a proposito di advertising e diversamente abili (già disabili già portatori d’handicap)
e dell’appello da Sanremo della Littizetto ai big della GDO come Barilla e Nutella perchè inseriscano testimonial disabili o down nei grandi spot tv della “famiglia felice italiana”,
e sulla base del commento del mio amico P (Aiuto! Preferisco stare in comunità!),
e in seguito alla segnalazione fattami su facebook da Carlo Dal Lago, in merito alla voce “tambor” del calepinus bg moderno-it antico, che dà nome alla testata “il tambor”, organo d’informazione di una comunità disabili della val seriana, fatto e scritto da disabili,
mi permetto di avanzare una modesta proposta:
invece di aspettare e subire gli spot e gli zuccheri della Nestlè,
si cominci in ambito PDO-locale negozi imprese locali a fare piccola pubblicità su pubblicazioni come il Tambor, invece che sui superpatinati luxus (a Bergamo abbiamo più mirror-magazine che in interi paesi civili come l’Austria o la Danimarca)
sono convinti che a livello di immagine sia più sensato e redditizio per un negozio, una ditta, un laboratorio, un professionista fare pubblicità sul magazine della locale comunità disabili,
perchè con questo messaggio, siamo tutti disabili, si affronta la crisi, il deficit, e si impara a conviverci,
oggi abbiamo più da imparare dai margini sociali che non dalle elites,
non ci interessano più storie di successo, soldi, lusso, eterna giovinezza,
vogliamo imparare come poter vivere bene anche in tempi disgraziati.
Su “il tambor” si leggono articoli-recensioni come:
Albino è una grande città. C’è l’oratorio ma non ci sono mai andato. Non ci posso andare perché non è il mio oratorio. Ad albino c’è la discarica dove portiamo la carta. Dove c’è il Pellicano io conosco una ragazza gentile e bella. Jhony Rota
Di bello c’è la pista ciclabile, si cammina da Albino. Si va a piedi o anche in bicicletta fino a Cene dove c’è il parco giochi e i giardini pubblici. C’è la funivia che va a Selvino. Sono andato ancora con la funivia con gli operatori. Avevo la tessera per non pagare. Mi è piaciuto tanto, si vedevano i paesaggi giù a basso.
Al mercoledì c’è il mercato grande. Noi in comunità andiamo al mercato a fare la spesa. C’è il laboratorio del Pasquale: ci vanno i disabili a lavorare il legno. Mi piace di più la chiesa di San Giuliano, patrono di Albino. E’ la chiesa parrocchiale. Tutti gli anni vado alla messa di natale alla vigilia con Luca e qualche ragazzo della comunità Deinos. L’anno scorso siamo andati alla chiesa di San Rocco. I custodi ci hanno offerto da bere e sono molto bravi. Danilo Paris
Ad Albino di bello c’è il bar e la biblioteca e qualche bancarella e c’è anche il mercato. Di brutto c’è la chiesa e c’è la palestra e poi ci sono le scuole che sono brutte perché si scrive e si colora e uno si annoia e si stanca e suda quando scrive.
E poi è brutta la Valle del Lujo, è brutto il sentiero perché ci sono le vipere e le bisce e poi si inciampa e si cade e si rischia di prendere la storta alla caviglia. E poi di brutto c’è il fiume perché c’è la corrente e poi di brutto c’è il campanile perché è alto e suonano le campane e dà fastidio.
Di bello ci sono quelle commesse del Punto Scarpe perché ci danno 5 euro e c’è anche il caffè e ci fanno fare le cose facilissime. Qualche volta ci danno il cioccolatino e anche le caramelle e ci sono anche persone gentili. Juri Bonadei
(imago: il Tambor n157 aprile 2012, da cui sono tratti i testi citati)
tenchiù
Ciao! Dopo aver letto l’articolo sul Tambor, non possiamo che linkarvi il nostro blog, ovvero quello della rivista mutante Zeus!, scritta e illustrata dagli utenti ai servizi alla disabilità della cooperativa Il Cardo di Edolo (Bs).
Enjoy it!
Riccardo