the cinderella job

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CenerentolaMAdonna

Cenerentola va al festino del principe, ma il principe è imbranato,

lei a mezzanotte deve rientrare al night,

allora va sotto il tavolo, gli fa un pompino veloce

e quando riemerge sputa nel piatto e se ne va;

al che il principe la richiama: “Cenerentola! La scarpetta!”

e lei offesa: “Va bene il pompino, ma la scarpetta no!”

(Nota: nonostante questo sia un sito di letteratura sperimentale,

con rubriche specialistiche su letteratura senile, ecologia semiotica, neo-situazionismo, e un blog in latino forse unico al mondo,

nonostante si rivolga a specialisti, addetti ai lavori, intellettuali,

nonostante sia dotato di applicazioni per limitare gli accessi mainstream,

accade questo: che il maggior numero di accessi al sito da google viene dai tag “cenerentola porno” e “fotoromanzi porno”,

per colpa della succitata “favolaccia” riportata all’interno di un post memorialistico sulla para-letteratura pornografica

Morale della favola: puoi pubblicare 200 articoli “per intellettuali” con 2000 tag “cultura”,

ma dalla rete, cioè da google, ti arrivano sempre e soltanto utenti che cercano “cenerentola porno” e “fotoromanzi porno”,

che invece di trovare “immagini porno” trovano un sito pieno di “testi per segaioli mentali”, come mi ha scritto un lettore feticista che cercava “foto di piedi femminili”!

La Cenerentola-porno mi è stata raccontata da un 84enne in una casa di riposo.

Imago: Madonna in versione Cenerentola per Dolce&Gabbana)

47 TFIC – 14 paraletteratura rossa

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 ark17

14 paraletteratura rossa

lo scrittore di storie pornografiche

Bene. Io sono arrivato al rosa per caso, passando dal rosso, cioè dal porno.

Da ragazzino, quando mi aggiravo in bicicletta in Val Calepio, ero sempre molto attento ai margini delle strade, dove spesso si trovavano dei giornaletti porno.

La gente li buttava dal finestrino, i camionisti soprattutto.

Una volta si buttava tutto con naturalezza dal finestrino, a cominciare dal pacchetto di sigarette vuoto.

Oggi il porno è morto, il porno cartaceo intendo, essendosi polverizzato e virtualizzato nel processo di migrazione dapprima al video quindi al video amatoriale e al web, per cui oggi chiunque fa un porno e lo carica in rete.

Ricordo perfettamente quel giorno di moltissimi anni fa, quando infilai un foglio nella mia Olivetti intenzionato a scrivere la sceneggiatura completa per un fotoromanzo porno da proporre alla International Press, allora il più grande editore porno italiano (testate come Caballero, Le Ore, Cronaca Italiana).

Ricordo il viaggio in moto a Milano (guidando un Caballero 50!) per consegnare il mio dattiloscritto come aspirante autore minorenne di porno-sceneggiature per lettori maggiorenni.

La sede della International Press era a Milano, tra i navigli e la Bovisa, dove spuntano tre grattacieli identici, modello America, tutto vetro a specchio.

Uno di questi grattacieli, nel quale io entrai per sbaglio, era ai tempi, forse lo è ancora, la sede della Nestlè.

Ad ogni modo, del mio porno fotoromanzo, non seppi più nulla, ma mi venne in mente quindici anni dopo, forse per motivi freudiani (la storia apparteneva al sottogenere anale), quando un’amica  di amici mi dice che ha un contatto con un editore di settimanali rosa in cerca di nuovi autori di serie b o anche c.

Crisi.

Mi metto all’opera. Ed è a questo punto che mi torna in mente il mio vecchio soggetto-sceneggiatura porno.

Lo ritrovo nel solaio dei miei e mi metto a tradurlo da porno a rosa, un lavoro soprattutto lessicale, togli “mi masturbo a cazzo gigante” e metti “ti penso con tutto il cuore”, ma mantengo struttura, senso e trama del racconto, e lo mando a questo tizio che subito mi chiama e incontro,

è un vecchio lupo del settore, già editore dell’Intrepido e del Monello,

mi dice che sta per lanciare un nuovo settimanale femminile, c’è molto da lavorare, e io ho talento, dunque mi chiede di produrgli altri racconti-sceneggiature per fotoromanzi.

Così ne scrivo due, tre, quattro, passano due settimane, tre, un mese, due mesi, e questo nuovo periodico non nasce mai, così a un certo punto mando a quel paese il tizio e mando i mie racconti ai due leader di settore, Intimità e Confidenze.

Come mi disse con cognizione di causa una pornostar, il sesso stanca, se non c’è il sentimento. – segue

Imago: architetture sospese, www.jennifergandossi.it