un’impresa da Nullo

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Quando le autorità intercettano le lettere, è l’ora di posare la penna, e impugnare le armi.

Non serve Wikipedia, non basta Facebook per scoprire il padre, l’idolo di tutti i rivoluzionari moderni – Lenin, Mao e Che Guevara compresi – l’inventore dell’armata rossa, “il più bello dei mille”, il più incosciente, il più garibaldino: Francesco Nullo.

Per accedere al profilo Nullo, occorre qualche megabyte di follia, e la connessione lenta, occhi chiusi, capacità di regredire, e  risvegliare “lo spirto guerrier ch’entro mi rugge” per tornare a quei giorni, quell’anno diventato un programma, il 48.

Avere vent’anni e il futuro davanti, l’azienda di famiglia, e mollare tutto, a Milano al galoppo, sulle barricate delle cinque giornate: se la vostra coscienza vi dice di andare, andate! Si tengano i loro titoli, noi mostreremo quello che siamo!

Ferito, arrestato, liberato, eccolo tornare all’azienda, renderla florida, poi di nuovo a combattere, con i Cacciatori delle Alpi, cioè a “inventare” la moderna guerriglia partigiana,

quindi leader dei Mille, promotore dell’impresa e creatore delle camicie rosse divenute la divisa di tutti  i rivoluzionari (tinte a Gandino, con il rosso scarlatto usato per i paramenti sacri, e confezionate in S.Orsola, dalla fidanzata Celestina Belotti).

Più di 300 dei Mille erano bergamaschi, arruolati da Nullo in città alta, al Caffè del Tasso, ma il cuore dell’impresa è la Compagnia di Ferro, ottanta ragazzi, tutti studenti o artigiani, età media 22 anni.

Quel giorno a Calatafimi  la battaglia è ormai persa, la spedizione un fallimento, ma Nullo non ci sta, esce dalla trincea, e urla: Bergamasch, tocc inturen a me!,

e con una carica alla morte, ecco la Compagnia di Ferro fare breccia, e ribaltare la storia.

Poi, fatta l’Italia, fatto l’inciucio, Nullo poteva fare il ministro, l’eroe, il notabile, e invece no, disgustato dai Savoia, dalla politica, eccolo partire per un’altra guerra, proprio come farà Che Guevara,

contro i cosacchi, alla guida dei Legionari di Polonia, e morire così com’è vissuto, lanciando una carica impossibile, al grido libertà o morte!

Lo spirito Nullo è tutto in queste due scelte:  mollare tutto per amore della libertà, e non mollare quando non ti resta nient’altro che quella.

Quando il governo vedrà che volete, non oserà più insultarvi e schernirvi. Non ristate muti giovani italiani, alzatevi con voce potente!

FRANCESCO NULLO, 1826-1863,

(testo Leone Belotti/Calepio Press – imago: studio Temp per CTRL)

poscritto/retroscena “un’impresa da Nullo”:

far incontrare, o scontrare,  cultura alta, accademica, vetusta, e cultura underground, pop, giovanile è il vero lavoro degli operatori culturali:

l’idea di presentare e raccontare Nullo come icona ribelle-giovanile

è stata condivisa dapprima dai miei amici-collaboratori Calepio-Press e quindi dai miei vicini di redazione del magazine cartaceo CTRL,

piccola testata freepress indipendente di grande diffusione nel target teenager-ventenni,

che pubblica questo stesso testo come cover story del n. di Maggio.

A suo tempo, mesi orsono, sia Calepio Press che CTRL, separatamente e senza conoscersi, hanno presentato al Comune progetti di comunicazione vera, senza muffa, per tradurre i grandi personaggi storici bergamaschi nel linguaggio contemporaneo,

cioè nel web, sui social, nei luoghi di ritrovo, dove si fa musica, arte, grafica, design, immagine,

parliamo di progetti di nuova concezione, non pensati semplicemente per spendere soldi pubblici con iniziative ingessate (il libro accademico, la conferenza accademica, le celebrazioni ufficiali) ma vere e proprie start-up, in grado di coinvolgere gruppi, comunità, aziende, locali, attivando blog, producendo t-shirt, organizzando serate, concerti, happening,

il Comune non ha degnato di alcuna attenzione o risposta seria né Calepio Press, né CTRL, e tantomeno i progetti presentati,

liquidati come “bellissimi progetti, purtroppo non ci sono soldi”.

Strana risposta per idee che chiedevano in primo luogo spazi,  collaborazioni, opportunità.

Poi accade che in puro spirito inciucio la giunta di centrodestra sovvenziona (ma non avevan detto che non c’erano soldi?) una “parrocchia” culturale di sinistra, come l’Isrec (centro studi sulla Resistenza)

che in modo piuttosto opinabile (e sciatto) mette in piedi la sua propaganda di Nullo come antifascista ante-litteram, corredata da opera-performance (non realizzata) dell’artista di nome (Longaretti, il nipote) e polemica finale, con tanto di interpellanza dell’antifascista di nome (Bruni, il figlio) contro la Giunta, rea di averli… sovvenzionati

(testualmente, dal comunicato stampa Isrec: “Isrec si è trovato nell’assurda situazione di essere stato incaricato di gestire progetti sovvenzionati dal Comune che, però, durante le celebrazioni effettivamente compiute, non hanno avuto nessuna attenzione, seppure in programma”).

Da ridere, e anche da incazzarsi, se pensi che usano i soldi pubblici per lamentarsi delle cose che non hanno saputo fare (con i soldi pubblici).

Morale della favola: le iniziative sovvenzionate dalla giunta e realizzate dall’opposizione si sono risolte in beghe di potere interne al palazzo, e hanno avuto risonanza pubblica zero, partecipazione zero e capacità zero di fare “vedere” Nullo alle giovani generazioni;

la cover story CTRL-Calepio Press, considerata zero e sovvenzionata zero dal Comune, ha raccolto migliaia di consensi on line, e non solo:

il prestigioso Post, il più grande sito d’opinione in Italia, l’ha inserita tra le 10 migliori copertine in edicola in Europa (le altre: Wired, Time, The Economist, Vogue, Paris Match, Le Nouvelle Observateur, Vanity Fair, The New York Time Magazine)

che sarebbe come prendere la stella Michelin per una piccola trattoria di quartiere aperta da quattro amici in due stanze:

ignorati nella piccola città, si coprono di gloria a livello internazionale! un’impresa da Nullo!

davvero un peccato non poter vantare su questo trofeo il patrocinio del Comune di Bergamo o del comitato Bergamo2019…

e pensare che saremmo stati onorati di poterlo utilizzare anche senza alcuna sovvenzione…

per la prima volta nella mia vita mi sarebbe piaciuto poter scrivere parole come “un ringraziamento particolare all’assessore alla cultura, a quello delle politiche giovanili, a quello del turismo, al presidente dei commercianti, degli artigiani, al vescovo”

invece dico grazie ragazzi a Athos, Federico e Paolo Massimo e a Matteo, Nicola e Francesca di CTRL, e va bene così.  Leone 

libertà o morte

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NulloPoster2

il 5 maggio 1863, guidando i Legionari di Polonia a una carica “libertà o morte” contro i Cosacchi, moriva giovane e lontano dalla sua Bergamo, “il più bello dei mille”, Francesco Nullo,

eroe talmente nitido, che chiunque potrebbe appropriarsene, purchè estremo,

di estrema destra, perchè militarista, patriota, guerrafondaio, protofascista,

di estrema sinistra, perchè internazionalista, guerrigliero, insurrezionalista, e soprattutto inventore della divisa poi di tutti i rivoluzionari, la camicia rossa,

di estremo centro, perchè idealista, libertario, radicale, anticlericale, imprenditore sovversivo,

di fatto l’hanno messo in un angolo a fare la figurina del Risorgimento,

perchè Nullo oggi fa paura, uno capace di mollare tutto per la libertà, e non mollare quando  non è rimasta che quella,

uno che distribuiva volantini con scritto “quando le autorità intercettano le lettere, è ora di mollare la penna e impugnare le armi”, e così facendo ha reclutato in città 300 garibaldini su 1000

uno che poteva essere ministro, dopo aver guidato la spedizione dei Mille, e invece, schifato dai Savoia, dall’inciucio, con gli amici reduci garibaldini parte per la Polonia, perchè “dove si combatte per la libertà, là c’è la mia patria”

esattamente come  farà Che Guevara 100 anni dopo andando a farsi ammazzare in Bolivia.

Nell’immagine, poster commemorativo realizzato da Athos Mazzoleni e Leone Belotti,

rifiutato dal Comune di Bergamo, ma è comprensibile,

nel comitato Bergamo2019 la Curia è voce e sponsor principe,

e qui stiamo parlando di uno che intendeva impiccare l’ultimo papa

con le budella dell’ultimo re.