(storia di Pietro M. raccolta da Nicola Fennino)
La cosa importante è che mia figlia sia felice. Che faccia il lavoro che le piace.
Forse se mia moglie fosse ancora viva le cose sarebbero andate per un altro verso.
Non ho mai sentito nessuno parlare d’amore come mia figlia. Dice che l’amore è una forza che ti strappa la pelle di dosso, che t’incendia gli occhi.
Una forza sovversiva: per questo i preti non si sposano. Una società fondata sull’amore non può esistere, sarebbe anarchia.
“Capisci, babbo, per questo la puttana è il mestiere più antico del mondo! Serve per coprire la mancanza d’amore, capisci? È il contratto sociale”.
Ecco, mia figlia è convinta che il suo lavoro sia una sorta di sacrificio.
Lei si spoglia, la si vede perfettamente in faccia – con quegli occhi verdi di sua madre – e degli sconosciuti la baciano, la schiaffeggiano come padri preoccupati con una bambina cattiva (lei dice che fanno piano, che è tutto doppiaggio), penetrano la sua carne senza pietà, senza passione.
La sua pelle bianca si chiazza di rosso: non è finta la sua pelle, la sua pelle non ragiona come il suo cervello, soltanto si fa rossa.
Al mare, da piccola, io e mia moglie la cospargevamo di crema, ogni ora bisognava rimetterne un nuovo strato, perché i bambini giocano, entrano in acqua, si rotolano sulla sabbia, mica si può pretendere che la crema gli resti incollata addosso.
Quando le spalmavo la crema sul faccino chiudeva gli occhi, storceva un poco le labbra; le baciavo i capelli, poi lei scappava verso il bagnasciuga: c’erano i suoi amichetti che l’aspettavano.
Ieri sera è tornata più tardi del solito; deve aver bevuto un paio di bicchierini, non sa nasconderlo. Ha iniziato con la solita solfa dei greci e dei romani e che anche loro avevano i loro spazi di follia, i loro riti sessuali assurdi eppure avevano creato delle società così ordinate… l’ho interrotta perché ero stanco e non riuscivo a seguirla.
Lei mi ha guardato.
“Pensavo a Giuda, babbo. Sì, quello degli apostoli. Pensa se non ci fosse stato Giuda. Come facevano a mettere in croce Gesù Cristo? E la resurrezione? E tutto il cristianesimo?
Pensa babbo, sono tutti intorno al tavolo: Gesù non è ancora risorto, è solo una persona molto convincente, è solo un paio di occhi che splendono più della media, a volte non si capisce neanche quello che dice;
Ma è toccato a Giuda, capisci? Doveva toccare a qualcuno per il bene di tutti”.
È rimasta qualche secondo in silenzio. Ci siamo guardati. I suoi occhi erano rossi, gonfi.
Ho abbracciato la mia bambina, non ho avuto parole, e ho bestemmiato Dio, perché mia moglie è morta, e non era lì, con me e con la nostra bambina.
(titolo orginale “Pietro”, riduzione 33% – da 1200 parole a 400 – by Leone Belotti editor
versione originale by Nicola Fennino writer, pubblicata in
http://scrittoriprecari.wordpress.com/2012/04/26/confessioni-qualunque-1/#comment-2961
imago: “in abiti succinti”, immagine di copertina dell’omonimo blog https://www.facebook.com/pages/In-abiti-succinti/191256350930780)