la palestinese scomparsa in curia

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…e si meravigliarono che stesse parlando con una donna…” Giovanni 4,27

Va bene, parliamo seriamente di femminicidio.

Il primo femminicidio l’hanno compiuto i Padri della Chiesa  qualche secolo dopo Cristo,

quando hanno stabilito quali fossero i vangeli ufficiali, da divulgare, e quali apocrifi, da censurare: ovvero tutti quelli dove si dava (troppo) risalto alle figure femminili, al libero amore (praticato dalle prime comunità cristiane) e soprattutto a Maddalena, la compagna di Gesù, puttana e santa: da quel momento il destino della donna è  puttana o santa.

Più di mille dopo, parallelamente alla rivoluzione scientifica, la Chiesa compie il grande femminicidio, la caccia alle streghe,

estirpando di fatto non solo tre generazioni di donne “emancipate” (o mai sottomesse) ma una cultura orale femminile che si era tramandata per secoli (alternativa, medicina naturale, non commerciale, non gerarchica, sessualmente libera)

in favore del monopolio maschile della medicina e della tecnica, e di una cultura scritta, gerarchica e sessuofobica.

Quello che fanno le donne è magia, alchimia, astrologia, superstizione.

Quello che fanno gli uomini è tecnologia, chimica, astronomia, scienza.

Le donne fanno l’amore (puttane), gli uomini fanno la guerra (santa).

Gli uomini diventano famosi abbattendo nemici, le donne no.

L’unica possibilità per una donna di passare nei libri di storia è il martirio (o il marito).

Cercando nella storia di Bergamo una donna da mettere in copertina per la capitale della cultura, non si trovano che donne uccise in quanto donne, e fatte sante,

un femminicidio senza fine, le donne vengono “uccise” e poi santificate dalla Chiesa,

a cominciare da Maria Maddalena, la compagna di Gesù, allontanata dai discepoli, censurata nei vangeli, scomparsa dalla storia, le reliquie trafugate, quindi portate dai Templari a Senigallia nel 1200. E poi il mistero.

Ho affrontato questo discorso con un vecchio monsignore.

Gli ho detto: in 2000 anni di storia di Bergamo non abbiamo una donna, e  la colpa è vostra.

Mi ha mandato a consultare i registri pastorali della Diocesi nella biblioteca Angelo Mai. Certe cose sono sfuggite anche a Dan Brown mi ha detto.

La scoperta filologica-scoop era esattamente dove mi ha indicato il monsignore: archivio Colleoni-Martinengo:

papa Sisto V anno Domini 1475, visita pastorale a Romano di Lombardia dove sono custodite le reliquie di S. Maria Maddalena, trafugate in Senigallia da Bartolomeo Colleoni nel 1444, e donate alla comunità bergamasca.

Alla fine l’abbiamo trovata la donna da copertina, il simbolo della femminilità rimossa.

Riposa in pace, Maddy, è bello sapere che sei sempre stata qui, nella capitale della cultura maschile.

(Leone Belotti, editoriale per CTRL magazine Luglio 2013, imago: Studio Temp, prove di copertina )

1 thought on “la palestinese scomparsa in curia

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