novissima aetherea verba

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leo14-1

internet: aether (etere, aria)

social network: aetherea civitas  (comunità eterea)

facebook: facies liber 

youtube: tu video

tweet: garrit (cinguetta)

linked In: insignator

televisione: videoraclum

telefonino: corninu 

smartphone, iphone: visuvox, televox 

tablet : aetabula, abbreviazione di aelektronica tabula

email : aepistula, abbreviazione di aelektronica epistula

sms: brevitex, abbreviaz. di brevis textus nuntius (short message service)

file: aedoc, abbreviaz. di aelektronicum documentum, indeclinabile

software: laevis res 

hardware: gravis res 

copy right, diritto d’autore: auctoris ius 

copy left, diritto d’utente: utoris ius 

video: video 

audio: audio 

link: uncus (gancio)

share: divide (…et impera)

web master aemag, abbreviaz. di aetheris magister

web designer aepictor, abbreviaz. di aetheris pictor

sistema operativo: logos, indeclinabile

blog:  blogos, indeclinabile

programmatore: logitor, abbreviaz. di logos cogitator (o computator)

login : login, abbreviaz. di logos intra

logout: logex, abbreviaz. di logos exit

like : placet, indeclinabile

Explicatio: dua sunt latinorum praecipua (…) > due sono le scuole di pensiero principali sulla creazione di nuove parole in latino: una fa riferimento al Vaticano, l’altra al mondo accademico anglosassone.

 La scuola vaticana predilige evitare i neologismi e creare “circonlocuzioni sostitutive” utilizzando il latino ciceroniano.

La scuola anglosassone invece elabora neologismi sulla base dello storico linguistico considerando tutto il latino, dall’arcaico al tardo macheronico-volgare.

Poi c’è una terza scuola, espressionista, sintetica, molto advertising, costituita da copy writer, studenti di liceo, creativi, interessata in primo luogo alla pregnanza, alla vitalità semiotica. 

Questa terza scuola segue tre strade: neologia pura, neosignificazione,  abbreviazione-acronimia di circonlocuzioni, seguendo lo stile sms-tvb che è poi una ripresa della modalità lapidaria latina.

Esiste una grande analogia tra le lapidi latine, piene di abbreviazioni, e la scrittura synt degli adolescenti, fatta di acronimi, sigle, abbreviazioni.

Come scrive Giancarlo Schirru, glottologo, “il fenomeno che più attira l’attenzione di molti osservatori è la ripresa di vitalità nella scrittura sms di tutti i sistemi abbreviativi che hanno costellato la storia della scrittura latina”. 

A questa scuola appartiene Leone XIV,  aethereus pontifex (alias Leonidas Calepinus in saeculiis), che oggi pubblica nei “supplementa lexicon neolatinae linguae” una silloge di vocaboli tecnici-informatici relativi a internet.

Molti di questi nuovi vocaboli latini, sono in realtà dei grecismi (logos, aether, aelektronicum,  tele-) o parole latine (placet, cornu) semplicemente risignificate, per cui il “placet” imperiale o curiale diventa ipso dictu il placet facebook, o il cornu con il quale il comandante dava ordini “sonori” diventa in diminutivo il telefonino (corninu).

Altri sono sigle o abbreviazioni di circonlocuzioni: si veda ad esempio la lezione “aepistula”, pronuncia “epistula”, abbrev. di aelektronica epistula, o simil. aetabula, aedoc, aepictor etc.o il “brevitex” per “brevis textus nuntius”, ossia “short message service”, sms. 

Proxime: novissimae iuventutis verba (prossimamente: neologismi del linguaggio giovanile) 

(imago: stemma pontificio Leone XIV by FoodForEyes)

mortuorum picta imago non imprimatur

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LECO_DI_BERGAMO_04-02-2014-nonno-umberto

dal blog personale del direttore marketing de l’eco, in merito alla vera novità della pagina dei morti de l’eco, le foto a colori:

… è andata che dopo la bellezza di 134 anni – d’altronde L’Eco di Bergamo è del 1880, mica ieri – è andata dicevo che mia nonna oggi è stata la prima defunta a colori proposta nelle necrologie

.… le immagini in bianco e nero richiamano un tempo irrimediabilmente lontano.

…oggi il bianco e nero ha poco senso: difficile trovare laboratori che lo trattano, macchine fotografiche che lo realizzano come si deve,

… io sto tra coloro che per le necrologie preferiscono il colore: mi pare che il bianco e nero renda il defunto più lontano, lo confini in un altrove inaccessibile e indecifrabile.

… mi piace che il defunto sorrida, un solare richiamo alla vita da parte di chi, avendola appena lasciata, è in grado di apprezzarla in ogni sua curva e piega.

> commento di Leone XIV:

mortuorum picta imago non imprimatur

et ridens non mortui sed hyeanae facies est

(l’immagine dei morti a colori non ha l’imprimatur, ed essere sorridente non è l’espressione del morto ma della iena).

memoria virescit icona

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IconeNazi

la memoria sboccia con l’icona, 

ogni giorno, in ogni relazione umana e sociale è presente il senso, l’attualità di auschwitz,

la fabbrica dei corpi, l’iper sorveglianza, lo sterminio organizzato, razionale, scientifico,

l’incapacità di dire no, l’eseguire gli ordini, il non vedere, il non sapere, la banalità del male,

in ogni momento della nostra vita siamo davanti a scelte etiche, e non le vediamo,

vediamo le icone, e nelle icone vediamo quello che vogliamo,

e vogliamo regole, ordine, benessere, test, polizze, figli biondi e sani, fabbriche modello, dominio tecnico sulla natura e sulle razze inferiori,

vogliamo icone semplici e facili da usare,

no zingari in giro, si lavoratori sedentari, e possibilmente molto lontani da noi,

è questo il regno della tecnologia occidentale, che si chiami 3°Reich, G8, Apple o Web 2.0,

è un mondo recintato, a controllo totale, motorizzato da una logica perversa:

l’eliminazione del diverso,

e l’estensione del dominio globale, del lager globale

dove si vive in sicurezza, prigionieri di se stessi.

by Leone XIV – latin version not available – imago: le icone usate ad Auschwitz per taggare i prigionieri

ignorantissima mattarellum aut matellam in capitem

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socrate_e_santippe

ignorantissima et formosa perfecta est mulier

dixit Socrates et pulchram Xantippem uxorem duxit

sed ea mox fessa verbosissimi coniugis

hysterica et furiosa ingiurias in publico et contumelias domi in maritum iacebat

et filios monebat vae vobis si virtutem et sapiantiam secuti estis sicut pater vester

et cum Socrates nocte silens redebat mattarellum aut matellam in capitem eius deturbabat

Atheniensis vir primus auctoritate et sapientia in potestate uxoris flagitiose erat

ergo Alcibiades amico querit cur eam derelinquendam non esset

et Socrates respondit Xantippem sibi optimam palestram vitae esse

lata foemina lata omnia

la moglie perfetta è molto ignorante e molto formosa disse Socrate e condusse in sposa la bella Santippe,

ma lei presto stanca del verbosissimo coniuge isterica e furiosa lanciava al marito insulti in pubblico e offese in privato e ammoniva i figli: guai a voi se seguite la virtù e il sapere come vostro padre,

e quando Socrate la notte rientrava silenzioso gli rovesciava addosso il mattarello o il pitale dell’urina,

il primo nobiluomo Ateniese per autorità era scandalosamente soggiogato dalla moglie,

perciò Alcibiade chiese all’amico perchè non la lasciasse e Socrate rispose che Santippe era per lui la miglior palestra di vita: sopportata la femmina, si sopporta tutto.

(imago: Reyer van Blommendael, 1628-1675, Santippe rovescia il pitale in testa a Socrate)

ignora legem

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singer_jim_morrison-209174

ignora legem

et singolare ius tibi statutum erit

ignora futurum

et fornicando bibens carpe diem

ignora te ipsum

et ferina ignorantia ultra te ferat

ignora omnia officia

et si pro vivere tibi reptandum est  exsurge et exi

(ultra ignorantis adclarati manifestus

male viventis in turbae cultus Leo XIV fecit)

ignora la legge e ti faranno le leggi speciali

ignora il futuro e vivi alla giornata facendo sesso mentre bevi

ignora te stesso e l’ignoranza bestiale ti porterà oltre

ignora ogni obbligo

e se per vivere devi strisciare, alzati e muori

(manifesto dell’ultra ignorante dichiarato mal-vivente nella cultura di massa

by Leone XIV ex catilinarie-elogio della follia-jim morrison remixed and latino traducta)

ultra Noceram Inferiorem Lecta non intellegit

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nocerainf

ultra1 Noceram Inferiorem Lecta2 non intellegit

una svelatum est artificium pallae pedestrorum

tum duumvir3 Lecta maximum rigorem invocat4

et veritatem expellit quod spectaculorum regula sacra est

de facto ludi toti sunt ficti et facti ad plebem narcoticam reducendam

similia sunt pedestrorum et ministrorum mendacia

similmodo in arena et in foro plebis in girum capta est

ad hoc caput mundis populum in arbore reducit5

ergo situ actionistarum palindromum6 nobis virescit

in girum imus nocte et consumimur igni7

lecta dextra aut sinistra verba volant ibidem

Letta non capisce al di là di Nocera Inferiore:

per una volta che si rivela la finzione del sistema calcio,

subito il duumviro Letta invoca il massimo rigore

ed espelle la verità in nome della sacralità delle regole dello spettacolo.

Di fatto tutti gli spettacoli pubblici sono finzioni finalizzate a narcotizzare la massa

le sceneggiate dei calciatori sono simili a quelle dei ministri

la massa è presa in giro nello stesso modo allo stadio e nella vita civile

a questo scopo la capitale del mondo trasforma il popolo in una pianta

per contro a noi fiorisce il palindromo dei situazionisti

“andiamo in giro di notte e siamo consumati dal fuoco”

le parole volano nello stesso posto lette da destra o da sinistra

(note:

1 Ultra: allusione, riferimento etimologico al fatto di cronaca sportiva con protagonisti gli Ultras della Nocerina cui è stato impedito dal prefetto, per motivi di ordine pubblico “preventivo”, l’ingresso allo stadio di Salerno  in occasione del derby Salernitana-Nocerina, atteso da anni, nonostante i tifosi avessero rispettato tutta la normativa di controllo prevista dalla cosiddetta “tessera del tifoso”.

Con un’azione dimostrativa imprevedibile e mai vista, i tifosi della Nocerina sono riusciti a sabotare il regolare svolgimento della partita avvalendosi di uno stratagemma del regolamento del giouco del calcio, che prevede la sospensione della partita nel caso in cui una squadra, a causa di infortuni ai giocatori, rimanga con meno di 7 giocatori. Al primo minuto della partita, infatti, la Nocerina effettuava le tre sostituzioni, quindi nel giro di pochi minuti uno dopo l’altro 4 giocatori al primo contatto di gioco stramazzavano a terra, costringendo infine l’arbitro a sospendere la partita.

In seguito è stato detto che i giocatori sono stati minacciati e costretti dagli Ultras a recitare questa “sceneggiata”.

Lo scopo “politico” di questa “azione dimostrativa pacifica” era quello di reclamare il diritto dei tifosi a sostenere al propria squadra. Il risultato è stato quello di scatenare una nuova campagna d’opinione contro “la violenza degli ultras”.

2  Lecta: si riferisce al primo ministro Letta

3  Duumvir: duumvirato, triumvirato, quadrumvirato sono forme di governo in condivisione con uno, due o tre “colleghi”

4  Letta ha definito “fatti gravissimi” e dichiarato “tolleranza zero” agli ultras.

5  allusione a Roma (caput mundi) e al curioso caso etimologico di “piazza del popolo”: così chiamata per la presenza di un grande pioppo,“populi”, che in latino può significare sia popolo che pioppo.

6  ”palindromo” è una parola (es: osso, kayak) o una frase (es: arte tetra, elica facile) che può essere letta indfferentemente da sinistra a destra o da destra a sinistra.

già usato da Baudelaire e dagli Scapigliati, ripreso dai neosituazionisti, è anche il titolo del film-manifesto di Guy Debord)

Imago: Il Giardino di Daniel Spoerri, Seggiano (Grosseto)

Text by Leone XIV – CalepioPress, “scripta latina in aethera una”

 

fictos flores date mihi

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MuchaPart21898

nolo veros narcissos

nec amo lilia et veras rosas

quorum natura mihi acerbitatem et taedium et poenam afficit

date mihi fictos flores

in vitro et auro uniones distinctas cum perfectissimis frondibus et foliis

forma quae non reclinat neque deflorescit nec dissolvit

non voglio narcisi veri

io non amo i gigli né le rose vere

la loro natura mi amareggia, mi stanca, mi dà pena

datemi fiori finti

perle lucenti nel vetro e nell’oro, con rami e petali ideali,

forma che non reclina, che non sfiorisce e non si decompone

Costantino Kavafis, “Datemi fiori finti”, 1903,

Latina versio 2013 by Leone XIV

Imago: Alphons Mucha, 1898.

pro labore pugnare nos doce domine

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PapaFrJunior

Specta nos Domine

Specta hoc civitatis insulaeque

Specta familias nostras

Tibi labor non defecit Domine

Faber lignarius fuisti beautus

Nobis labor deficit

Idola dignitatem nobis subducere volunt

Et iniqua rationes spem nobis abigere

Domine adiuva nos ad nos ipsos adiuvantes futuri esse

Et oblitterata cupiditate adiuva nos ipsos in fieri populus progressum agens

Pro labore pugnare nos doce Domine

Signore Dio guardaci, guarda questa città e questa isola, guarda le nostre famiglie. Signore a te non è mancato il lavoro, hai fatto il falegname, eri felice.

Signore ci manca il lavoro.  Gli idoli vogliono rubarci la dignità.

I sistemi ingiusti vogliono rubarci la speranza.  Signore aiutaci ad aiutarci tra noi, a dimenticare l’egoismo e a sentire il ‘noi’, il ‘noi popolo’ che vuole andare avanti.

Insegnaci a lottare per il lavoro.

(Discorso a braccio di Papa Francesco in Sardegna;

imago: Jose Mario Bergoglio in pubertà 

Traduzione in latino by Leone XIV)

47 tentativi fallimentari d’impresa culturale – 11

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Pierina

11 Paraletteratura cattolica

Le opportunità dell’iconografia cristiana

Un grande art che mi ha fatto da magister (oltre che farmi lavorare con lui per alcune agenzie storiche) il primo giorno nella grande agenzia mi ha detto:

adesso ti porto in un posto dove ti terrò una lezione sostitutiva dei 4 anni di scienze della comunicazione o similari.

Mi ha portato in una chiesa.

Tra una bestemmia e l’altra, mi ha detto: l’immaginetta della Madonna è la base della pubblicità, qualsiasi foto pubblicitaria si basa sull’arte sacra, qualsiasi spot non è altro che il remake della scena di Adamo ed Eva, dove tu, il pubblicitario, fai la parte del serpente.

Nelle vite dei santi ci sono già tutti i miracoli del nuovo rasoio, del nuovo detersivo, della nuova sottoveste.

Ti serve un nuovo eroe, un testimonail ideale? Cerca il santo giusto, riportalo in vita, efficacia garantita.

Nell’iconografia sacra, composizione, taglio immagine, toni, uso della luce c’è già tutta la pubblicità di moda. D’accordo.

Quello che non ho ancora capito, e che lui si è sempre rifiutato di spiegarmi (lo capirai da solo) è come mai questo ricchissimo patrimonio narrativo-iconografico, sia oggi così poco e male utilizzato dall’azienda in questione (la chiesa).

Mi spiego. Fino al Sette-Ottocento l’iconografia sacra è stata il media-linguaggio leader,  continuamente rinnovato. Con l’arrivo dei linguaggi laici, dell’arte laica, dell’immagine laica, dagli impressionisti in poi fino alla pubblicità, alla fotografia, alla tv e al web, il linguaggio del messaggio-azienda cattolico ha smesso di evolversi.

La mia domanda è: perché l’immagine cattolica è così vecchia, triste, perché le immaginette sono ancora quelle degli anni Cinquanta, perché qualsiasi cosa dal bollettino parrocchiale ai paramenti sacri è rimasta ferma a un gusto superato, poco attraente?

Sono convinto che rinnovare il linguaggio arte sacra-immagine coordinata del leader di mercato religioso – la chiesa cattolica – sia una dei pochi grossi business di comunicazione rimasti.

Ogni volta che mi capita di lavorare per qualche azienda del gruppo Vaticano ci provo.

Così, quando un editore cattolico mi chiede testi e idee per un libro fotografico sulle chiese barocche della diocesi, propongo e realizzo un format inedito, una specie di foto-romanzo devozionale di gusto contemporaneo

(cos’altro sono i servizi moda di Vogue dove un’allucinata anoressica seminuda si aggira con espressione mistica in qualche location straniante?).

Le immagini delle diverse basiliche illustrano brevi “romanzi paralleli” che hanno questo schema: il narratore è un peccatore che in prima persona, in flusso di coscienza-preghiera, tra i banchi della chiesa, confronta le vite dei santi del posto e la sua vita di peccatore moderno.

Il libro viene pubblicato e dato in omaggio a decine di migliaia di persone (non ricordo se correntisti di una certa banca o abbonati di un certo giornale o entrambe le cose).

Vengo a sapere che piace molto al segretario del vescovo, un po’ meno al vescovo.

Accetto di scrivere testi per un Museo Diocesano, ho un mio tavolo nel centro studi che fa parte della struttura, ma dopo due giorni nella cripta circondato da memento mori sono già sessualmente frustrato come quelli che ci vivono da vent’anni.

Esco a bere un caffè e quando rientro scrivo: “Malattie stagionali primaverili/ la città comincia a pullulare di donne mozzafiato e tu soffri d’asma: raffreddore da figa”.

Fine della mia esperienza di Church-writer. E pensare che ero già diventato papista, e propugnavo la Chiesa come committente di ogni opera della spirito.

Crisi.

In seguito, in varie occasioni ho proposto a fotografi amici, sempre in cerca di temi per un calendario fotografico, di realizzare un calendario (con modelle, location, abiti e truccatori) di sante e santi da riscoprire, adatti ai tempi.

Più d’uno si è molto eccitato all’idea, che poi non ha avuto seguito. Troppo difficile.

Crisi.

Più recentemente con Athos Mazzoleni e Mattia Dal Bello, per far vedere questa mia idea dell’attinenza tra arte sacra e fotografia di moda, ho creato una performance e un video dal titolo “Macabre Dance 2011” (visibile in http://vimeo.com/34066507) dove un affresco capolavoro d’arte sacro-funeraria medievale (la Danza Macabra di Clusone) viene affiancato da affissioni di pubblicità moda, con effetto di doppia perversione, per cui le pitture sacre paiono sexy mentre i modelli delle griffe si rivelano macabri.

L’abbiamo mandato al premio arte Laguna, sezione video-art, alla selezione finale la giuria si è divisa, niente premio.

Crisi.

Nel contesto barocco delle basilica, però, mi viene una nuova idea. Creare un gruppetto di musica pop, i cattogay, che sono tre chierichetti, con incenso, campanellino e smorzacandele, che canticchiano un motivetto tecno-dance che ha come testo: mi pento e mi dolgo, o Gesù d’amore acceso, non ti avessi mai offeso, e altri catto-haiku.

Lo proponiamo a Gian Franco Bortolotti, già produttore di hit dance come “Touch me” con la sua etichetta “media records”.

A Bortolotti l’idea piace, mi chiede di scrivere il testo definitivo mentre lui cerca gli interpreti adatti. Sul più bello un giorno leggiamo sul Corriere: “Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati”, recita Madonna nel suo nuovo album in un brano-confiteor che si intitola non a caso «I’ m a sinner» («Sono una peccatrice»). Il disco esce il 26 marzo in tutto il mondo. Promette faville, anzi di più, visto che ha totalizzato il più alto numero di prenotazioni della storia di iTunes.

Fine del progetto “mi pento e mi dolgo”.

Crisi.

Dopo quest’ulteriore delusione, ho scavalcato il fosso, mi sono immedesimato nel prossimo papa, Leone XIV, e ho scritto un’enciclica, la Rerum Novissimarum, versione turbo della Rerum Novarum ottocentesca di LeoneXIII, sorta di manifesto degli indignati cattolici, in opposizione al conservatorismo destrorso di Papa Razzi.

Chi poteva prevedere di essere scavalcato dalla realtà, e ritrovarsi un vero papa super-sovversivo come il mitico Cecco della Pampa?

Crisi.

(imago: Anima Virgo-Pierina Morosini by Athos Mazzoleni,

prove d’immaginetta per NaturalMente2013)

biblica erotica – canticus canticorum

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2-amore-e-psiche_canova1

statura tua assimilata est palmae et ubera tua botris

ascendam in palmam
et apprehendam fructus eius


et erunt ubera tua sicut botri vineae 
et odor oris tui sicut malorum

guttur tuum sicut vinum optimum 
dignum dilecto meo ad potandum 
labiisque et dentibus illius

veni dilecte mi egrediamur in agrum et commoremur in villis


mane properabimus ad vineas 
videbimus si floruit vinea si flores aperiuntur si floruerunt mala punica


ibi dabo tibi amores meos

mandragorae dederunt odorem 
in portis nostris omnia poma optima 
nova et vetera dilecte mi servavi tibi

sei statuaria e slanciata come una palma, i tuoi seni sono come grappoli

salirò sulla palma, coglierò i grappoli di datteri

siano per me i tuoi seni come grappoli d’uva e il tuo respiro come profumo di mele

il tuo palato è come vino squisito che scorre morbidamente verso di me e fluisce sulle labbra e sui denti

vieni, amato mio, andiamo nei campi, passiamo la notte nei villaggi

di primo mattino andremo nelle vigne e vedremo se germoglia la vite, se le gemme si schiudono, se fioriscono i melograni: là ti darò il mio amore

le mandragore mandano profumo; nei nostri pertugi ogni specie di frutti squisiti, acerbi e maturi: mio amato, li ho conservati per te

Biblica Erotica-  Leone XIV –  Canticus Canticorum 7, 8-14

imago: Amore e Psiche by Antono Canova