trabem in oculo tuo

play this post

(sulla veranda di Gori, e sulla voragine della Rocca)

41 Quid autem vides festucam in oculo fratris tui, trabem autem, quae in oculo tuo est, non consideras? 
42 Quomodo potes dicere fratri tuo: “Frater, sine eiciam festucam, quae est in oculo tuo”, ipse in oculo tuo trabem non videns? Hypocrita, eice primum trabem de oculo tuo et tunc perspicies, ut educas festucam, quae est in oculo fratris tui.

Luca 6, 41-42

Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: “Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, mentre tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”

La vicenda della veranda di Gori mi fa ridere, e piangere. Va bene, Gori ha messo i vetri fissi alla veranda, ha fatto 4mq  di abuso edilizio (in casa sua).

Ma uscendo dalla veranda di Gori, e camminando 4 minuti, percorrendo 100 metri nel parco Moroni, si arriva giusti giusti sulla voragine a cielo aperto in abbandono da 5 anni, doveva essere un park interrato, per farlo hanno raso al suolo il polmone verde di città alta, l’ex bosco faunistico e tagliato gli alberi della memoria (per i caduti di tutte le guerre), poi ci hanno discaricato sostanze tossiche (e siamo nella zona protetta del parco dei colli) poi hanno sigillato il cantiere…

fatto il disastro, l’hanno lasciato lì: e oltre al danno, la beffa: da cinque anni il comune, cioè noi, versiamo alla società parcheggi tutti gli incassi dei parchimetri (così era l’accordo…) come se uno dovesse pagare l’affitto o il mutuo di una casa mai costruita…

nel video “marzo 2009 – il morbo di Parkheimer” puoi vedere immagini di allora del disastro, anche allora eravamo in periodo pre-elettorale (ascolta l’autoradio in sottofondo: il governo varava la social card: oggi 5 anni dopo stanno ancora elaborando le graduatorie, e non è stato erogato 1 euro di fondi stanziati, e intanto la gente si suicida),

passati cinque anni è tutto fermo e la Rocca è sempre pericolante, la voragine sempre a cielo aperto (sono cresciuti un po’ di rovi) nessuno ha preso provvedimenti, nessuno è stato condannato, milioni pubblici al vento, area verde perduta, e a chi importa, chi ne parla?

Si parla della veranda di Gori, è questo che fa notizia, un abuso di 4 metri di giardino privato, e tutti ne parlano, in poche ore arrivano i vigili, si chiarisce la questione e chi ha sbagliato paga…

mi viene da ridere/piangere pensando a quei vigili che misurano la veranda di gori col centimetro: se si alzassero in piedi, se alzassero gli occhi potrebbero vedere un abuso-disastro di migliaia di metri cubi di parco pubblico deturpato,  e milioni di europubblici bruciati, da 5 anni sotto gli occhi di tutti, e non si fa niente, nessuno ne parla…

e nessuno che abbia chiesto ai candidati sindaci: che cosa pensate di fare con il disastro della Rocca?

(video 2009 by Benedetto Zonca e Leone Belotti per TotanoBastardo Channel)

qui mio nonno mi disse che suo nonno…

play this post

vvvv

salendo la scala del condannato dal convento di San Francesco alla Rocca, al gradino 75/100 si prenda il cancellino a sinistra, e dopo 20 metri ci si trova qui, ai piedi della Rocca, bastione esterno nord-est:

in questo luogo, mi disse mio nonno 40 anni fa, suo nonno (cioè il mio trisavolo) insieme ad altri volontari, al comando del 25enne Gabriele Camozzi, aveva combattuto nella primavera del 1849, assediando ed espugnando la rocca,

quando, a causa della “politica” piemontese, Bergamo fu “restituita” agli austriaci, molti di quei ragazzi furono incarcerati in san francesco e in seguito fucilati in rocca,

questo fino a qualche anno fa era anche l’accesso al bosco faunistico,

scendendo a sinistra attraverso un percorso fantastico, tuttora praticabile, tra scalette di pietra e terrazze panoramiche immerse nel verde,  si raggiunge dapprima il terzo chiostro del convento, dove d’estate si bevono gli aperitivi, poi l’uscita dal convitto su via s.lorenzo, all’altezza di via tassis,

invece, il sentiero di destra conduce alla frana-voragine, che ha preso il posto del parco-bosco, che era il polmone verde di città alta, e attraverso un sentiero nel sottobosco univa la fara alla rocca,

quel giorno con mio nonno doveva essere autunno, ricordo il sentiero come un tappeto di foglie gialle e rosse,

oggi di quel sentiero restano questi venti metri, che ho pietosamente ripulito dall’immondizia prima di scattare la foto

de architectura nullus ordo bergomi

play this post

RoccaFrana

Con un certo coraggio l’Ordine degli Architetti di Bergamo promuove e invita i cittadini sabato 29 marzo al Foyer del Teatro Donizetti al convegno “(IL) Capitale della Cultura”, dedicato al rapporto tra politiche culturali e sviluppo urbano.

Nel comunicato si legge: “Sullo sfondo, ben presente nell’immaginario cittadino, campeggia l’eliminazione dalla short list delle candidature a Capitale Europea della Cultura 2019. Senza voler entrare direttamente sulle ragioni dell’esclusione, si è ritenuto necessario offrire, a distanza di qualche mese, una riflessione che permetta di non disperdere il patrimonio di lavoro compiuto. Sarebbe infatti auspicabile che si riparta da quanto fatto per dare vita ad una nuova progettualità più partecipata…”

Il programma prevede i saluti, l’assessore, gli esperti internazionali, l’archistar (Stefano Boeri) e infine è previsto l’intervento dei tre candidati sindaci Gori, Tentorio e Zenoni.

Invece, entrando direttamente nelle ragioni dell’esclusione (la mancata partecipazione) si dovrebbe dire che il lavoro svolto è risultato non solo inutile, ma deleterio, e dunque si dovrebbe ripartire lasciando perdere quanto fatto dalla giunta Tentorio, e andare nella direzione opposta:

piedi per terra, e partecipazione attiva,

questo vorrebbe dire che l’ordine degli architetti invece di fare convegni di riflessione sei mesi dopo, dovrebbe stare sul pezzo, partecipare alle sfide, promuovere progetti collettivi, proporre alla città e alla giunta visioni e soluzioni.

Dove era l’ordine degli architetti mentre la giunta Tentorio ha messo in piedi questo progetto Bg2019 basato sull’utilizzare città alta come facciata culturale, vantandosi di illuminare le mura di luci colorate, mentre nel back-stage hai da 5 anni una frana-discarica che è una ferita viva, una voragine sconcia, nella collina-acropoli della rocca?

Abbiamo distrutto un bosco pubblico, un parco faunistico, che era (e sarebbe) uno scenario perfettamente expo con un suo delizioso percorso di risalita, il km verde!

Dov’era, dov’è l’ordine degli architetti mentre la città è puntellata da vergognosi totem-stimmate di anti-comunicazione urbana, tuttora installati?

allora, per ri-cominiciare, la prima certezza dovrebbe essere questa: non si può fare cultura senza tutela del paesaggio,

e dunque il modello di città d’arte eco-sostenibile deve ripartire da un progetto immediato, prioritario, come il ripristino del parco della rocca (ormai è chiaro che il parcheggio non si farà)

per dare un vero segnale di attenzione alla cintura verde, ai parchi, le scalette, ai percorsi pedonali, ai viottoli dei colli, agli acquedotti storici…

e quindi, ai candidati sindaci, non chiedere promesse, ma lanciare sfide,

e magari anche esigere qualcosa di immediato dalla giunta in carica: la rimozione dei totem!

Siamo stanchi di fare gli indiani.

(Imago: città e la rocca, backstage.

Sulla sn, il più grande giardino privato della città, il parco di Palazzo Moroni, sulla ds. la ex più grande area verde pubblica, l’ex bosco-parco faunistico, ridotto a voragine da 5 anni. Photo by Gianluca Zampogna su velivolo Bruco)