de Accademia Carrara aeris et veritatis ore

play this post

AccCarrAllest

Un comunicato stampa del Movimento 5 Stelle di Bergamo, firmato dall’architetto Attilio Pizzigoni, informa che i lavori di ristrutturazione e allestimento dell’Accademia Carrara, preventivati in 8 mesi e 5mln euro, sono arrivati già a 5 anni e 12mln euro

(“in questo modo hanno alimentato e foraggiato amicizie e clientele, e soprattutto incompetenze e incarichi dati senza concorsi, e cattive gestioni dei soldi dei cittadini”)

ma soprattutto rivela la vera causa dell’intoppo-ritardo dell’ultimo anno, il vero motivo per cui l’allestimento virtuale in foto non potrà diventare reale a breve:

in mezzo alle pareti dove saranno appese le opere della pinacoteca ci sono i bocchettoni dell’aria condizionata

chi lo scrive, l’arch. Pizzigoni, non è l’ultimo arrivato, insegna al Politecnico e presiede abitualmente commissioni tecniche di collaudo delle opere di architettura/ingegneria,

la notizia ha qualcosa di grottesco e agghiacciante, nemmeno uno sceneggiatore di serie b riesce a immaginare una cosa del genere,

si pregano i responsabili della comunicazione di uno dei 3000 enti interessati (comune, cobe, etc) di smentire, e fornire al contempo una spiegazione plausibile.

 

la turbo fiaba accademia carrara

play this post

foto 1-1

nuova esilarante puntata della turbofiaba “Accademia Carrara” su l’eco di oggi:

sunto delle puntate precedenti: edificio solidissimo, tra i massimi musei d’arte italiani, la Pinacoteca dell’Accademia Carrara è chiusa da giungo 2008 per “lavori di messa a norma impianti” che dovevano durare sei mesi, massimo nove,

ma ogni sei mesi da orami 7 anni si annuncia trionfalmente che la data di apertura slitterà di sei mesi (per fare i lavori meglio), e al contempo si annuncia trionfalmente qualche altra spesa collaterale (come il nuovo sito, il nuovo logo, etc)

puntata di oggi: l’eco annuncia la riapertura per marzo 2015 (vedi articolo) ma nel titolo dell’articolo stesso siamo già slittati a maggio 2015!

In questi lapsus, l’eco rivela la presenza di Dio.

Nell’articolo, da sbellicarsi, da “opera comique” le dichiarazioni triumph di sindaco e assess. Nemmeno hitler a berlino o napo3 a parigi si sono lasciati andare così quando hanno rifatto la città in pochi anni!

Autorevoli voci dall’interno riferiscono invece cose scabrosissime: ad esempio che le pareti sono state trattate in modo tale che risulta impossibile appendere quadri alle pareti! Tutto da rifare!

Intanto i totem cultura BG2019 (100 in città, a 500 euro l’uno, dicunt) scaduti da sei mesi, sono stati sostituiti dai nuovi totem EXPO 2015, altrettanto insensati (pubblicizzano un museo chiuso) con lo slogan che mi sembra invece perfetto: “Accademia Carrara – Una storia che racconterai”

Su questo, non ci piove. Come ho detto, il titolo è: “la turbofiaba Accademia Carrara”

Nelle ph. reuters-postini qui sopra e qui sotto: l’eco di oggi e il totem di domani

foto 2

la partnership Carrara – Gillette

play this post

CarraraGilette2

a scuola per le notizie imbarazzanti si mandava per le classi il bidello a leggere un foglio,

similmente l’Accademia Carrara per spiegare cosa stia facendo manda avanti l’unica figura non ancora sputtanata (ad ora): l’Associazione Guide, che attraverso un comunicato stampa propone un ciclo di incontri pubblici con la “commissione scientifica”

per far conoscere il “lavoro complesso e straordinariamente delicato” svolto dagli scienziati dell’allestimento, un lavoro “spesso offuscato dalle notizie relative ai tempi del cantiere e alla forma gestionale della pinacoteca”.

Il comunicato è accompagnato da una locandina, naturalmente con il nome dell’assessore in primis, e un primo esempio visual della annunciata strategia di comunicazione innovativa

che consiste nel piazzare il nuovo logo della Carrara (la famigerata freccia-scudetto da 63.000 euro) direttamente sui quadri, a imitazione dei ragazzini e dei writers che taggano e loggano e piazzano stickers sui cartelli stradali.

Risultato: piazzate sulla barba del gentiluomo del Moroni, le freccette della Carrara sembrano lamette da barba blu Gillette, manca solo il marchio,

questo sarebbe un modo per dare visibilità ai capolavori della Carrara,

opere che da cinque anni o vengono prestate gratis o sono custodite a carissimo prezzo nei caveau delle banche cittadine, che figurano pure come enti “sostenitori”,

mentre i poveri stronzi, i cittadini, pagano per il servizio caveau centinaia di migliaia di euro l’anno (per non vederle)

Adesso hanno pure il coraggio di invitarci per spiegare il loro “straordinariamente complesso lavoro” (anzi, non ce l’hanno, per questo ci fanno invitare dalle Guide)

e così quel che ci viene da pensare guardando le lamette Gillette è: tagliare, tagliare, tagliare fondi, emolumenti e consulenze a questa banda di signorotti-scienziati:

siamo certi che in città esistono professionisti e team di livello più alto, disponibili a curare la Carrara a costi infinitamente più bassi, in tempi infinitamente più rapidi, e con risultati infinitamente più degni della città e delle opere degli antichi maestri.

sul logo del delitto

play this post

LogoCarrara

notizia del giorno nel fantastico mondo della cultura BG: l’annunciata riapertura dell’Accademia Carrara (chiusa da 5 anni per oscuri motivi di guerre di potere) è rimandata ad Autunno 2014,

ma contestualmente si  presenta con gioia la nuova immagine basata sul nuovo logo, uno scudetto-freccia bianco su campo rosso (nell’immagine, quello al centro)

scottati dall’esperienza Bg2019 (grande concorso pubblico e logo gratis, così il mezzo mln di budget se lo sono bevuti il team di progetto “internazionale” e i totem di plastica), e sentitisi traditi dalla commissione, che ha scelto città meridionali,

i nostri eroi per questa immagine hanno ingaggiato uno studio di Bolzano (costo: 63.000 europubblici)

sul logo del delitto, “che da ora in poi caratterizzerà qualsiasi attività”, c’è da dire che è un evidente calco tra i fumetti di guerra d’eroi, e il “logo del diletto”  CTRL free fun magazine, testata indipendente che da anni veicola questo logo nei loghi della cultura giovanile, sbattendosi non poco, e facendo miracoli per stare in piedi producendo cultura a costo zero e diffondendola gratis.

Chissà perchè oggi si sentono leggermente presi per il culo.

il senso di Bruni per la Bergamo Bene

play this post

bruni-300x225

mi sono innamorata di Roberto Bruni a prima vista, a un comizio, l’aplomb, il portamento, lo sguardo intelligente, sincero…

Per anni l’ho votato, sostenuto, appoggiato, difeso… ricordo l’entusiasmo di quei giorni, una giunta di sinistra a Bergamo, e con i verdi!

Per lui ho litigato con marito, amici, alunni. Apri gli occhi, mi dicevano.

Alla fine ho pianto. I fatti sono lì da vedere, sono fatti che gridano, e fanno piangere lacrime pesanti, d’amore tradito, e lasciano amarezze, e cicatrici profonde, da famiglia spezzata.

La prima ferita, il primo segnale: ruspe che sradicano gli alberi secolari del cortile dell’Accademia Carrara… un sacrificio necessario,  per sveltire i lavori di ammodernamento…

Ma la vera sorpresa è stata il progetto, che solo un giunta ecologista poteva realizzare senza trovare opposizione, di scavare un parcheggio interrato nel friabile (e sacro!) colle della Rocca, l’Acropoli della città.

Abbattuti centinaia di alberi della memoria, cancellato il parco faunistico, asportata metà collina, 2500 grossi camion avanti e indietro sulle mura venete (certo non progettate per sopportare quei pesi!).

E infine, come previsto dal geologo, il crollo, la frana, il panico (si teme il crollo della Rocca) le iniezioni di cemento armato, i lavori interrotti, il cantiere sequestrato, un bel cellophane azzurro a coprire la voragine.

Il costruttore viene arrestato (costruiva la Bre-be-mi utilizzando scorie tossiche, mentre la moglie consegnava tangenti da 100.000 al vice di Formigoni!).

E chi lo difende? L’avvocato di fiducia, l’amico di famiglia. Lui. Il sindaco Bruni.

La mattina come sindaco gli affida lavori pubblici che si rivelano un disastro (e un danno incalcolabile, e infatti nessuno l’ha mai calcolato) per la città; il pomeriggio, invece di denunciarlo e chiedergli i danni, si spoglia della fascia tricolore, indossa la toga di avvocato, e corre premurosamente a difenderlo (è un cliente! dovere professionale!).

Conflitto d’interesse? Ma cosa dite mai, quello riguarda Berlusconi!

Sono passati quattro anni, la voragine, il disastro, perfino il cellophane sono ancora lì, inguardabili, come del resto l’Accademia Carrara:

dopo cinque anni la pinacoteca, che era solo da rimodernare con allestimenti e bookshop,  è ancora chiusa, non si sa quando riaprirà, i quadri sono in giro per il mondo (gratuitamente!) e alcuni capolavori (tra i quali un Tiziano e un Bellini) sono stati danneggiati irrimediabilmente (sbriciolati) causa errate temperature e umidità delle nuove sedi espositive “temporanee” (Palazzo della Ragione). E chi se ne è accorta? La donna delle pulizie! Notizia imbarazzante, mai divulgata.

Poco dopo, un’altra mazzata: all’uscita dall’autostrada, dove da sempre abbiamo ammirato lo skyline di città alta, vero biglietto da visita della città, spunta un nuovissimo palazzone-centro commerciale (il noto “ecomostro di via autostrada”).

Si scopre che l’autorizzazione a sforare di 18 metri in altezza il piano regolatore è stata regolarmente concessa dalla giunta Bruni in fretta e furia esattamente nell’ultimo giorno di mandato…. certo, a pensare male si fa peccato…

Dunque la mia giunta, ecologista e di sinistra, e il mio sindaco, che mi faceva sognare a occhi aperti, con quell’appeal da filosofo, verranno ricordati per aver chiuso la Carrara, deturpato la Rocca e autorizzato (chissà mai per quale motivo, continuo a chiedermi) una colata di cemento che cancella il profilo di Bergamo Alta.

Tu pensi: cosa farà adesso quest’uomo, responsabile di tanto scempio?

Chiederà scusa alla città, certo si ritirerà quantomeno dalla politica, se non dalla professione forense.

Ma come niente fosse accaduto, in barba alla tanto proclamata “memoria storica”, alle ultime elezioni, ecco su L’Eco un appello titolato: “Dal mondo della cultura 42 artisti con Bruni”!

Dove testualmente si dice “non dobbiamo affidare al centrodestra la gestione del patrimonio artistico, mortificato da un utilizzo dissennato del territorio…”

Seguono i più bei nomi della cultura e dell’arte cittadina. Ho ritagliato l’articolo e l’ho appeso, a “imperitura memoria” dell’ottusità totale (in buona fede!) degli intellettuali:

evidentemente, inconsciamente, queste persone, che conosco, che stimo, non hanno visto questi tre mega-disastri ambientali/culturali (Carrara, Rocca, Autostrada) avvenuti sotto la giunta ecologista di sinistra…. esattamente come quando si trova il partner a letto nudo con un’altra persona, e ci si rifiuta di credere a quello che si vede.

Il fascino Bruni, e la fede dei suoi fan, e io lo so bene, supera ogni disastro: sorridente, vincente, viene eletto in Regione con i voti della buona cultura di sinistra. Chi non lo vota, come me, e lo dice, si ritrova isolata, accusata di qualunquismo, fascismo…

L’ultima beffa, pochi giorni fa, il Corriere titola: “Se Bruni salva Podestà”.

Il fatto in sintesi: l’avvocato Bruni con magistrale abilità ottiene la prescrizione per il reato di firme false contestato a un consigliere del Pd (firme di persone decedute) e in questo modo offre a Pecorella (l’avvocato di Berlusconi…) l’escamotage e il precedente per far assolvere Podestà, presidente della provincia di Milano, accusato dello stesso reato…

Tipico caso di eterogenesi dei fini: pensavi (in buona fede) di “fare del bene” salvando “un amico”  (che ha sbagliato per una buona causa, la sinistra!) e in questo modo invece fai un grande servizio al “nemico” (che si è macchiato dello stesso reato, ma per la destra!)

Quando Bruni si ritirerà dalla politica, sarà sempre troppo tardi.

Io non credo che Bruni sia un mostro, un ladro, un venduto, un infiltrato della destra, un pagliaccio dei palazzinari, non credo che abbia preso soldi sporchi, tangenti (che bisogno ne avrebbe? la sua dichiarazione dei redditi è talmente sostanziosa!) e nemmeno con la fantasia riesco a pensare che sia immischiato nelle losche vicende d’affari tra la ‘ndrangheta e il pd lombardo, o che agisca ricattato per debiti o turpi vizi privati tipo poker o bunga bunga, no, assolutamente, niente di tutto questo, ci metto la mano sul fuoco:

la spiegazione, il senso storico dell’operato regressivo, deleterio di Bruni, è un altro, e quasi peggio, e non riguarda lui solo, ma il cuore del suo elettorato Bergamo Bene evoluta, di centro sinistra,

disastri in buona fede, con la coscienza pulita,

il senso di Bruni per la Bergamo Bene è proprio questo: una vita, una professione nel solco di famiglia, con i valori giusti, la cultura giusta, ma senza mai chiedersi, accorgersi dell’assurdità del proprio operare, senza mai prendersi davvero la responsabilità del proprio ruolo, senza mai ammettere un errore, una colpa, senza mai fare una scelta…

una fenomenologia paradossale, generazionale… tu prendi un borghese di buona famiglia, democristiano, bigotto, con i suoi difetti, lo fai diventare laico, socialista, aperto di mentalità… ed  ecco che perde l’unica virtù che aveva, la paura di andare all’inferno, che lo costringeva all’esame di coscienza…

Io credo che Bruni abbia sempre agito onestamente e in buona fede. Ce l’ha scritto in faccia. E’ questa la banalità del male, l’inconsapevolezza delle proprie azioni, condotte in buona fede, da persone per bene,

del tutto incapaci di mettersi in discussione, e recitare il mea culpa, mea maxima culpa.

 

Bergamo commedia dell’assurdo

play this post

DanteMart

BaDante Care&Writing Agency raccoglie l’invito del comitato Bergamo2019 a formulare idee per Bergamo capitale della cultura: ecco i punti indicati dal signor Dante A., 93 anni, ex insegnante di latino, dall’alto delle Mura Venete, nel corso dell’intervista-tour  S.Agostino-Colle Aperto-Piazza Vecchia- Corsarola (in sedia a rotelle, con l’intervistatore che spinge l’intervistato):

dal baluardo di S.Agostino indicando oltre il Pitentino:

il fatto che da anni gli extracomunitari debbano stare ore e ore accalcati sotto il sole o sottozero in coda fuori dalla Questura, sul marciapiede, è indegno di una capitale della cultura;

da porta S.Agostino, indicando la scaletta della Noca:

la più preziosa risorsa culturale della città, la Pinacoteca dell’Accademia Carrara, chiusa da sei anni per volgari beghe di potere, non può accadere in una città civile;

dal baluardo di S.Michele, indicando oltre l’area verde del parco Suardi:

la più grande area pubblica di città bassa, la Caserma Montelungo, luogo ideale per ogni attività sociale (asili, centro anziani, orti urbani) in abbandono da decenni, non è un segno di cultura urbana;

dalla piattaforma di S.Andrea, indicando la zona pedecollinare della Val Seriana :

avere alle porte della città la più grande e pericolosa industria chimica d’Italia, mi fa paura;

da porta S.Giacomo sollevando il palmo al vicino orizzonte:

avere in città la sede del più grande cementificio d’Italia, mi fa capire molte cose;

dal baluardo di S.Giacomo, levando ad alzo zero l’artiglio con gittata 3000 metri

avere il più trafficato e inquinante aeroporto da turismo-shopping d’Italia annesso al più grande centro commerciale d’Italia, mi deprime;

dalla piattaforma di S.Grata, dando le spalle al panorama, indicando il convento di S.Grata:

avere la città con la più alta percentuale di proprietà immobiliare ecclesiastica nel mondo dopo il Vaticano, è più consono a una capitale religiosa;

dal baluardo di S.Giovanni, indicando la conca d’oro:

la zona più salubre e scenografica della città, l’ex Ospedale Maggiore, luogo ideale per un vero campus universitario, oggetto di speculazione immobiliare,  in degrado e abbandono precoce, mi fa tristezza;

dal baluardo di S.Alessandro indicando il muraglione del Seminario:

Il fatto che le anime belle si dilettino nel passegiare in via Arena, la via “più poetica della città”, senza mai chiedersi perchè si chiami così, mi fa venire voglia di rivelarlo:

perché portava all’Arena Romana di Bergamo Alta, d’impianto simile a quelle di Verona e Arles, sopra il quale  hanno costruito l’ecomostro-Seminario vescovile intitolandolo al Papa Buono:

il fatto che nessuno lo sappia, che nessuno lo dica da 150 anni, mi fa specie;

da via Colleoni (corsarola) indicando il Teatro Sociale:

il più significativo luogo espositivo della città, il Teatro Sociale, sempre stato un luogo magico per mostre, ristrutturato e imbellettato e riportato in vita “così com’era”, mi fa ribrezzo;

entrando in Piazza Vecchia:

l’idea di spostare i libri dalla biblioteca Angelo Mai per usare i saloni per banchetti di nozze, mi fa venire il voltastomaco;

da Piazza Vecchia, dalla fontana del Contarini:

anche solo il fatto che abbiano avuto l’idea di piazzare Mc Donald in Piazza Vecchia al posto dell’Università, mi dà l’ulcera;

da via Gombito, davanti al negozio Kiko:

avere i negozi delle grandi catene commerciali nel cuore di città alta al posto delle botteghe degli artigiani e dei negozi storici, mi fa una pena immensa;

da Piazza Angelini:

il fatto che artisti, musicisti, scrittori di riconosciuto valore internazionale, crepino di fame, o si suicidino, o cambino mestiere, o città, mentre intere genealogie di nuovi e vecchi ricchi  ingrassano nell’ignoranza a dismisura, mi spaventa;

da via alla Rocca: 

la più rappresentativa area storica della città, l’Acropoli, la Rocca con il Parco delle Rimembranze, fatta franare dalla giunta pazza che intendeva scavarci dentro un parcheggio per vip, e abbandonata in stato pericolante da 5 anni, mi fa una rabbia indicibile;

da piazza Mercato delle Scarpe:

il fatto che per loro investire in cultura significhi mettere in piedi una lobby per comprarsi a Roma il titolo di capitale europea, per poi avere da Bruxelles  qualche sbadilata di milioni da convertire in cemento armato e asfalto  per i costruttori amici per fare strade e ancora strade con la scusa delle infrastrutture per il turismo, è un’offesa, un insulto alla cultura;

il turismo per questa gente è l’unico scopo della cultura, capisci,

d’altra parte il sesso è l’unica forma di conoscenza e d’amore che praticano,

nonostante il Papa Buono, Bergamo è oggi una moderna capitale dei vizi dell’ignoranza e dell’arroganza, il gioco d’azzardo, il lusso vistoso, la prostituzione e il suo indotto;

nei condomini in città, nei residences nelle valli, nelle strade della bassa, nei bilocali, nei locali, nei loft

la gente spende 1 per leggere libri, ascoltare concerti, vedere opere d’arte, monumenti storici o musei

e spende 100 per fare sesso a pagamento, consumare droghe, acquistare beni di lusso, vacanze esotiche, giocare a slot machines e gratta e vinci,

capisci, anche un bergamasco come me o come te, se in buona fede, deve ammettere che fare Bergamo capitale della cultura effettivamente è un’operazione culturale,

si, una commedia dell’assurdo.