra collettiva d’arte contemporanea dal titolo “Gioco d’artista” e invita pittori, fotografi, scultori e performer a creare un’opera ad hoc e a condividere il nobile intento di donare il ricavato alla casa di riposo.

scandalo: ricevuto l’invito, vado a dare un’occhiata al sito web,

e tra uno sponsor e l’altro, trovo questo gesto, questo sberleffo nella foto ufficiale della squadra juniores, dove uno dei ragazzi si esibisce in un gestaccio,

subito lo mostro ad Athos Mazzoleni, dicendo: “eccolo qui il gesto artistico, la bravata del giovane calciatore che con un segno indecente e atavico reclama il massimo bene, la massima autenticità,

il goal, la figa, i sogni, la gloria, e giocare in squadre di un certo rango, come il Benfica e il Botafogo, ecco lo spirito del Potafiga Fubal Club!”  A questo punto occorrerebbe un gesto grafico, un intervento per significare questa autenticità originaria del calcio pota-figa-goal, lontano anni luce dal calcio-business “recitato” in tv da calciatori, addetti stampa e sponsor.

E così Athos prende il mouse, e crea un cartellone “spazio libero” sul soggetto in questione, a contrasto con i cartelloni degli sponsor. L’opera “Spazio libero” può dirsi nata. Genere: poster d’artista.

Poi, considerando la richiesta di donare eventuali ricavati alla casa di riposo, decidiamo di stamparne in quantità, opera multipla,

perchè tutti, giovani e meno giovani, possano avere con €5 il poster del Potafiga Fubal Club, da appendere  insieme alla   squadra del cuore, appena più in basso, e contribuire così all’iniziativa benefica.

Con grande entusiasmo, prima di andare in stampa, contattiamo la società per concertare l’operazione, che è un’operazione “ironia-beneficenza”, e magari trovare un appoggio tra i tanti sponsor della società. Invece: scandalo! La “provocazione è troppo pesante”.

Sia il fotografo, che ha scattato l’immagine, che il web master, che l’ha inserita nel sito, in tutti questi mesi non avevano notato il gesto, e tantomeno i dirigenti della società.

Ci viene chiesto di “fare qualcos’altro”. Cioè: un presidente di una squadra di calcio di paese  chiede a un artista che ha esposto alla Biennale (Athos Mazzoleni) di “fare qualcos’altro di meno offensivo”.

Paradosso: realizzare a scopo benefico un’opera giocosa ad hoc, per una mostra dal titolo “gioco d’artista”, e riuscire a farsi censurare dalla società stessa che ha organizzato la mostra e ti ha invitato a partecipare,

se sei un artista hai licenza di prendere in giro chi vuoi, anche violentemente, Berlusconi, il Pd, il Papa: ma non ti permettere di toccare il calcio, nemmeno con affetto, tantomeno con ironia, stiamo scherzando?

Ad ogni modo, abbiamo eliminato il titolo “Potafiga Fubal Club” e rinunciato all’edizione multipla (denunce ne abbiamo già abbastanza). Al momento non sappiamo ancora se l’opera sarà esposta.

L’inaugurazione della mostra “Gioco d’artista” sarà domani sera,

venerdì 24 maggio 2013 alle h20.30 al Centro Cultura di Nembro,

è previsto un ricco buffet di alto livello, e anche artisti di un certo nome (Ugo Riva, Claudio Granaroli, Paolo Facchinetti)

dunque accorrete numerosi, ma niente sorrisini, mi raccomando,

il calcio è una cosa seria, ufficiale, come la cultura e l’arte!

(Imago: Athos Mazzoleni e Leone Belotti “Potafiga Fubal Club 2013” )

2013-05-24_A3FR_GiocoDArtista_web

un’impresa da Nullo

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NulloChe

Quando le autorità intercettano le lettere, è l’ora di posare la penna, e impugnare le armi.

Non serve Wikipedia, non basta Facebook per scoprire il padre, l’idolo di tutti i rivoluzionari moderni – Lenin, Mao e Che Guevara compresi – l’inventore dell’armata rossa, “il più bello dei mille”, il più incosciente, il più garibaldino: Francesco Nullo.

Per accedere al profilo Nullo, occorre qualche megabyte di follia, e la connessione lenta, occhi chiusi, capacità di regredire, e  risvegliare “lo spirto guerrier ch’entro mi rugge” per tornare a quei giorni, quell’anno diventato un programma, il 48.

Avere vent’anni e il futuro davanti, l’azienda di famiglia, e mollare tutto, a Milano al galoppo, sulle barricate delle cinque giornate: se la vostra coscienza vi dice di andare, andate! Si tengano i loro titoli, noi mostreremo quello che siamo!

Ferito, arrestato, liberato, eccolo tornare all’azienda, renderla florida, poi di nuovo a combattere, con i Cacciatori delle Alpi, cioè a “inventare” la moderna guerriglia partigiana,

quindi leader dei Mille, promotore dell’impresa e creatore delle camicie rosse divenute la divisa di tutti  i rivoluzionari (tinte a Gandino, con il rosso scarlatto usato per i paramenti sacri, e confezionate in S.Orsola, dalla fidanzata Celestina Belotti).

Più di 300 dei Mille erano bergamaschi, arruolati da Nullo in città alta, al Caffè del Tasso, ma il cuore dell’impresa è la Compagnia di Ferro, ottanta ragazzi, tutti studenti o artigiani, età media 22 anni.

Quel giorno a Calatafimi  la battaglia è ormai persa, la spedizione un fallimento, ma Nullo non ci sta, esce dalla trincea, e urla: Bergamasch, tocc inturen a me!,

e con una carica alla morte, ecco la Compagnia di Ferro fare breccia, e ribaltare la storia.

Poi, fatta l’Italia, fatto l’inciucio, Nullo poteva fare il ministro, l’eroe, il notabile, e invece no, disgustato dai Savoia, dalla politica, eccolo partire per un’altra guerra, proprio come farà Che Guevara,

contro i cosacchi, alla guida dei Legionari di Polonia, e morire così com’è vissuto, lanciando una carica impossibile, al grido libertà o morte!

Lo spirito Nullo è tutto in queste due scelte:  mollare tutto per amore della libertà, e non mollare quando non ti resta nient’altro che quella.

Quando il governo vedrà che volete, non oserà più insultarvi e schernirvi. Non ristate muti giovani italiani, alzatevi con voce potente!

FRANCESCO NULLO, 1826-1863,

(testo Leone Belotti/Calepio Press – imago: studio Temp per CTRL)

poscritto/retroscena “un’impresa da Nullo”:

far incontrare, o scontrare,  cultura alta, accademica, vetusta, e cultura underground, pop, giovanile è il vero lavoro degli operatori culturali:

l’idea di presentare e raccontare Nullo come icona ribelle-giovanile

è stata condivisa dapprima dai miei amici-collaboratori Calepio-Press e quindi dai miei vicini di redazione del magazine cartaceo CTRL,

piccola testata freepress indipendente di grande diffusione nel target teenager-ventenni,

che pubblica questo stesso testo come cover story del n. di Maggio.

A suo tempo, mesi orsono, sia Calepio Press che CTRL, separatamente e senza conoscersi, hanno presentato al Comune progetti di comunicazione vera, senza muffa, per tradurre i grandi personaggi storici bergamaschi nel linguaggio contemporaneo,

cioè nel web, sui social, nei luoghi di ritrovo, dove si fa musica, arte, grafica, design, immagine,

parliamo di progetti di nuova concezione, non pensati semplicemente per spendere soldi pubblici con iniziative ingessate (il libro accademico, la conferenza accademica, le celebrazioni ufficiali) ma vere e proprie start-up, in grado di coinvolgere gruppi, comunità, aziende, locali, attivando blog, producendo t-shirt, organizzando serate, concerti, happening,

il Comune non ha degnato di alcuna attenzione o risposta seria né Calepio Press, né CTRL, e tantomeno i progetti presentati,

liquidati come “bellissimi progetti, purtroppo non ci sono soldi”.

Strana risposta per idee che chiedevano in primo luogo spazi,  collaborazioni, opportunità.

Poi accade che in puro spirito inciucio la giunta di centrodestra sovvenziona (ma non avevan detto che non c’erano soldi?) una “parrocchia” culturale di sinistra, come l’Isrec (centro studi sulla Resistenza)

che in modo piuttosto opinabile (e sciatto) mette in piedi la sua propaganda di Nullo come antifascista ante-litteram, corredata da opera-performance (non realizzata) dell’artista di nome (Longaretti, il nipote) e polemica finale, con tanto di interpellanza dell’antifascista di nome (Bruni, il figlio) contro la Giunta, rea di averli… sovvenzionati

(testualmente, dal comunicato stampa Isrec: “Isrec si è trovato nell’assurda situazione di essere stato incaricato di gestire progetti sovvenzionati dal Comune che, però, durante le celebrazioni effettivamente compiute, non hanno avuto nessuna attenzione, seppure in programma”).

Da ridere, e anche da incazzarsi, se pensi che usano i soldi pubblici per lamentarsi delle cose che non hanno saputo fare (con i soldi pubblici).

Morale della favola: le iniziative sovvenzionate dalla giunta e realizzate dall’opposizione si sono risolte in beghe di potere interne al palazzo, e hanno avuto risonanza pubblica zero, partecipazione zero e capacità zero di fare “vedere” Nullo alle giovani generazioni;

la cover story CTRL-Calepio Press, considerata zero e sovvenzionata zero dal Comune, ha raccolto migliaia di consensi on line, e non solo:

il prestigioso Post, il più grande sito d’opinione in Italia, l’ha inserita tra le 10 migliori copertine in edicola in Europa (le altre: Wired, Time, The Economist, Vogue, Paris Match, Le Nouvelle Observateur, Vanity Fair, The New York Time Magazine)

che sarebbe come prendere la stella Michelin per una piccola trattoria di quartiere aperta da quattro amici in due stanze:

ignorati nella piccola città, si coprono di gloria a livello internazionale! un’impresa da Nullo!

davvero un peccato non poter vantare su questo trofeo il patrocinio del Comune di Bergamo o del comitato Bergamo2019…

e pensare che saremmo stati onorati di poterlo utilizzare anche senza alcuna sovvenzione…

per la prima volta nella mia vita mi sarebbe piaciuto poter scrivere parole come “un ringraziamento particolare all’assessore alla cultura, a quello delle politiche giovanili, a quello del turismo, al presidente dei commercianti, degli artigiani, al vescovo”

invece dico grazie ragazzi a Athos, Federico e Paolo Massimo e a Matteo, Nicola e Francesca di CTRL, e va bene così.  Leone 

libertà o morte

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NulloPoster2

il 5 maggio 1863, guidando i Legionari di Polonia a una carica “libertà o morte” contro i Cosacchi, moriva giovane e lontano dalla sua Bergamo, “il più bello dei mille”, Francesco Nullo,

eroe talmente nitido, che chiunque potrebbe appropriarsene, purchè estremo,

di estrema destra, perchè militarista, patriota, guerrafondaio, protofascista,

di estrema sinistra, perchè internazionalista, guerrigliero, insurrezionalista, e soprattutto inventore della divisa poi di tutti i rivoluzionari, la camicia rossa,

di estremo centro, perchè idealista, libertario, radicale, anticlericale, imprenditore sovversivo,

di fatto l’hanno messo in un angolo a fare la figurina del Risorgimento,

perchè Nullo oggi fa paura, uno capace di mollare tutto per la libertà, e non mollare quando  non è rimasta che quella,

uno che distribuiva volantini con scritto “quando le autorità intercettano le lettere, è ora di mollare la penna e impugnare le armi”, e così facendo ha reclutato in città 300 garibaldini su 1000

uno che poteva essere ministro, dopo aver guidato la spedizione dei Mille, e invece, schifato dai Savoia, dall’inciucio, con gli amici reduci garibaldini parte per la Polonia, perchè “dove si combatte per la libertà, là c’è la mia patria”

esattamente come  farà Che Guevara 100 anni dopo andando a farsi ammazzare in Bolivia.

Nell’immagine, poster commemorativo realizzato da Athos Mazzoleni e Leone Belotti,

rifiutato dal Comune di Bergamo, ma è comprensibile,

nel comitato Bergamo2019 la Curia è voce e sponsor principe,

e qui stiamo parlando di uno che intendeva impiccare l’ultimo papa

con le budella dell’ultimo re.

tra alt e bas

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AltBas

questa è la storia di ALT e BAS, due topi da biblioteca, tra di loro cugini,

la loro storia mi è stata raccontata venerdì scorso da GAMEC, gatta randagia, mia amica,

questi due topi da biblioteca, ALT e BAS, vivono da tempo immemorabile nella chiesa adibita temporaneamente a deposito libri della più prestigiosa istituzione culturale cittadina, la biblioteca Angelo May,

ALT vive sugli scaffali alti, BAS sugli scaffali bassi,

ALT mangia solo cultura alta, stampe d’arte, incunaboli, pergamene,

BAS mangia  solo cultura bassa, quotidiani, fumetti, elenchi del telefono,

finché un bel giorno il primo ministro, tra le tante assurdità, ha detto che con la cultura non si mangia,

a quel punto, i nostri assessori, impegnati nell’avere idee per promuovere la città a capitale della cultura, hanno avuto un’idea geniale:

trasformare la biblioteca in una sala banchetti ed eventi, per mangiare!

e trasferire tutti i libri in un capannone in disuso in periferia,

ALT e BAS allora hanno scritto un comunicato congiunto dove dicono:

“cari assessori, non avete capito niente, vi garantiamo che con la cultura si mangia,

si mangia meglio, e si mangia tutti, si mangia meno e si vive meglio;

ma soprattutto non avete capito niente dei vostri amati turisti,

il fatto è che voi assessori, siccome siete ignoranti e mangioni, pensate di attirare il turista di cultura con la cultura della polenta e coniglio,

se invece foste persone che amano la cultura, sapreste che non si fanno duemila chilometri e si spendono duemila euro per guardare i videowall masticando pancetta e taleggio,

ma per respirare e mangiare la cultura vera, i veri libri antichi, le vere pietre antiche…”

Giustissimo! ho detto io, diffondiamo questo comunicato!

Purtroppo, mi ha riferito GAMEC scuotendo la testa,

dopo aver scritto il comunicato, per verificarne la bontà, se lo sono mangiato.

La verità, ha aggiunto col suo solito cinismo leccandosi i baffi

(essendo venerdì, era appena stata a ravanar fuori le alici marinate dall’umido della curia)

è che il vecchio topo da biblioteca è destinato a estinguersi

divorato dai miliardi di mouse di wikipedia.

imago by Athos Mazzoleni

http://www.foodforeyes.com/

 

adv bambini

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ModaChiama

sul viale del cimitero, al posto della donna dalle perle in bocca che ci invitava bassamente allo shopping selvaggio a Oriocenter, è apparso un nuovo mega-manifesto, di tono più elevato,

(e più grande, in metri quadrati, dei bilocali in cui viviamo noi comuni mortali);

da un telefono azzurro, è la moda che vi chiama, bambini, al Franciacorta Outlet Village,

un borgo agricolo ricostruito finto, tipo parco giochi per bambini, con parcheggi, parquet e telecamere,

e tutte le boutique e i negozi monomarca al posto delle stalle, dei pollai, dei fienili,

e le commesse di marca al posto dei contadini,

e la security con gli auricolari al posto del fattore col frustino;

e quello che vuole dirvi la Moda, bambine e bambini di 6-60 anni, è che voi siete le mucche, le galline, i conigli, i maiali, carne da macello, da latte, da ingrasso, capite,

la Aberdeen Asset Management, proprietaria dell’Outlet, amministra 250 miliardi di euro, e può mangiarsi interi stati africani a colazione,

perciò all’outlet troverete anche i comici di sinistra, di Zelig, di Colorado caffè, pagati per farvi divertire

e non farvi pensare cosa è davvero oggi il Made in Italy,  la punta dell’iceberg del più insostenibile e deleterio assetto sociale possibile, con la miseria di moltissimi asservita al lusso di pochissimi;

ridete, e non ascoltate le prediche  dei vetero-sociologi

(abbiamo inventato la democrazia, l’industria, il socialismo, l’informatica per ridurci a un nuovo medioevo

dove la massa schiavizzata, succube della superstizione e adoratrice di feticci – moda, calcio, lotterie – permette alla nobiltà il potere assoluto e la dissipazione vistosa del bene pubblico);

venite al’outlet, bambini, poveri e numerosi,

qui potete pagare una polo o un jeans costati 5€ in produzione fino a 20, 50, 100 volte tanto, ma pur sempre meno di quel che li paghereste nel quadrilatero della moda,

in via della Spiga, in via Montenapoleone, lì sarebbe meglio che voi non ci andaste, non sono posti per voi, sono posti per adulti,

voialtri, bambini, ascoltate il telefono azzurro, venite a giocare con i vestitini e le bambole, e portate pure qui, all’outlet, il vostro piccolo contributo al Made in Italy,

al nobile scopo di arricchire sempre più un’esigua minoranza di grandi parassiti che hanno finanziamenti record dalle banche e impiegano i loro utili record per costruire alberghi a Dubai

mentre in Italia i pensionati si suicidano a causa dell’inps, gli artigiani a causa di equitalia, i disoccupati, i precari, gli esodati a causa dell’euro,

il vero problema, bambini, è che l’eleganza e lo stile che aveva vostra nonna, che in quelle cascine dove oggi venite a fare shopping  era la matrona del focolare, voi ve la sognate;

e la grinta e il fascino che avevano vostra madre e vostro padre, quando negli anni settanta interpretavano davvero lo spirito ribelle oggi ricotto a pura immagine di moda, voi ve lo sognate;

perciò, visto che vi piace tanto sognare, bambine e bambini, e nella realtà non valete niente, venite a sognare al Franciacorta Outlet:

se invece vi svegliate, quando la moda vi chiama da Dubai o da Rodengo Saiano, ditele di andare a quel paese,

e se poi osservate la location dell’affissione (affacciata sul cimitero, forse l’unico spazio urbano rimasto senza pubblicità) capirete che è meglio non alzare proprio quella cornetta,

perché quando la Moda vi telefona promettendovi sconti del 70%,

state pur certi che poi vi passa sua sorella, la Morte

che non fa sconti.

(tratto da: seminari di decontminazione adv;  esercizi DDD  denigrazione d’assalto difensivo; Sean Blazer: “La nuova pubblicità per bambini”,

post sponsored by Just Leopardi Baby, competitor di Just Cavalli nel jeans maculato,

 pubblicato su licenza Leopardi Moon Fashion Group by Calepio Press )