Industria Madre

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confindustria

> intendiamo restituire un’accezione positiva generale, nuova e antica, alla parola stessa “industria”, parola latina e dunque internazionale, progressivamente associata a significati sempre più negativi per l’uomo e l’ambiente, in opposizione a natura, biologia, sostenibilità.

> per questo creiamo INDUSTRIA MADRE  come nuova espressione rivoluzionaria, una nuova piattaforma operativa, un nuovo modello di filiera per la creazione eco sostenibile o la riconversione di insediamenti industriali, ovvero industrie che non solo non inquinano, ma migliorano l’ambiente, l’economia, la qualità della vita con nuovi prodotti naturali sostituitivi della plastica.

> a 5 lustri dal brevetto del bergamasco Natta che ha “inventato” la plastica, in un territorio-distretto specializzato nelle lavorazioni plastiche,

in un’epoca di scelte radicali per un’economia sostenibile, riconosciamo che la madre di ogni possibile industria futura è la terra.

> chiamiamo INDUSTRIA MADRE un nuovo modello di insediamento industriale  in grado di avere immediato consenso di media, operatori, consumatori tendenzialmente ostili o rassegnati al declino della civiltà industriale.

> INDUSTRIA MADRE è un insediamento bio-industriale a impatto e km zero, per  la trasformazione di energia solare e fibre vegetali locali in materiali biodegradabili e prodotti eco-compatibili sostitutivi di prodotti e materiali derivati dalla plastica, in ogni settore di largo consumo (packaging alimentare, abbigliamento, arredamento, edilizia)

> tessile, edilizia, plastica, agroalimentare: tre di questi quattro settori sono oggi in crisi strutturale-d’identità. Il quarto, l’agroalimentare, deve avere la capacità di riconvertire a sé gli altri tre.

> la terra, madre di ogni vera industria, ci suggerisce la riconversione dell’industria della plastica in  bio-industria per produrre nuovi materiali e prodotti sostitutivi della plastica e delle fibre sintetiche nei settori dell’eco-tessile, della bio-edilizia e del bio-packaging alimentare.

> INDUSTRIA MADRE è un insediamento bio-industriale inserito in modo organico e sinergico in un ambito di trasformazione più ampio: tutti i materiali e i prodotti derivano da coltura a rotazione di mais e canapa nell’ambito territoriale; tutte le funzioni/servizi sono orientati al benessere  della persona e alla diffusione di una nuova coscienza sociale e ambientale

INDUSTRIA MADRE è un polo-struttura nel quale prodotti e servizi di nuovo benessere sono organizzati in 4 organi/funzioni (aree/edifici):

A produzione > B vendita  > C ospitalità  > D ricerca (lab, factory, store, host)

Un eco-eco/sistema che affronta la crisi e il crollo dell’impero con aggregazioni basiche, molecolari, di bisogni e opportunità.

LAB > un centro ricerca che studia, sperimenta e brevetta materie prime, derivati e prodotti in fibre vegetali canapa/mais + un ufficio commerciale per la promozione e diffusione del modello di riconversione e dei suoi prodotti: immagine, comunicazione, copyright web-reputation, e-commerce

FACTORY > tre reparti di bio-produzione di materie prime e derivati (canapa tessile, materB, paglia edilizia) e prodotti (t-shirt, felpe e biancheria in canapa naturale 100%; food packaging – pellicole, sacchetti, vaschette – e food accessories – piatti, bicchieri, posate – in materB 100%; coperture e pannelli fonoassorbenti e termoisolanti in paglia 100% bio-edilizia)  biodegrdabile;

STORE > uno spazio vendita aperto al pubblico – dal produttore al consumatore – per la vendita di:

materie prime: fibre vegetali da coltivazioni bio di canapa tessile e mais, prodotte in loco (ambito di trasformazione) o da fornitori a km/equo (0-50 km)

prodotti da mais > packaging alimentare (sostitutivo di sacchetti, piatti, bicchieri, vaschette plastica/polistirolo)

prodotti da canapa > abbigliamento sportivo (t-shirt, felpe) e della salute, biancheria, tessuti per arredamento/tappezz

prodotti da mais e canapa> biopaglia edilizia: sostitutiva di coperture eternit e pareti fono/assorbenti e termo/isolanti in polistirolo/polimeri in ogni tipologia edilizia.

HOST > struttura ricettiva per la ristorazione e l’alloggio.

> struttura/numeri dell’insediamento tipo: 3 officine bio-industriali 3 laboratori ricerca e sviluppo 3 negozi prodotti eco-eccellenza 1 bar-ristorante prodotti bio territorio 1 casa di riposo – residence – ostello  30 squadre-team 4-5 persone, piccole aziende “esemplari” – 150 posti lavoro settori innovazione-ambiente,

Utenti: 50000 consumatori consapevoli/evoluti presenti sul territorio a km “serenissimo” (0-50 km) interessati ai prodotti/servizi  industria madre; 5000 aziende, artigiani, commercianti, addetti ai lavori presenti sul territorio a km “serenissimo” (0-50 km) interessati al know-how, licenze, materie prime  industria madre.

Coraggio, Confindustria!

(INDUSTRIA MADRE è un progetto copyright CalepioPress 2014)

> Appendice: approfondimenti/schede:

Canapa, un’alternativa ecologica

Quasi tutti i materiali e prodotti inquinanti che ci circondano potrebbero essere sostituiti da derivati naturali dallacanapa:

Alimentazione. Olio di canapa, con una percentuale ottima dei preziosi acidi grassi omega 3 e omega 6. Semi di canapa (da cui si ricava anche la farina) ricchissimi in proteine, vitamine e minerali. Birra. Bibite energetiche. Alternative alla petrolchimica. Solventi non inquinanti per le vernici. Carrozzerie per auto. Plastiche resistenti ma biodegradabili.

Carta per giornali e libri. Prodotti durevoli e resistenti, con rese in fibra per ettaro 4 volte superiori a quella di alberi da cellulosa.

Bioedilizia. Sostituzione non tossica di cemento (il canapolo dagli scarti), mattoni, legno, intonaco, materiali isolanti.

Energia. Si può gassificare lo scarto degli steli per alimentare generatori. L’etanolo di canapa può alimentare motori a scoppio.

Fibre tessili. Tessuti resistenti e sani per i capi di abbigliamento e l’arredo per la casa. Storici le vele, i cordami, le tele per dipingere.

Igiene. Fitocosmesi, saponi, dentifrici.

Medicina. Dalla canapa si estrasse il primo analgesico. La cannabis ha valore terapeutico per molte malattie.

Protezione del suolo. Fitodepurazione dei terreni contaminati da metalli pesanti, fertilizzante e antierosiva. Coltivabile in modo ecologico.

CANAPA TESSILE: La canapa è una fibra naturale, 100% riciclabile, i tessuti ottenuti dalla fibra di canapa sono molto morbidi e piacevoli al tatto. La canapa viene coltivata senza l’ uso di pesticidi e con una quantità moderata di acqua, estremamente inferiore a quella utilizzata nelle colture di cotone.

Rispetto al cotone è cinque volte più resistente: una felpa di canapa dura più a lungo di una felpa di cotone, non teme i lavaggi e non sgualcisce facilmente. Per la sua stessa struttura la fibra di canapa ripara efficacemente dal freddo e dall’eccesso di calore: vestirsi di canapa significa stare caldi d’inverno e freschi d’estate. Morbida, traspirante e confortevole, la fibra di canapa è ottima per la regolazione termica e per l’assorbimento del sudore.

La canapa è inattaccabile da acari, muffe, funghi e tarme; è anallergica e inoltre non conduce energia elettrica per cui non si carica di elettricità statica. La non tossicità dei tessuti fa sì che gli indumenti in canapa biologica siano altamente tollerati anche da chi ha problemi dermatologici di allergie o ipersensibilità ai trattamenti chimici cui sono sottoposti i tessuti “convenzionali” che normalmente utilizziamo, o più semplicemente persone che risentono della scarsa traspirazione della pelle vestita di fibre sintetiche (problema spesso sentito, ad esempio, dalle “taglie forti”).

MAIS – MATER B:  La bioplastica è un tipo di plastica biodegradabile in quanto derivante da materie prime vegetali rinnovabili annualmente. Il tempo di decomposizione è di qualche mese in compostaggio contro i 1000 anni richiesti dalle materie plastiche sintetiche derivate dal petrolio.

La bioplastica, in agricoltura per la pacciamatura sotto forma di biotelo, risolve il problema dello smaltimento in quanto la pellicola è lasciata a decomporsi naturalmente sul terreno.

Riduce gli oneri di gestione dei rifiuti nel caso in cui i materiali bio inizino a sostituire vetro, plastiche e rifiuti riciclabili; ovvero nel caso in cui produttori di generi alimentari utilizzino materiali bio per gli imballaggi e i produttori di plastiche immettano in commercio plastiche biodegradabili. Ciò consente di diminuire i contenitori dei rifiuti sul territorio  e i costi logistici di deposito.

Producibilità di concime in quanto la sostanza è fertilizzante. Ad esempio, la frazione umida dei rifiuti casalinghi può essere raccolta in sacchetti di bioplastica, e messa in compostiera.

Minori emissioni di fumi tossici nel caso di incenerimento.

Igiene dei contenitori alimentari: in particolare le bevande corrodono col trascorrere del tempo parti della confezione e assorbono sostanze nocive di cui è composto il contenitore (ad esempio, acqua minerale col PET, bibite in lattina). Per questo motivo (evitare il contatto con le sostanze del contenitore), più che per una scadenza della bevanda, è prevista una data di scadenza delle confezioni; nel caso di contenitori bio, nel caso peggiore la bevanda assorbirebbe degli amidi, sostanze non tossiche, che le toglierebbero sapore senza creare però pericoli di intossicazione.

È un’alternativa a riciclaggio e reimpiego senza compiti ulteriori per i consumatori: i rifiuti bio teoricamente possono essere depositati tutti in discarica, data la loro rapida biodegradabilità.

 L’impatto ambientale di tale scelta di smaltimento è inferiore sia alla termovalorizzazione di rifiuti bio, sia al compostaggio, in termini di energia richiesta ed emissioni dei processi.

BIO PAGLIA – edilpaglia:  6 buoni motivi

1 efficienza energ La paglia è un sottoprodotto della produzione dei cereali; non occorre quindi dispendio di energia per produrla. Così come il legno, la paglia è una sequestratrice di CO2 e permette quindi di sottrarre anidride carbonica all’atmosfera.

2 isol termico Le murature in balle di paglia provvedono ad un ottimo isolamento termico che è quasi tre volte quello normalmente richiesto per edifici costruiti con materiali convenzionali; la trasmittanza termica è dell’ordine di 0.039-0.045 W/mK, è quindi possibile ottenere prestazioni termiche da edificio passivo.
Inoltre, grazie al minimo fabbisogno energetico si hanno bassissime emissioni nocive.

3 trasp Le murature in balle di paglia intonacate in terra cruda e calce sono altamente traspiranti e consentono il passaggio del vapore dall’interno verso l’esterno; si evitano così la formazione di umidità e condensa all’interno dell’edificio.

4 portante: e balle di paglia possono anche da sole costituire la struttura portante dell’edificio (tipologia “Load Bearing” vedi nella sezione tecniche costruttive) perché le murature in balle di paglia compresse hanno la capacità di portare i carichi relativi ad edifici di 2-3 piani fuori terra.
Al momento in cui scriviamo (giugno 2012), tuttavia, le Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC) italiane non prevedono l’utilizzo della paglia come materiale portante.

5sismico: Una casa con murature in balle di paglia ha un ottimo comportamento sotto l’azione del sisma. Il sisma infatti eccita le masse dell’edificio ed essendo un edificio costruito in balle di paglia estremamente più leggero di un edificio convenzionale, le forze in gioco risultano essere inferiori. Inoltre una casa costruita in balle di paglia è molto flessibile e come tale “si sottrae” al terremoto. È un po’ come abitare in una casa di gomma che con il terremoto si deforma ma non crolla.

6 semplicità Una casa in balle di paglia è semplice da costruire – ancorché non banale – e si adatta molto bene all’autocostruzione. Costruire la propria casa con l’aiuto di amici e parenti può essere un’esperienza entusiasmante e di grande crescita personale per tutti coloro che sono coinvolti.