paper spam

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volantino_lidlok

il volantino, o flyer, è il re della spam cartacea,

ne sono intasate cassette delle lettere, androni, parabrezza delle auto.

Il 90% dei volantini stampati viene cestinato direttamente senza nemmeno essere guardato (e quelli sulle auto vengono gettati a terra).

Stabilire un’agenda per la riduzione del pubblicitario-cartaceo (carta plastificata, volantini, brochure, affissioni) è uno dei punti programmatici del manifesto di Ecologia Semiotica di Adv Zero (vedi post Adv Zero del 25-2-2013).

Ma non sarà facile. Già nel 2006 il sindaco di Alezio (Lecce) vietava la distribuzione selvaggia di volantini nel territorio comunale. Il Tar di Lecce l’ha prontamente sconfessato.

Poi ci ha provato il sindaco di Sarnico. Il Tar di Brescia gli ha dato torto, indicando nelle motivazioni argomenti di un certo peso come  “la libera iniziativa economica espressa dal volantino”. Simile sentenza dal Tar di Catania.

Da qualche tempo il Consorzio dei Navigli Lombardi, che gestisce la raccolta differenziata di una ventina di comuni dell’hinterland ovest di Milano, ha iniziato una campagna d’opinione (e boicottaggio ) contro i volantini.

Ora, nel giro di pochi giorni, i sindaci di Caserta (6 maggio), Crotone (20 maggio) e Foggia (30 maggio)  hanno emesso ordinanze di divieto del volantinaggio selvaggio.

In realtà i sindaci emettono queste ordinanze esasperati dai danni (e dai costi di smaltimento) causati dai volantini. Come scrive il sindaco di Crotone: “L’obiettivo è di evitare che le strade siano pavimentate con tappeti di depliant e volantini”.

La domanda sorge spontanea: per quale motivo i Tribunali difendono la spam cartacea, invasiva e inquinante? Che interessi tutelano (a danno dell’ambiente)?

Risposta facile: la GDO, la grande distribuzione organizzata, le catene di supermercati,

sono loro i padroni del volantinaggio, e ci spendono 1 miliardo di euro l’anno:

e ogni anno in Italia vengono stampati (e gettati) 12 miliardi di volantini,

una media di 200 volantini pro/capite (equivalenti, in carta, a un paio di libri) che ognuno di noi “getta via” causando un danno ecologico;

ma occorre anche considerare l’aspetto economico, perché è chiaro che alla fine li paghiamo noi, i volantini, quando andiamo a far la spesa,

e dunque questi 12 miliardi di euro di alberi-carta-monnezza significano una spesa annua  di 20 euro a testa (con i quali, di nuovo, avremmo potuto scegliere un paio di libri, che a differenza dei volantini, normalmente si conservano… )

in attesa che il Tar della Campania e della Calabria si pronunci a difesa della libertà d’opinione del 3×2 e del tutto a 1€, potremmo cominciare a distribuire o anche buttare per strada  Shakespeare e Hegel,

e conservare i volantini in libreria.