i creativi e le briciole

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la solita storia, grandi budget, grandi progetti, grandi idee,  un grande magna magna, e ai creativi, forse, restano le briciole,

nei grandi giornali, nelle grandi agenzie, i capoccia (spesso ex sessantottini progressisti e di mentalità aperta) guadagnano 200.000 euro l’anno, i creativi che producono idee, scrivono articoli e slogan vengono ricompensati, forse, con 20 euro,

Ad esempio: il giovane giornalista si fa il mazzo giorno e notte, correndo ai 4 angoli della città (con la sua macchina) facendo anche le foto (con la sua macchina fotografica) scrivendo e mandando l’articolo (col suo portatile e la sua connessione) e alla fine del mese L’Eco di Bergamo per 21 articoli pubblicati gli riconosce 375 euro (praticamente… le spese): come potrà mai campare?

negli altri giornali o periodici, la stessa cosa,  cioè meno di 20 euro ad articolo (quello stesso spazio all’inserzionista costa 50 volte tanto)

Altra testimonianza, il graphic designer incaricato di creare il logo e l’immagine coordinata da una grande associazione di categoria, dopo settimane di sbattimento, riesce a far approvare la sua proposta ai dirigenti competenti (riunioni multiple di dirigenti e responsabili comunicazione con adeguati stipendi)

manda la fattura per il compenso concordato (200 euro!) e dopo 3 settimane di telefonate si sente dire dal dirigente amministrativo: la sua fattura è stata respinta, 200 euro si intendevano iva compresa, ripresenti la fattura decurtata il mese prossimo, e andrà in pagamento a 90 giorni.

Sempre la solita storia, ai creativi le briciole.

Un’intera generazione di giovani menti illuse di poter lavorare nel terziario avanzato (pubblicità, moda, design, comunicazione, uffici stampa) oggi si sta rendendo conto della realtà, il sogno di diventare direttore di Vogue o art director di Kartell, in base al quale tutti si sono laureati in scienze della comunicazione, diventerà realtà per 1 su 1000 (solitamente: il nipote del signor Vogue, o la figlia della signora Kartell)

tutti gli altri per strada, o nel sottobosco, facendo lavori freelance, in gara con altri 18 aspiranti, alcuni dei quali dispostissimi a lavorare gratis, o anche a pagare per fare il lavoro (per fare curriculum…)

alle nuove generazioni, agli adolescenti: mollate subito certe scuole, certe facoltà, iscrivetevi alla scuola del futuro, l’unica scuola sensata da fare oggi in Italia (e infatti non esiste): il Liceo Agricolo

(photo: creativi si nutrono di briciole di pane secco regalato dal fornaio a mensa te!)