immagino l’aereo biplano Ansaldo di Antonio Locatelli, quello vero, non un totem,
esposto come e dove si deve, in una bolla, cupola o piramide di vetro sullo spalto più alto delle mura, e in modo permanente,
a significare lo spirito bergheimer: capace di costruire mura dalle quali spiccare il volo!
Visibile dall’autostrada, un intervento di questo genere, costerebbe meno e avrebbe più effetto e significato delle centinaia di effimeri totem disseminati in città.
il caccia/ricognitore A1, il primo aereo militare italiano, soprannominato Balilla come il ragazzino-intifada genovese che innescò la rivolta contro gli austriaci,
fu costruito dall’Ansaldo, progettato da Umberto di Savoia, collaudato da Francesco Baracca e portato a imprese folli dal mitico “bergheimer” Antonio Locatelli, 3 volte medaglia d’oro al valor militare, che infine lo donò alla città.
venduto in centinaia di esemplari all’aviazione polacca, greca, messicana, lettone, russa e utilizzato dall’aviazione sovietica fino al 1928,
per decenni pezzo forte del museo storico della Rocca, attualmente “esiliato” al museo del falegname di Almenno, quello di Locatelli è uno dei 2 esemplari originali rimasti al mondo, oltre alla riproduzione fedele realizzata dagli americani ed esposta a New York.
Sarebbe ora di farlo diventare il monumento “aereo” che la “città della cultura” dedica a tutti coloro che osano “spiccare il volo” per “volare più alto”.
Imago by Athos Mazzoleni – FoodForEyes