morituri te salutant ex bergomi scaliis

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ScalettCondannato

100 gradini, la scaletta del condannato, che permette l’accesso diretto alla rocca di bergamo dal sottostante chiostro di san francesco,

cosiddetta perchè da qui sono passati i martiri del risorgimento, incarcerati in san francesco, e giustiziati in rocca,

la scaletta più significativa di bergamo alta, inaccessibile da anni (causa parcheggio-frana)

potrebbe, dovrebbe essere valorizzata come il nostro “ponte dei sospiri”,

potrebbe, dovrebbe essere il fulcro di un percorso museale-turistico logico, funzionale, tra le due aree dl museo storico, attualmente separate, con ingressi lontani, mentre storicamente sono un unico complesso,

il museo storico della città è un piccolo miracolo di efficienza, risulta tra i migliori d’italia per offerta di servizi didattici alle scuole, eppure si trova ad operare con questa assurda frattura, inconcepibile,

come se le scale interne dell’oriocenter fossero chiuse da 5 anni, e per andare da un piano all’altro si dovessero percorrere ogni volta due chilometri per raggiungere i rispettivi ingressi posti su lati opposti, te l’immagini?

eppure questi amministratori sono gli stessi che intendevano gestire la cultura come un business!

dalla scaletta del condannato si può “ammirare”, sulla sinistra salendo,  la voragine-frana ex bosco faunistico, che ha minato la stabilità di tutta l’acropoli-rocca,

sul banco degli imputati, metto la giunta veneziani, che ha concepito il progetto del parcheggio sotto la rocca, la giunta bruni, che l’ha messo in opera (fingendo di non poterlo evitare, e non era vero, e oggi lo sappiamo), la giunta tentorio, che non ha fatto niente in 5 anni,  e anche la prossima giunta, quale che sia, dal momento che nessuno dei candidati sindaci ha sinora speso 1 parola sulla questione della rocca!

Questa scaletta è la scaletta simbolo dell’insipienza municipale bi-partisan, è il simbolo di un incredibile patrimonio storico-architettonico incredibilmente inutilizzato e mandato in rovina,

questo cancello chiuso è il simbolo di tutti i passaggi chiusi, le scalette, i camminamenti, i cortili che se aperti e curati renderebbero bergamo alta un modello unico di città storica,

e penso anche al viale delle mura, terrazza dell’umanità, ridotta a inutile strada asfaltata,

e penso soprattutto alle piazze più belle di città alta, mercato del fieno, rosate, mascheroni, angelini, utilizzate come parcheggi!

per 1 piazza usata come piazza (vecchia) ne abbiamo 4, di valore storico-architettonico e scenografico pari o superiore, adibite a parcheggi!

bergamo alta potrebbe ospitare con più senso, qualità e vantaggi per tutti il triplo delle persone che oggi si accalcano nell’unico percorso pedonale, la corsarola-colleoni, utilizzata come una qualsiasi galleria commerciale, mentre intorno ci sono aree enormi precluse alla fruizione di cittadini e visitatori (ex carceri s.agata, parco rocca, seminario, più tutte le piazze-parcheggio suddette)

davvero non mi capacito di come pensassero di fare la capitale culturale con le app e i totem, con tutto quello che ci sarebbe da fare!

Per riaprire questa scaletta, questo cancello, cosa serve, la maggioranza di destra, di sinistra, la sovrintendenza, l’ordine degli architetti, la curia, le banche, l’università, l’ascom, confindustria, o basta una tenaglia, una spallata?

morituri te salutant lectorem historiae ignarum

hac olim pro patria martires scalas ascendebant

ex sancti francisci carcere ad arcem capite damnati

hodie situs oblitus et derelictus ita ut patrum memoria

ergo damnatus sit iniuriis et contumeliis bergomi civis primus

nisi hoc sacer aditus patefactus et transitus fas statim erit ut semper fuit

coloro che vanno a morire ti salutano lettore ignaro della storia

per di qua un tempo i martiri condannati a morte salivano i gradini dal carcere-chiostro di san francesco alla rocca

oggi è un luogo dimenticato e abbandonato così come la memoria dei padri,

perciò sia dannato alle offese e agli insulti il sindaco di bergamo se questo sacro ingresso non sarà subito accessibile e aperto come è sempre stato

(ph CalepioPress: la scaletta del condannato, Bergamo, 100 gradini tra il chiostro di San Francesco e la Rocca)

 

 

Bg 2019 stand up

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BgKaput

get up, stand up for you right

invito alla rivolta morale, culturale, politica,

invito rivolto a tutti i delusi, amareggiati, arrabbiati  e indignati per la vicenda Bg 2019:

riuniamoci in assemblea pubblica – forza pubblica per la costituzione di un comitato popolare Bg2019 stand up,

per sollevare questioni, incarichi, soldi: arrivano molte richieste di:

1) dimissioni dell’assessore/cultura Sartirani e/o del sindaco (e proposte di sua sostituzione con un soggetto collettivo, un comitato pubblico, di salute pubblica, da qui l’idea della “stand up” Bg 2019 ignoranza/pianoB)

2) immediato congelamento, o contrlollo e trasparenza  del budget Bg2019 + blocco dei pagamenti al “team internazionale”

(nota1: qualcuno teme che questi geni siano stati capaci di essersi già impegnati anche per i prossimi anni

nota2: il Comune quest’anno ha stanziato  €800.000, di cui €300.000 già spesi per la parcella faraonica al team Olivares&friend per il progetto “oltre le mura” e €87.000 in “comunicazione”, cioè sito, conferenze stampa e totem.

nota3: Siena non ha stanziato 1€ in spese di promozione-pubblicità, perchè “la città e la cultura non sono merendine”).

3) ergo, la richiesta è: utilizzo pubblico, intelligente, trasparente di “quel che resta del budget” per progetti condivisi dal comitato

ad esempio (prime proposte giunte):

– convention “pianoB”, raduno di sviluppatori del concept “città d’arte socio/eco-sostenibile” con coinvolgimento di tutte le 20 città bocciate, da svolgersi la settimana precedente Bg Scienza, a margine del festival ignoranza

– festival dell’ignoranza: tema della prima edizione “elogio della sana ignoranza” (proposta di adibire Casa Suardi a sede aperta organizzazione “festival dell’ignoranza” e “convention/pianoB”)

> fattore eccitante: l’invito, l’azzardo è proprio questo: ripartendo dalla consapevolezza della nostra ignoranza, facciamola davvero, con tipica follia bergamasca, la città partecipata, la città modello del cambiamento,

> obiettivo culturale: mostriamo alle istituzioni di cosa è capace questa “cittadinanza operosa”, accusata di freddezza e scarsa partecipazione dai suoi stessi amministratori,

> unica condizione richiesta per entrare nel comitato, proporre progetti e partecipare al cambiamento:  non aver preso parte né  sostenuto il Bg2019 ufficiale

> ne consegue che tutti i grandi sponsor, istituzioni, industriali, commercianti,

università, curia,  eco, corriere, banche etc sono esclusi in partenza!

e già questo questo è un bel risultato culturale:

la vera cultura e la sana ignoranza plebea a braccetto trionfanti sulla finta cultura e sull’ignoranza insana dei patrizi

> festival dell’ignoranza + pianoB è il vero concept consapevole e condiviso,

non interessa a nessuno invitare vip con libri snob in palazzi-prestigio,

si vogliono  spazi e possibilità per “fare le cose per bene”

giovani, anziani, artigiani, contadini urbani,

capacità, talenti, professioni, risorse e persone emarginate

è ora di prendere coraggio,

come scriveva Francesco Nullo organizzando l’impresa dei Mille “non state muti, giovani italiani, alzatevi con voce potente,

quando il governo vedrà che volete, non oserà più insultarvi e schernirvi”

sono le stesse parole riprese da Bob Marley: get up, stand up for yor rights

> ignoranza e cultura messe insieme producono i veri fermenti, rinasce l’idea dell’occupazione, ma dotata di progetto:

abbiamo grandi spazi pubblici “sequestrati” dalla burocrazia pubblica (Montelungo, ex-carceri, Astino, ex-riuniti) e destinati a degrado e abbandono secondo il ciclo della speculazione immobiliare,

c’è l’idea diffusa di liberare uno a uno questi spazi, occorre portare semi, piante, animali, vanghe, rastrelli, aprire le porte, è questo che sta nascendo dal prendere sul serio il concept “Bergamo oltre le mura”,

via l’asfalto, via gli ecomostri, via i sigilli, via il cemento,

viale delle mura pedonale, borghi e luoghi storici curati nell’anima,

ripiantumazione alberi nel parco della Rocca (c’è chi vuole farlo anche direttamente senza budget in modalità guerrilla gardening massivo)

progetto occupazione “social-start up” caserma Montelungo (o Astino? o ex Ospedali?) e trasformazione esemplare in cascina urbana galline-orti-cultura (!)

troviamoci la notte di Santa Lucia in un odi questi siti

sarà il nostro regalo alla città

un bel terremoto

i bergamaschi hanno bisogno di un terremoto per tirare fuori creatività e solidarietà.

(imago: minatore bergamasco che spacca pietre in miniera bergamasca, cioè nostro nonno, proposta come locandina di Bg2019 Stand Up,  foto by Bepi Merisio “Terra di Bergamo” )

claudia, chicca e milly

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sartirani

tre notizie del giorno (da Bergamo News), tre donne che fanno cultura a Bergamo:

1)   la Claudia (Sartirani, assessore alla cultura): “mi piacerebbe organizzare un concerto dedicato e offerto ai bergamaschi. Un nome? Claudio Baglioni sarebbe molto bello… un sogno…manca poco”.

Un dubbio: quando dice “offerto ai bergamaschi” cosa intende, che paga di tasca sua, o che paga il Comune, cioè i bergamaschi?

2)   la Chicca (Federica Oivares) ha reso noti i costi della candidatura di Bergamo a capitale della cultura: per il 2013 sono 825.000 euro, di cui 487.000 già spesi, di cui 300.000 per il “team di progetto”, il quale progetto non è stato reso pubblico.

Mitica, quasi un milione di euro di soldi pubblici a scatola chiusa.

3)   la Milly, dell’omonimo negozio, “sfida la Bergamo bigotta”, presentando in un ristorante cittadino a 50 donne bergamasche i vibratori di “ultimissima generazione”, andati a ruba.

Forza amiche, il sogno si sta avverando, tutte insieme al concerto di Baglioni, vibratore alla mano, nella capitale della cultura!

(imago: l’ass alla cult di bergamo Claudia Sartirani)

la palestinese scomparsa in curia

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Maddokk1

…e si meravigliarono che stesse parlando con una donna…” Giovanni 4,27

Va bene, parliamo seriamente di femminicidio.

Il primo femminicidio l’hanno compiuto i Padri della Chiesa  qualche secolo dopo Cristo,

quando hanno stabilito quali fossero i vangeli ufficiali, da divulgare, e quali apocrifi, da censurare: ovvero tutti quelli dove si dava (troppo) risalto alle figure femminili, al libero amore (praticato dalle prime comunità cristiane) e soprattutto a Maddalena, la compagna di Gesù, puttana e santa: da quel momento il destino della donna è  puttana o santa.

Più di mille dopo, parallelamente alla rivoluzione scientifica, la Chiesa compie il grande femminicidio, la caccia alle streghe,

estirpando di fatto non solo tre generazioni di donne “emancipate” (o mai sottomesse) ma una cultura orale femminile che si era tramandata per secoli (alternativa, medicina naturale, non commerciale, non gerarchica, sessualmente libera)

in favore del monopolio maschile della medicina e della tecnica, e di una cultura scritta, gerarchica e sessuofobica.

Quello che fanno le donne è magia, alchimia, astrologia, superstizione.

Quello che fanno gli uomini è tecnologia, chimica, astronomia, scienza.

Le donne fanno l’amore (puttane), gli uomini fanno la guerra (santa).

Gli uomini diventano famosi abbattendo nemici, le donne no.

L’unica possibilità per una donna di passare nei libri di storia è il martirio (o il marito).

Cercando nella storia di Bergamo una donna da mettere in copertina per la capitale della cultura, non si trovano che donne uccise in quanto donne, e fatte sante,

un femminicidio senza fine, le donne vengono “uccise” e poi santificate dalla Chiesa,

a cominciare da Maria Maddalena, la compagna di Gesù, allontanata dai discepoli, censurata nei vangeli, scomparsa dalla storia, le reliquie trafugate, quindi portate dai Templari a Senigallia nel 1200. E poi il mistero.

Ho affrontato questo discorso con un vecchio monsignore.

Gli ho detto: in 2000 anni di storia di Bergamo non abbiamo una donna, e  la colpa è vostra.

Mi ha mandato a consultare i registri pastorali della Diocesi nella biblioteca Angelo Mai. Certe cose sono sfuggite anche a Dan Brown mi ha detto.

La scoperta filologica-scoop era esattamente dove mi ha indicato il monsignore: archivio Colleoni-Martinengo:

papa Sisto V anno Domini 1475, visita pastorale a Romano di Lombardia dove sono custodite le reliquie di S. Maria Maddalena, trafugate in Senigallia da Bartolomeo Colleoni nel 1444, e donate alla comunità bergamasca.

Alla fine l’abbiamo trovata la donna da copertina, il simbolo della femminilità rimossa.

Riposa in pace, Maddy, è bello sapere che sei sempre stata qui, nella capitale della cultura maschile.

(Leone Belotti, editoriale per CTRL magazine Luglio 2013, imago: Studio Temp, prove di copertina )

un tot al totem

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ColleoniKep3

500 anni fa Bartolomeo Colleoni, essendo ogni via d’acqua saldamente occupata dai milanesi, fece smontare nell’Arsenale di Venezia 30 grandi navi da guerra,

quindi, utilizzando 2000 buoi, le fece trasportare via terra (passando per Rovereto) fino al Lago di Garda, dove, rimontate e rimesse in acqua le navi, sorprese e sbaragliò con un attacco simultaneo la flotta e la cavalleria nemica.

Però! Che follia! Che idea! E che Colleoni!

Ecco cosa significa “Il cuore di un leader è la sua testa”

(calco da “il cuore di un artista è la sua testa”, Oscar Wilde, Il milionario modello):

l’idea più pazza, l’impresa più folle, se ha successo,

diventa un modello di razionalità superiore, basata su creatività e coraggio.

Quella che serve anche a fare un totem:

impossibile non notare come questo totem “Colleoni commerciale” ad uso fieristico (pubblicizza un marchio di caschi per l’equitazione)

abbia molta più efficacia di comunicazione e dignità “culturale” dei totem “istituzionali” pro-cultura disseminati a Bergamo un tot al totem.

Nei totem Bergamo2019, il testimonial (figure di santi, personaggi storici, bambini e persone comuni) pronuncia la poco significativa frase “sono pincopallino, Bergamo è la mia città”,

e nel migliore dei casi ha la tipica espressione di chi sta pubblicizzando lassativi o analgesici,

ma nel peggiore, e purtroppo parliamo del patrono della città, S.Alessandro martire,

piazzato a porta s.Giacomo, nell’aiuola dei cani, tra un lampione e una pensilina,

ha tutte le sembianze e la postura inequivocabile, specie la sera, spiace dirlo, di un trans che fa le avances:

scendendo in macchina la sera da città alta, quando i fari lo illuminano, è veramente spaventoso, e ripugnante.

Per amore della città, e rispetto verso il patrono, evitiamo di postare la foto,

pubblicando invece il più dignitoso “Colleoni commerciale” per dare l’esempio di come si possa fare un totem “didattico”, seguendo semplici regole:

un totem deve essere autorevole, avere posa “totemica”, essere dotato di un messaggio autentico e unico (se ripetono tutti la stessa cosa, santi, eroi e bambini sembrano tanti pappagallini!) e soprattutto deve stare in un punto focale, non ai bordi delle strade.

Come ha spiegato qualche secolo fa il grande esploratore  – bergamasco! – Giacomo Costantino Beltrami (che è stato il primo uomo bianco a incontrare un totem autentico, dopo aver risalito da solo in canoa il Mississipi-Missuouri per 4000 km),

per dare senso a un totem, e dotarlo dello spirito giusto, in grado di riunire la tribù,

non basta un bravo marengone, ci vuole anche un bravo stregone.

Cosa che qualsiasi guru della pubblicità sottoscriverebbe con entusiasmo,

salvo poi raffreddarsi leggendo la “clausola cherokee”:

se totem non porta pioggia, tribù scotennare stregone.

(per la storia del ribelle Beltrami, che partendo da città alta, inseguito da mandati di cattura pontifici, ha scoperto “il nord-america” ed è stato autore del primo  vocabolario sioux/inglese e coautore del primo romanzo-epopea americano, “L’ultimo dei mohicani”https://calepiopress.it/2013/03/14/bel-trami/ ) 

Bergamo commedia dell’assurdo

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DanteMart

BaDante Care&Writing Agency raccoglie l’invito del comitato Bergamo2019 a formulare idee per Bergamo capitale della cultura: ecco i punti indicati dal signor Dante A., 93 anni, ex insegnante di latino, dall’alto delle Mura Venete, nel corso dell’intervista-tour  S.Agostino-Colle Aperto-Piazza Vecchia- Corsarola (in sedia a rotelle, con l’intervistatore che spinge l’intervistato):

dal baluardo di S.Agostino indicando oltre il Pitentino:

il fatto che da anni gli extracomunitari debbano stare ore e ore accalcati sotto il sole o sottozero in coda fuori dalla Questura, sul marciapiede, è indegno di una capitale della cultura;

da porta S.Agostino, indicando la scaletta della Noca:

la più preziosa risorsa culturale della città, la Pinacoteca dell’Accademia Carrara, chiusa da sei anni per volgari beghe di potere, non può accadere in una città civile;

dal baluardo di S.Michele, indicando oltre l’area verde del parco Suardi:

la più grande area pubblica di città bassa, la Caserma Montelungo, luogo ideale per ogni attività sociale (asili, centro anziani, orti urbani) in abbandono da decenni, non è un segno di cultura urbana;

dalla piattaforma di S.Andrea, indicando la zona pedecollinare della Val Seriana :

avere alle porte della città la più grande e pericolosa industria chimica d’Italia, mi fa paura;

da porta S.Giacomo sollevando il palmo al vicino orizzonte:

avere in città la sede del più grande cementificio d’Italia, mi fa capire molte cose;

dal baluardo di S.Giacomo, levando ad alzo zero l’artiglio con gittata 3000 metri

avere il più trafficato e inquinante aeroporto da turismo-shopping d’Italia annesso al più grande centro commerciale d’Italia, mi deprime;

dalla piattaforma di S.Grata, dando le spalle al panorama, indicando il convento di S.Grata:

avere la città con la più alta percentuale di proprietà immobiliare ecclesiastica nel mondo dopo il Vaticano, è più consono a una capitale religiosa;

dal baluardo di S.Giovanni, indicando la conca d’oro:

la zona più salubre e scenografica della città, l’ex Ospedale Maggiore, luogo ideale per un vero campus universitario, oggetto di speculazione immobiliare,  in degrado e abbandono precoce, mi fa tristezza;

dal baluardo di S.Alessandro indicando il muraglione del Seminario:

Il fatto che le anime belle si dilettino nel passegiare in via Arena, la via “più poetica della città”, senza mai chiedersi perchè si chiami così, mi fa venire voglia di rivelarlo:

perché portava all’Arena Romana di Bergamo Alta, d’impianto simile a quelle di Verona e Arles, sopra il quale  hanno costruito l’ecomostro-Seminario vescovile intitolandolo al Papa Buono:

il fatto che nessuno lo sappia, che nessuno lo dica da 150 anni, mi fa specie;

da via Colleoni (corsarola) indicando il Teatro Sociale:

il più significativo luogo espositivo della città, il Teatro Sociale, sempre stato un luogo magico per mostre, ristrutturato e imbellettato e riportato in vita “così com’era”, mi fa ribrezzo;

entrando in Piazza Vecchia:

l’idea di spostare i libri dalla biblioteca Angelo Mai per usare i saloni per banchetti di nozze, mi fa venire il voltastomaco;

da Piazza Vecchia, dalla fontana del Contarini:

anche solo il fatto che abbiano avuto l’idea di piazzare Mc Donald in Piazza Vecchia al posto dell’Università, mi dà l’ulcera;

da via Gombito, davanti al negozio Kiko:

avere i negozi delle grandi catene commerciali nel cuore di città alta al posto delle botteghe degli artigiani e dei negozi storici, mi fa una pena immensa;

da Piazza Angelini:

il fatto che artisti, musicisti, scrittori di riconosciuto valore internazionale, crepino di fame, o si suicidino, o cambino mestiere, o città, mentre intere genealogie di nuovi e vecchi ricchi  ingrassano nell’ignoranza a dismisura, mi spaventa;

da via alla Rocca: 

la più rappresentativa area storica della città, l’Acropoli, la Rocca con il Parco delle Rimembranze, fatta franare dalla giunta pazza che intendeva scavarci dentro un parcheggio per vip, e abbandonata in stato pericolante da 5 anni, mi fa una rabbia indicibile;

da piazza Mercato delle Scarpe:

il fatto che per loro investire in cultura significhi mettere in piedi una lobby per comprarsi a Roma il titolo di capitale europea, per poi avere da Bruxelles  qualche sbadilata di milioni da convertire in cemento armato e asfalto  per i costruttori amici per fare strade e ancora strade con la scusa delle infrastrutture per il turismo, è un’offesa, un insulto alla cultura;

il turismo per questa gente è l’unico scopo della cultura, capisci,

d’altra parte il sesso è l’unica forma di conoscenza e d’amore che praticano,

nonostante il Papa Buono, Bergamo è oggi una moderna capitale dei vizi dell’ignoranza e dell’arroganza, il gioco d’azzardo, il lusso vistoso, la prostituzione e il suo indotto;

nei condomini in città, nei residences nelle valli, nelle strade della bassa, nei bilocali, nei locali, nei loft

la gente spende 1 per leggere libri, ascoltare concerti, vedere opere d’arte, monumenti storici o musei

e spende 100 per fare sesso a pagamento, consumare droghe, acquistare beni di lusso, vacanze esotiche, giocare a slot machines e gratta e vinci,

capisci, anche un bergamasco come me o come te, se in buona fede, deve ammettere che fare Bergamo capitale della cultura effettivamente è un’operazione culturale,

si, una commedia dell’assurdo.

 

 

tra alt e bas

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AltBas

questa è la storia di ALT e BAS, due topi da biblioteca, tra di loro cugini,

la loro storia mi è stata raccontata venerdì scorso da GAMEC, gatta randagia, mia amica,

questi due topi da biblioteca, ALT e BAS, vivono da tempo immemorabile nella chiesa adibita temporaneamente a deposito libri della più prestigiosa istituzione culturale cittadina, la biblioteca Angelo May,

ALT vive sugli scaffali alti, BAS sugli scaffali bassi,

ALT mangia solo cultura alta, stampe d’arte, incunaboli, pergamene,

BAS mangia  solo cultura bassa, quotidiani, fumetti, elenchi del telefono,

finché un bel giorno il primo ministro, tra le tante assurdità, ha detto che con la cultura non si mangia,

a quel punto, i nostri assessori, impegnati nell’avere idee per promuovere la città a capitale della cultura, hanno avuto un’idea geniale:

trasformare la biblioteca in una sala banchetti ed eventi, per mangiare!

e trasferire tutti i libri in un capannone in disuso in periferia,

ALT e BAS allora hanno scritto un comunicato congiunto dove dicono:

“cari assessori, non avete capito niente, vi garantiamo che con la cultura si mangia,

si mangia meglio, e si mangia tutti, si mangia meno e si vive meglio;

ma soprattutto non avete capito niente dei vostri amati turisti,

il fatto è che voi assessori, siccome siete ignoranti e mangioni, pensate di attirare il turista di cultura con la cultura della polenta e coniglio,

se invece foste persone che amano la cultura, sapreste che non si fanno duemila chilometri e si spendono duemila euro per guardare i videowall masticando pancetta e taleggio,

ma per respirare e mangiare la cultura vera, i veri libri antichi, le vere pietre antiche…”

Giustissimo! ho detto io, diffondiamo questo comunicato!

Purtroppo, mi ha riferito GAMEC scuotendo la testa,

dopo aver scritto il comunicato, per verificarne la bontà, se lo sono mangiato.

La verità, ha aggiunto col suo solito cinismo leccandosi i baffi

(essendo venerdì, era appena stata a ravanar fuori le alici marinate dall’umido della curia)

è che il vecchio topo da biblioteca è destinato a estinguersi

divorato dai miliardi di mouse di wikipedia.

imago by Athos Mazzoleni

http://www.foodforeyes.com/