2 libri 1 erezione

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> primo libro, a destra: La dolce calamita, Antonio Baldini, ediz. Sellerio 1992 (prima ediz. Longanesi, 1929) racconti di attrazioni erotiche verso donne di marmo (come Ilaria del Carretto e Paolina Borghese), con disegni di Giorgio Morandi,

nella postfaz Mario Praz si chiede: tra tutte le fantasie romantiche stranissima m’è parsa sempre quella dell’amor delle statue:

ché se il divenir marmo è l’effetto ultimo del non amare, come potrebbe l’essere marmo funger da causa d’innamoramento?

Nel testo, l’autore risponde: Paolina, fatti in là, dammi un po’ del tuo fresco giaciglio…

> secondo libro, a sinistra: La sacra sessualità, Salvatore Brizzi, ediz. Arte di Essere 2013: se la donna si masturba frequentemente pensando a un uomo che le interessa, con il preciso intento di attirarlo a sé,

l’eccitamento della sua “coppa magica” produce un “turbine astrale” magneticamente passivo alla polarità del maschio, e quindi capace di calamitarlo a sé.

>  1 erezione: se hai attrazione per una statua, che magari ha 200 anni, significa che quella statua si masturba da 200 anni pensando a te.

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1 storia in 2 libri

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2pecore

1 storia in 2 libri è un’idea per dare valore  e superare la solitudine dei libri usati: venderli come libri sposati, accoppiati, 2X1,

si tratta in pratica di un’agenzia matrimoniale per libri, ecco cosa dovrebbe fare il bravo libraio remainders, invece di limitarsi a ritirare e rivendere,

(ho sempre accoppiato libri, ma inconsapevolmente, è stata Anna Bonaccorsi a spiegarmi che stavo facendo l’agente matrimoniale dei libri)

> libro1: “Essere due” è un testo filosofico-poetico del 1994 sulla condizione umana come esistenza “a due”: “con la riduzione all’uguaglianza, uno specchio invisibile cancella l’identità vivente di ciascuno e paralizza la fecondità dei rapporti umani. Questo “ideale” è quello delle scienze del non-vivente e assomiglia allo zero di tensione sessuale di cui parla Freud. Senza alterità e senza differenza, non è possibile alcun pensiero, nè alcun amore

L’autrice è la mitica Luce Irigary, la super femminista, madre della filosofia della differenza sessuale (e non solo), espulsa dalla società freudiana per aver dimostrato che la psicanalisi altro non è che una forma evoluta (e menosa) di maschilismo.

> libro 2: nell’anno in cui Luce veniva alla luce, il 1930, a Londra, George Warwick Deeping  all’età di 53 anni pubblicava “Two black sheep”, suo 42esimo romanzo.

Incipit: “Sembrava desiderasse parlare e non riuscisse a spiccicare parola, perchè il suo io segreto aveva taciuto per tanti anni. Perfino i suoi movimenti parevano obbedire a qualcuno. Blagden si rese conto di quel silenzio, capì che toccava a lui romperlo senza mandarlo in frantumi”

George Orwell, in veste di critico sul News English Weekly lo stroncava così: letteratura di serie B,  a base di intrecci melodrammatici.

Alla fine dell’anno nella top ten dei best seller c’erano sono ben 7 libri di Warwick Deeping, comprese le “due pecore nere” (e nello stesso anno Orwell pubblicava il suo primo romanzo dal titolo: “Senza un soldo a Parigi e Londra”).

> proposta matrimoniale: essere due, due pecore nere

> trait d’union: tutte le pecore di notte sono nere (Hegel in versione pecorina)

1 secolo in 2 libri

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2libri

> 1914 da S.Zweig, “ll mondo di ieri”:

noi che abbiamo conosciuto il mondo di ieri possiamo testimoniare che l’Europa era davvero il mondo della libertà individuale, si compiaceva del suo caleidoscopio,

abbiamo goduto di maggior libertà civile rispetto ai giovani d’oggi, i quali sono costretti al servizio militare, al lavoro, e in molti paesi all’ideologia di massa e all’arbitrio della stolta politica mondiale.

Noi potevamo dedicarci all’arte, alle predilizioni intellettuali, plasmando liberamente la vita privata.

Potemmo vivere da cosmopoliti, il mondo intero ci era aperto innanzi. Viaggiavamo senza passaporti né permessi, andavamo dove ci piaceva, nessuno ci chiedeva le idee, la provenienza, il reddito.

Non v’erano costrizioni, si poteva parlare, pensare, ridere, inveire come si voleva; ognuno viveva a suo capriccio, in compagnia a solo, prodigo o economo, in gran lusso o da bohemienne,

vi era posto per ogni bizzarria, erano previste tutte le possibilità, nessuno si lasciava intimidire, si andava, si parlava, si dormiva con colui o colei che ci piaceva.

La parola aveva ancora potere, non era stata ancora calpestata a morte dalla menzogna organizzata, la “propaganda”, gli uomini ascoltavano ancora la parola scritta, l’attendevano,

per un poeta, per uno scrittore, non era vano dire una sua parola, la produzione intellettuale era in grande stima dalle più umili alle più alte stanze.

Nessuno aveva la pretesa di basare l’esistenza materiale sulle proprie disposizioni artistiche, i poeti e gli artisti sceglievano allora professioni medocri e senza ambizioni per aver quella minima sicurezza esteriore che garantisse loro l’indipendenza per l’opera interiore.

Con tale libertà, potevano ignorare i salotti, i vernissage e i grandi giornali corrotti e scrivere gratuitamente per le loro piccole riviste, mettendo in scena  le loro pieces in piccoli teatri sperimentali.

Non si vergognavano di vivere angustamente, pur di pensare con libertà e audacia in campo artistico.

In quelle serate amichevoli tutto era molto semplice e cordiale, sedie di paglia, tovaglia a quadretti, chiunque ben accetto, per cena miracoli su un fornelletto,

non avevano telefoni, macchine da scrivere, scrivevano i loro libri a mano, su carta riciclata (ndr: !), non erano più eleganti o ricchi dell’operaio sullo stesso ballatoio, che poteva unirsi e discorrere con loro.

Chi si preoccupava di quei fantocci solo più tardi gonfiati come la razza, la classe, l’origine?

Se oggi mi chiedo perché l’Europa nel 1914 è entrata in guerra, non trovo altra ragione che un eccesso di forza, di dinamismo, di pingui guadagni che congestionavano i governanti e montavano il sangue in testa.

Una guerra tra ricchi, per diventare i più ricchi.

Da allora, una certa ombra non si è più dispersa sull’orizzonte d’Europa, prima così limpido.

Oggi rabbrividiamo constatando come questo mondo per la sua furia suicida sia ottenebrato e ridotto a carcere e schiavitù,

e come l’uomo con sentimenti umani  sia ridotto nel XX secolo in orrendo isolamento e disperazione…

> 2014 da J.Attali, “Breve storia del futuro”:

La nuova classe creativa, un’iper-classe che dirigerà l’iper-impero, sarà costituita da  strateghi finanziari o d’impresa, a capo di compagnie d’assicurazioni e del tempo libero, architetti di software, creativi, giuristi, operatori di finanza, autori, designer, artisti.

Saranno donne  e uomini, dipendenti di sé stessi, concorrenti spietati, né impiegati né datori di lavoro, ma a volte esercitando più di un lavoro alla volta, gestendo la vita come un portafoglio di azioni, attraverso una competizione molto selettiva.

Ipocondriaci, paranoidi, megalomani, narcisisti, egocentrici, dovranno difendere le proprietà di capitali, software, brevetti, ricette, opere d’arte.

L’apprendimento sarà per loro una necessità vitale, la curiosità un’esigenza assoluta, la manipolazione una pratica corrente:

non avranno più frontiere tra lavorare, consumare, creare, allontanarsi, non conosceranno nessuna fedeltà né nazionale, né politica, né culturale,

saranno fedeli solo a sé stessi, si interesseranno innanzitutto all’organizzazione della propria vita erotica e del proprio suicidio.

Alcuni, più cinici degli altri, si metteranno al servizio dell’economia pirata e ne diventeranno i padroni.

Altri, al contrario, una volta fatta fortuna, investiranno nelle azioni umanitarie, diventando altruisti.