(nella foto: il sentierino è quello a sinistra, alberato; il Sentierone a destra, lastricato)
Bergamo è una donna. Ti diranno che è una donna chiusa, e questa chiusura è rappresentata dalle sue Mura, che come un decolleté incorniciano il suo volto incantatore dal profilo perfetto. Ti innamori della sua bellezza a prima vista. Ma se vuoi capirla, lascia stare Bergamo alta, e comincia da Bergamo bassa: la pancia, le gambe, la pulsazione della città.
Perché in realtà Bergamo è una donna aperta, molto aperta, anche un po’ puttana, e non da oggi. E le sue valli sono ancora più aperte, e ancora più puttane. Gli storici lo sanno.
Tutti hanno costruito mura a Bergamo. I Romani nell’evo antico, i Bergamaschi nel medioevo, i Veneziani nell’evo moderno. Ma come sempre, costruite con la scusa di proteggere dall’esterno, le mura servono poi a rinchiudere chi ci è dentro. E sempre i bergamaschi hanno trovato modo di abbatterle, o uscirne.
Bergamo bassa nasce come linfa fuoriuscita dalle mura di Bergamo alta. Colate di magma urbano che dalle porte scendono al piano. Botteghe, magazzini, opifici, edifici: i borghi.
Da Porta S. Agostino discendono verso Venezia le vie Pignolo, Borgo Palazzo, Santa Caterina, piazza S. Spirito, e via Tasso.
Da Porta S. Giacomo discendono verso Milano le vie S. Alessandro, S. Orsola, Borfuro, Piazza Pontida, e via XX Settembre.
In mezzo: il nulla. Un’area vuota che separa e unisce i due borghi, un prato, un’area periferica, adibita a pascolo, ma utilizzata un mese l’anno (fine Agosto e inizio Settembre) per dare vita a una delle più grandi – e antiche – fiere d’Italia e d’Europa (da cui: la città puttana commerciale): la Fiera di Sant’Alessandro.
E così, nel corso del tempo, il sentierino che attraversava questo prato è diventato il Sentierone, i borghi si sono saldati, e quella che era un’area periferica è diventata il nuovo centro della città: un centro commerciale. Non è per caso che oggi abbiamo l’Oriocenter. Ce l’abbiamo sempre avuto.
Poi, nel Novecento, negli stessi anni, mentre il nuovo centro di Bergamo Bassa veniva costruito ex novo come centro finanziario e dei servizi (da cui: la città puttana moderna) la vecchia città alta, che era rimasta tagliata fuori, diventando a sua volta una zona degradata, è stata “reimpaginata” come città d’arte (da cui: la città puttana turistica).
Piaccia o no, il caso Bergamo è stato il modello urbanistico di molte altre città “modernizzate” nel ventennio, con soluzioni divenute poi di norma: e citiamo il rispetto del panorama urbano considerato come bene paesaggistico (il famoso cono ottico su città alta, da via Autostrada – sic! – a Porta Nuova).
Oggi, dal momento che la funzione di città puttana commerciale è ulteriormente migrata a sud (il nuovo Sentierone è l’aeroporto, e l’Oriocenter è il nuovo super-market) il centro piacentiniano è in fase di cambio d’identità e nuova consapevolezza da puttanella turistica, non in concorrenza, ma in sinergia con la puttana madre, Bergamo alta.
In questa dinamica psico-erotica, trova le sue motivazioni il progetto “sentierino”. Il sentierino è la traccia generativa della Bergamo Moderna oggi allestito come “percorso narrativo”, come viaggio nel passato della Bergamo Moderna, con 26 personaggi di diverse epoche che raccontano episodi, frammenti, scene dall’anno mille al duemila.
Rintracciare il sentierino nel Sentierone per riscoprire spirito, carattere, tempra dei nostri avi. Personaggi ostici, inclassificabili, spesso impresentabili, ma stranamente attraenti. Ne ho esaminati e proposti un centinaio prima di arrivare alla selezione finale.
Si, questa città è una puttana. Ma noi umani possiamo amare anche una puttana, insieme a tutti quelli che l’hanno amata prima di noi.
Info su www.ilsentierino.it
Nella mappa manca via Moroni.