ti rendering conto?

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Sabato scorso doppia pagina su L’Eco per “il rilancio del centro”, “la città green” “immaginiamo Bergamo senz’auto”, con una serie di rendering commoventi, che mi hanno fatto ripensare a quando all’asilo, per non sapere né leggere né scrivere, la maestra ci chiedeva di disegnare la piazza o il quartiere. Io mettevo gli indiani e i cow-boys a combattere sul ponte della Morla.

L’Eco mette una signorina in due pezzi in via Tiraboschi, e una panchina dalla prospettiva impossibile in Porta Nuova.

Se penso ai decenni di ricerche, alle decine di professionisti di ogni ambito (architetti, naturalisti, ingegneri, urbanisti…) che da anni cercano seriamente di fare la Bergamo green, e penso ad esempio al “passante pedonale verde” che dall’Accademia Carrara via Parco Suardi-Montelungo-Tasso arrivi al Sentierone”, oppure al sentiero sotto le mura, già proposto negli anni Trenta; oppure alla “riscoperta” della rete delle rogge che attraversa il centro, di cui evidentemente gli autori dei rendering non hanno la minima idea…

Se l’intento è realmente quello dichiarato (“immaginiamo Bergamo senz’auto”) certo queste immagini non rendono un buon servizio alla causa, anzi…

Se invece l’intento fosse esattamente quello opposto, e cioè screditare le visioni green e la città senz’auto, allora sono perfetti.

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montelungo fiato corto

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montelungo

Se questa è la riqualificazione urbana, dalla caserma al casermone, no grazie, mi tengo le aree dismesse.

Parliamo di un’area strategica completamente travisata, di un’opportunità che ha generato un mostro.

La Montelungo doveva essere il cuore del “passante verde”, ne parliamo da anni, un vero progetto urbanistico, non edilizio, per dare volto e funzione nuova alla città, in grado di unire città alta e bassa, Carrara e Sentierone, borghi orientali e occidentali, realizzabile aprendo porte, recinzioni, abbattendo muri…

Gori parlava di “rammendo” urbano, ed effettivamente qui si trattava di “cucire” e confezionare il parco-passante verde (S.Agostino/Carrara > orti S.Tomaso > parco Suardi > parco/cascina urbana Montelungo > parco Marenzi e Caprotti > Sentierone) per cui tu cittadino o turista potresti attraversare e vivere Bergamo Bassa a piedi seguendo un vero percorso-giardino d’arte, dalla Carrara al Sentierone, facendo tappa in S.Spirito e S.Bartolomeo ad ammirare i capolavori del Lotto (e non solo);

Il punto nevralgico, la ex-Montelungo, come tutti ripetiamo da anni, è da aprire, abbattere, piantumare, riqualificare come cascina urbana, non ri-edificare in mega-volumetria “casermone” ex Germania Est;

il progetto doveva essere un progetto di apertura, con soluzioni esemplari, bio-architettura, sostenibilità, mercato agricolo urbano, e invece qui abbiamo un progetto chiuso, una colata di cemento circondariale, del tutto fuori luogo e fuori tempo;

l’unico vero intervento – se proprio si vuole aprire un cantiere – sarebbe interrare il tratto di strada che oggi separa il Parco Suardi dall’area Montelungo (o in alternativa by passarla con strutture aeree pedonali);

doveva essere il polmone verde di città bassa, il tratto d’unione in grado di connettere e rivitalizzare l’area Carrara e il centro Piacentiniano,  e di unire i borghi s.caterina – palazzo – pignolo  con i borghi s.alessandro-leonardo, e non solo,

doveva essere il ring cultura/città bassa connesso al ring mura/città alta, il percorso sopra e sotto le mura venete,

insieme, dovevano essere i due polmoni della città d’arte sostenibile;

invece, nel polmone verde di città bassa si vuole costruire un ecomostro,

mentre il polmone verde di città alta, il parco fara-rocca, l’acropoli della città, è stato devastato, contaminato e poi abbandonato come una discarica da 8 anni (e a spese dei cittadini!).

Questi due polmoni, cruciali per dare aria, respiro, connessione di percorsi pedonali città alta-bassa, cultura e turismo, sono e saranno soffocati da colate di cemento.

Fiato corto. Manca l’aria.

Prendiamo atto di questo: la giunta degli architetti, la città degli architetti, molti dei quali paesaggisti, a cui si chiedeva di aprire la città con un parco/cascina/percorso, ha indetto un concorso-archistar per costruire un carcere di cemento.

La cui unica evidente utilità potrebbe essere richiuderci dentro tutti quelli che l’hanno concepito, e buttare via la chiave.

 

se la Maresana fosse un vulcano

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BgcittàMorta

Solo se messa di fronte alla sua tragica realtà di città morta, sepolta,  Bergamo si darebbe una svegliata e inizierebbe a pensare, progettare e realizzare sul serio il proprio futuro.

Le idee, le possibilità per essere una città sensata, sostenibile e felice, ci sono: quello che manca è il coraggio,  la mentalità, lo spirito e la spinta, l’innesco.

Ma se la Maresana fosse un vulcano, ecco come potrebbe rinascere Bergamo dalle sue ceneri:

1) Bergamo Terrazza dell’Umanità, le mura luogo magico, sospeso, via l’asfalto dal Viale delle Mura, vero luogo d’attrazione, via le auto, via i megabus, corsia o binario per mezzi pubblici non invasivi, più punti di risalita easy (ascensori, scale mobili, scalette), sui bastioni liberati dall’asfalto locali, botteghe, spazi culturali, conviviali, ospitali. Sotto le mura, intorno alle mura: Parco delle Mura Venete e della Rocca: percorso ad anello, valore storico e paesaggistico, pedonale e ciclabile, e contestuale ricostituzione dell’area verde ex bosco faunistico/park-frana, da 5 anni cantiere abbandonato

2) Bergamo Città Aperta, accessibile, accogliente: la piazza della stazione è brutta perchè insensata, rappresenta la chiusura della città, occorre bypassarla sopra o sotto, prolungare, connettere il viale-cardine con aeroporto, autostrada, asse interurbano, e dotare questa nervatura delle infrastrutture logiche necessarie, parcheggi, piste ciclabili (da connettere) aree d’interscambio, percorsi pedonali e negli ex Magazzini Generali la cosa più logica: grande ostello/albergo popolare, per viaggiatori, studenti, famiglie, lavoratori.

3) Bergamo Città Giardino, creazione del “passante verde” pedonale per connettere Accademia Carrara e Sentierone via Parco Suardi e Parco Montelungo (da destinare a verde urbano); apertura delle rogge, dei cortili, piantumazione delle aree dismesse, frutteti e orti pubblici, destinazione del Lazzaretto a mensa popolare – fabbrica delle idee (progetto Mensa te!) trasformazione conventi ed ex caserme e ospedali (Astino, Montelungo, Riuniti)  in cascine urbane, creazione posti lavoro e posti di vita, produzioni alimentari e culturali.

(photo “si sale da bergamo bassa” by A.Corti)

il parco che non c’è

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montelungoZampogna

il progetto più semplice per l’ex Caserma Montelungo,  la più grande, più centrale, più sprecata area pubblica di Bergamo Bassa, è farne subito un parco, il Parco Montelungo,

e costituire il polmone verde che risulterebbe dall’unione con gli adiacenti parchi Suardi e Marenzi

nella prospettiva di farne la cascina urbana della città, la Cascina Montelungo, con orti, frutteti, galline, oche, caseificio, scuola civica per contadini urbani, punto vendita sementi autoctone…

(e poi magari la riapertura delle rogge, e un mercato permanente del km0 urbano nel Palazzetto dello Sport, aperto, e alleggerito delle tribune)

ma la prima cosa, il primo passo, sarebbe appunto fare il Parco Montelungo, cioè abbattere 3/4 degli edifici perimetrali (giudicati insanabili), tenendo solo l’edificio centrale, e forse anche la quinta scenografica sulla piazzetta-ingresso,

abbattuti i muri, tirare via il catrame, il cemento, seminare prato, piantare alberi, e aprire il percorso pedonale verde Accademia Carrara – Sentierone,

il cosiddetto “passante verde”  via Gamec – parco Suardi – parco Montelungo – Marenzi – Caprotti – via Tasso, un progetto che c’è già, dimenticato in qualche cassetto di qualche assessorato,

un progetto a basso costo, in grado di migliorare la fruibilità della città per tutti e sul quale è il momento di impegnare i futuri amministratori in scelte chiare:

ancora poco tempo fa si parlava di farne spazi commerciali + residenze di pregio + posti auto. All’epoca scrivevo: basta posti auto, è ora di pensare ai posti uomo!

(nella photo aerea by Gianluca Zampogna: il parco che non c’è, nella sua chiusa immensità)

sabbatum fasciis

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montelungoYell

sabbatum fasciis flaviis montis longi castrum longe desertum vestitum fiat

pro seditione cum martiale musica funebre

ad mutanda castra in urbana utilitate

ad usum iuvenum et senectorum et urbanorum agricolarum

cum hortiis et oviis et vino et musica et civica laetitia

sabato (2 novembre h15) la caserma Montelungo da tempo in abbandono sarà fasciata di giallo per un flash mob con marcia funebre musicale (Bergamo Marching Band con Guido Bombardieri) per sostenerne il riuso urbano come spazio per giovani, anziani, contadini urbani, con orti, galline, vino, musica e benessere condiviso.

(imago by Il Cavaliere Giallo, associazione amici delle arti; sul “passante verde” e sul progetto di trasformazione della caserma montelungo in cascina urbana vedi http://blog.bamboostudio.it/?p=2800)