Bergamough

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UniOfBg

c’è qualcosa che non funziona nella Bergamo Experience, e rende poco credibili eventi come il Donizetti Pride e il Palma Shopping Tour,

si tratta di una parola fuori luogo, ricorrente, che troviamo nello slogan ufficiale – Bergamo Italian Masterpiece – ma anche nel forum Bergamo Pubblic Space, nell’iniziativa Bergamo Cashless City, nel progetto Bergamo 2035 Smart City e perfino nell’ente promotore, la University of Bergamo;

questa parola fuori luogo, stonata, è la parola Bergamo: tutti gli slogan citati vengono ridicolizzati da questa parola italianizzante, provincializzante;

per cui, a parere degli esperti, il problema potrebbe essere risolto solo con una scelta coraggiosa, una mutazione grafologica, da Bergamo a Bergamough,

una grafia più importante, per un risultato linguisticamente coerente;

la pronuncia non si discosterebbe dall’attuale, se non per un finale più corposo e rotondo, in grado di dare alla città una suggestione e un sound nobile, internazionale, simile a Marlboro, contrazione moderna dell’originario Marlborough,

sicché tra 20 o 30 anni, quando tutti avranno imparato a dire Bergamough, potremo fare come la Marlboro, e lanciare la versione alleggerita, Bergamo Light, la città che si è fumata il cervello.

 

dillo in italiano, bergamo

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erroriItaliano

A proposito della petizione “Dillo in Italiano!” lanciata da Anna Maria Testa, contro l’abuso di terminologia anglo nella comunicazione pubblica, istituzionale, ieri sera ho guardato per 2 minuti il tg-orobie su berghem tv:

1 minuto di immagini di Gori e architetti in piazza Dante, dove ci sarà un inf-point sul Palma e lo show-cooking del territorio, poi 1 minuto di intervista a Piazzoni, ma il fuoco dell’immagine è sulla nitida scritta alle sue spalle, come fosse l’azienda per cui sta parlando: roof-garden.

Poi si parla della Bergamo Experience e mi viene in mente l’orridicolo marchio University of Bergamo.

Ah, il problema della lingua!

Vorrebbero valorizzare città, territorio, architettura, arte, cultura: ma il primo valore di un territorio è la lingua! Noi abbiamo una lingua autentica, nobile, e la buttiamo via come carta straccia per usare la lingua internazionale, cioè la lingua dei luoghi privi di identità e di storia, la lingua dei non luoghi.

Se il mezzo è il messaggio, tanto più la lingua è il messaggio.

Allora, come la mettiamo con il Campanone? The Big Bell?

E il Viale delle Mura? Wall Street?