adv 730 d.C.

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iconoclastia

tratto da un adv master, trascritto a memoria e tradotto a senso (originale in inglese, relatore un grande art director italiano, generazione sessantottina): “l’immaginetta della Madonna è la base di due millenni di pubblicità; il cristianesimo è l’anima dela pubblicità, l’arte sacra il fondamento della società dell’immagine, questo lo sanno tutti, eppure c’è stato un momento, tra il 730 e il 787 d.c. in cui ogni icona è stata distrutta e vietata per editto di Leone III l’Isaurico, imperatore bizantino. Per 50 anni siamo stati tutti icononoclasti, compreso Carlo Magno, fino a quando su iniziativa della principessa Irene (che dormiva con due immaginette nascoste sotto il cuscino) il culto delle immagini fu ristabilito, e gli iconoclasti  scomunicati.

Il vero paradosso è che l’azienda più vecchia e grande del mondo, che per prima ha inevtato la pubblicità, ovvero la chiesa cattolica, sia oggi totalmente incapce di usare anche al minimo tutta la potenza dell’arma da lei stessa creata.

L’immagine della chiesa cattolica non corrisponde alla sua realtà.

Leone XIII con l’enciclica Rerum Novarum aveva dato la direzione giusta, la chiesa deve misurarsi con i nuovi strumenti di comunicazione di massa. Ma non deve limitarsi a inseguire, deve porsi all’avanguardia, occupare col messaggio gli spazi pubblicitari, i centri commerciali, porsi a modello, interpretare senza paura la forza dirompente del vangelo, coinvolgere artisti, intellettuali, questo è il messaggio del nuovo papa, Leone XIV, che nel solco del tredicesimo ha titolato Rerum Novissimarum la sua enciclica, e invita tutti i creativi senza incarico a lavorare come gli antichi maestri per l’unico committente degno, il papa, l’ecclesia, la comunità universale”.