compagno Chef Guevara

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Chi è nato in una famiglia operaia o popolare

fin da bambino ha vissuto il cibo come crescita, come quantità,

come materia prima da ingurgitare per  soddisfare l’amore protettivo.

Poi, raggiunta l’età adulta e un modesto benessere,

per mutare la quantità in qualità, la sazietà in piacere

e sentirsi ancorato al materialismo dell’origine,

si dedica alla cucina domestica e diventa Chef,

manipola tradizione e innovazione, natura e religione,

identità femminile e maschile, territori e recinti linguistici

con carni, pesci, verdure, paste e spezie,

diventa un propagandista dell’ideologia del cibo.

L’alimento, il cibo, è informazione e nello stesso tempo energia

che può essere trasmessa per comunicare valori e rafforzare la percezione di benessere.

La sua qualità intrinseca e le sue valenze sim­boliche possono essere utilizzate

per trasformarlo in veicolo di contenuti intangibili e immateriali

così, finalmente, è data l’opportunità a nullatenenti di tutte le età,

di ogni sesso, religione e colore

di potersi liberare dal bisogno

e nutrirsi di pensiero commestibile.

Ammettiamolo: il pensiero rivoluzionario è confluito nel cibo

grazie ad un esercito di ex rivoluzionari che sono diventati Chef.

Hic Rhodus hic salta

B.Horn

photo by 

http://paolomassimotestaphotography.tumblr.com/