Fara Parking Flash Back 2010

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franarocca

Fara Parking è un interessante esperimento di sociologia a cielo aperto. Rappresenta lo scontro tra due civiltà: il mondo slogan e la logica login.

> Slogan, parola gaelica, slough-ahn, è letteralmente il “grido di battaglia” che ti scaturisce dal cielo, dai guerrieri morti, i tuoi avi,  e ti fa sentire parte di un gruppo e ti spinge a combattere in campo aperto. La Rocca è il museo degli slogan dei guerrieri morti.

> Login invece, log-in, è il “codice d’ingresso” che appartiene a te solo, ti distingue dalla massa, e ti permette di entrare in un campo chiuso, protetto, privato. Il Park è il tempio delle login dei non guerrieri vivi.

Riconoscersi in uno slogan, distinguersi con una login. La Rocca di Bergamo Alta, il punto più alto della città, dal 1927 è il parco della memoria della città (con piantumazione di un albero per ogni caduto nel parco-colle) e dei suoi slogan.

All’ingresso: INVICTIS SACRUM (e sotto: il Comune di Bergamo consacra ai caduti della patria la Rocca, sintesi di 2000 anni di storia).

Qui, ai tempi di Giulio Cesare, quando Bergomum è diventata Municipium, c’era il tempio, l’Ara di Giove. Qui la basilica paleocristiana di S. Eufemia. Quindi l’acropoli della città, la Rocca costruita dall’imperatore Giovanni di Boemia, e poi trasformata nella scuola dei “bombardieri” dal Colleoni. Qui combattimenti di guelfi e ghibellini, veneziani e francesi, garibaldini e austriaci.

Passeggiando, trovi le lapidi dei caduti “moderni”, con i loro slogan.

“NEC RECISA RECEDIT” (nemmeno se viene recisa recede, è la Guardia di Finanza”);

FEDELE NEI SECOLI” (Carabinieri)

PER L’ONORE, SI È SILENZIOSAMENTE IMMOLATA”  (Divisione Acqui martiri di Cefalonia);

NON LOQUENDO, SED MORIENDO CONFESSI SUNT” (Associaz. Reduci).

E poi gli alpini, l’aviazione, i carristi, i granatieri di Sardegna, i cacciatori delle Alpi, i garibaldini, la polizia, i marinai, i carbonari (qui fucilati dagli austrici), le vittime delle foibe, i genieri, i deportati ebrei. Un’assordante antologia di slogan, di guerrieri morti che urlano, fino al petrarchesco:

IO VO’ GRIDANDO PACE, PACE, PACE”  (mutilati di guerra).

Questo cimitero/sacrario della nostra storia, dei nostri padri/nonni e antenati, e dei nostri slogan, è oggi assediato dalle armate login. L’idea login si è sviluppata lungo l’ultimo decennio, in collaborazione tra giunte di centrodestra e centrosinistra: chiudere città alta al traffico (entri con una login) ristrutturare la città vecchia con finiture di pregio e adeguati allarmi (login), espulsione dei residenti storici e nuovi residenti (login) i quali non sono veri residenti, ma vip che vanno avanti e indietro con i loro suv, e dunque megaparcheggio interrato nel cuore della città, cioè nelle viscere del colle della Rocca, 500 posti già in prevendita-prenotazione (login sul sito della società Best Parking).

Nel 2008 iniziano i lavori (giunta di centro-sinistra, con i verdi!). In due mesi gli alberi della memoria sono abbattuti (proteste degli ecologisti: erano alberi con più di 80 anni!), la collina simbolo spianata da gigantesche ruspe e fatta sparire da 20.000 camion che fanno tremare le mura, e le porte rinascimentali – certo non costruite per reggere questi carichi.

Slogan del sindaco progressista: “Bergamo cresce, guarda avanti, si fa grande

Reazione dei guerrieri morti della Rocca: “CHI NON AMA LA PATRIA NON È DEGNO DI ACCOSTARSI AGLI INVITTI CHE PER LA PATRIA DIEDERO TUTTO IL SANGUE” (sul basamento del mastio). Per far capire meglio il concetto, il 30 dicembre 2008 i guerrieri morti sono passati dallo slogan al poltergeist, che è lo slogan perfetto, che scuote la terra, sradica gli alberi, abbatte i muri e devasta le coscienze.

Sollevandosi dalle tombe tutti insieme, i guerrieri morti (e chi altro?) dalla sommità della Rocca hanno abbattuto un gigantesco pino secolare, il più grande, sul cantiere sottostante, distruggendo il muro di cemento armato del parcheggio interrato, e innescando una frana che ha fatto temere il crollo di tutta la Rocca. Per giorni e notti, in preda al terrore che prende i dissacratori quando si rendono conto di quello che hanno fatto, gli uomini login hanno siringato la collina sacra di calcestruzzo. Poi hanno detto: la frana è ferma, non c’è pericolo di crollo.

Davanti al disastro, allo scandalo e alle polemiche gli uomini login hanno detto: adesso rimettiamo tutto a posto, chiariamo le responsabilità destra-sinistra, eventualmente facciamo un parcheggino molto più piccolo. Poi hanno coperto tutto con un telo azzurro e se ne sono andati.

Siamo nel 2010, la Rocca è transennata, pericolante, arroccata sopra la voragine lasciata dal cantiere abbandonato su un versante, mentre sull’altro versante, dove ci sono sempre stati gli orti, sono arrivati altri uomini login per costruire un altro parcheggio login. Poco lontano, sulle mura, una terza squadra di login sta costruendo un terzo parcheggio login nel sito della necropoli longobarda.

Sono passati due anni, nessuno ne parla più, e così adesso gli uomini login hanno deciso di riprendere i lavori, come nulla fosse.

L’esperimento Fara Parking, in definitiva, è stato fatto per rispondere a una domanda: può una comunità che si pretende città d’arte e città giardino – una comunità che in caso di terremoto o bombardamento ricostruirebbe tutto a tempo di record – può questa città tenersi per quasi 2 anni (ndr: oggi quasi 10) una ferita aperta sul colle dell’acropoli, una ferita aperta sventrando la Rocca per farci un parcheggio, distruggendo contestualmente il più bel parco-bosco della città, e rendendo pericolante la Rocca stessa, che dal 1300 domina la città e ne conserva la storia?

Può. Oggi lo sappiamo. Una tragedia civica, ammettiamolo. Però il parking non l’hanno ancora fatto, e i guerrieri morti sono ancora vivi.

(dall’archivio di Sean Blazer, blog Bamboostudio, 2010)

10 piccoli interventi per Bergamo

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BGaltaNorthSided

(pagina di appunti ritrovata dalla donna delle pulizie nei corridoi di Palazzo Frizzoni, si invita il consigliere o l’assessore che l’avesse perduta a reclamarne la paternità)

Egregi colleghi, ecco la lista dei 10 piccoli interventi per Bergamo da realizzare con minima spesa e massima resa per fare più bella e accessibile la ns. città:

1)    Bg automobile, appena arrivi a Bergamo dall’autostrada, il brutto traliccio nero dell’orologio, questione annosa, cosa ci vuole per toglierlo? Anche lo sponsor si è tolto, dalla vergogna. Monito alla dismissione dell’inquinamento pubblicitario (pannelli, totem, etc)

2)    Bg automobile, soluzione del pastrocchio viabilistico autostrada/asse interurbano con l’apertura di una nuova uscita autostradale Bergamo Bassa (aeroporto, oriocenter, stadio, valli) mentre l’attuale rimarrebbe come uscita Bergamo Alta (ospedale, città alta, colli)

3)    Bg ciclabile, portiamo le Bigi pubbliche in città alta, sulle mura e sui colli.

4)    Bg ciclabile, dalla stazione di Bergamo la ciclabile della Val Seriana dista duecento inaccessibili metri: sfido chiunque non conosca la città a trovare l’inizio della pista in via David, eppure nell’area ex magazzini generali non manca certo lo spazio per completare la connessione. Questo è solo l’esempio di molti tratti di ciclabili non connesse tra di loro.

5)    Bg pedonale, sistemiamo definitivamente il Sentierone per le manifestazioni fieristiche: attualmente brutti tendoni di plastica o brutte bancarelle-bungalow: invece, pensiamo a come utilizzare, ampliare, estendere, proteggere, rendere funzionale il sistema dei portici piacentiniani, portici in realtà mai usati per quello che sono: è sotto i portici che si crea la vita di una città, guardiamo altre città, pensiamo a bancarelle sotto i portici, a tende che coprano i marciapiedi, in modo da rendere sensato il sistema piacentiniano, o altrimenti abbattiamolo!  Ma evitiamo i tendoni di plastica che trasformano il Sentierone in un “non luogo” qualsiasi.

6)    Bg pedonale, connettiamo l’area musei-gallerie d’arte Carrara-Gamec con il Sentierone, realizzando con interventi minimali il “passante verde” ciclo-pedonale: dal cortile Gamec ingresso diretto al parco Suardi (un cancello da aprire!) dal Parco Suardi alla Monte Lungo (un sovrappasso pedonale) e da questa attraverso i Parchi Marenzi e Caprotti siamo in Via Tasso-Sentierone-Piazza Pontida.

7)    Bg alta, le Mura Venete: imprescindibile  realizzare, cioè aprire, l’anello pedonale completo ai piedi delle mura. Attualmente il percorso sul versante nord c’è già, c’è sempre stato (anche se pochissime persone l’hanno mai percorso (da Colle Aperto giù dal colle fino a porta S.Lorenzo,  e seguendo le mura fino a sotto lo spalto di S.Agostino) mentre sul versante che affaccia a meridione, si tratta di aprire un percorso tra le porte S.Agostino e S.Giacomo (dove inizia via Tre Armi che riporta a Colle Aperto)

8)    Bg alta, la Rocca: aprire l’anello pedonale super-panoramico circum-rocca, un sentiero che corre ai piedi Rocca,  sopra il parco Moroni e l’ex Parco Faunistico (da quanti anni in abbandono dopo la frana/scandalo del maledetto Locatelli parking? Già ormai l’area è diventata un vero e proprio terzo paesaggio) con accessi dalla Fara, dal Pozzo Bianco, da via delle Rocca e dal convento di San Francesco (scaletta del condannato, accesso diretto Mercato Fieno-Rocca)

9)    Bg alta, eco-logistica della consegna merci: oggi le vie medievali e piazza Vecchia sono occupate da grossi furgoni (spesso diesel!)  che squalificano l’aria, lo spazio e l’esperienza “città d’arte”. Definiamo un’area d’interscambio logistica e logica (es. zona Baioni, o vecchio Ospedale) dove tutte le consegne per città alta siano raccolte da una flotta di veicoli ad hoc, piccoli, elettrici, non inquinanti, non invadenti, che siano vettori di qualità urbana, e non deturpatori del centro storico.

10) Bg alta, Seminario, apertura al pubblico passaggio dell’area nevralgica del Seminario, il colle di S.Giovanni: due cancelli da aprire, e via Arena si connette a Colle Aperto e Piazza Mascheroni, creando la possibilità di percorsi (oggi limitati alla Corsarola avanti e indietro) e migliorando la vivibilità della città.

Imago: Bergamo Alta vista da Nord, con sentiero e parco sotto le mura.

il sentiero delle Rocca e delle Mura Venete

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StefanoBombardieri

il sentiero della Rocca e delle Mura Venete è un progetto a basso costo e alto gradimento,

si tratta di aprire e minimamente infrastrutturare ad uso di sentieri pubblici super-suggestivi e connessi tra loro 1) il camminamento paesaggisticamente più pregiato e panoramico della città, ai piedi dei bastioni della Rocca 2) il percorso completo ai piedi delle Mura Venete, la fantastica passeggiata storica circum-veneta;

attualmente questi percorsi sono impossibili per basse ragioni amministrative e/o di ristrettezza mentale:

1) il sentiero bastioni Rocca, in foto,  è spezzato in tre tronconi:

> il tratto est, di pubblico dominio, ex bosco faunistico, parte dalla scaletta del condannato-chiostro San Francesco e corre sopra la voragine-scavopark (a centro/ds nella foto);

> il tratto che guarda a sud (a centro/sn nella foto, il più panoramico) fa parte del parco di Palazzo Moroni, la più grande area verde di città alta, gestita dall’omonima Fondazione che nel suo statuto prevede  “la conservazione, il restauro e la condivisione delle bellezze di Palazzo Moroni” (e dunque, considerando anche la liberalità dell’attuale conte, sempre disponibile ad aprire al pubblico la proprietà, non dovrebbero esserci problemi)

> il tratto nord (nn visibile in foto, sull’altro lato della rocca) che unisce l’ingresso di via della Rocca con la scaletta del condannato di San Francesco, e corre parallelo a via Solata, sopraelevato, è strutturato in orti terrazzati, perfettamente e piacevolmente camminabile, e fa parte del convitto delle suore Orsoline (dalle quali abbiamo tutto da imparare: il convitto infatti è “una struttura in autogestione” e “un luogo dove studiare, camminare e dormire!”)

realizzare l’anello pedonale ai piedi dei bastioni, con 3-4 accessi (da San Francesco, da via della Rocca, dalla Fara, dal Pozzo Bianco, passando per villa Gori) consentirebbe a ogni bergamasco di salire in Rocca da ogni versante della città per la propria mezzh di footing o passeggio psico-relax,

2)  lo stesso progetto, lo stesso discorso è praticabile ai piedi delle Mura Venete, un percorso ad anello completo, fantastico, attualmente spezzato in 3 tronconi,

percorribile oggi è solo il tratto porta S.Giacomo-Colle Aperto (via Tre armi, dove però passano anche le auto)

e volendo anche nel tratto porta S.Lorenzo – S.Agostino (anche se a volte ci sono cartelli ambigui, tipo “zona protetta”, e nessuno lo percorre: ma basta scendere da porta S.Lorenzo, prendere subito a destra dopo la porta, e seguire le mura fino alla proprietà Pesenti, dove si è costretti a scendere sulla ciclabile via Baioni-Sport+)

il tratto più scenografico, dallo spalto Pesenti- Fara -S.Agostino a porta S.Giacomo, invece, è completamente inaccessibile, in proprietà privata, tenuto a giardini (nei quali non si è mai vista anima viva)

> poiché non c’è nessun problema nell’espropriare terreni agricoli e cascine per fare nuove strade (vedi bre-be-mi) per cause di viabilità pubblica,

non ci dovrebbe essere alcun problema a espropriare, per lo stesso motivo, pochi metri quadri di parchi nobiliari, giardini borghesi e orti curiali. O no?

vogliamo che le Mura Venete siano riconosciute patrimonio  Unesco e non abbiamo la possibilità di ammirarle in tutto il loro imponente splendore camminando nel verde alla base dei bastioni, cosa fattibile in qualsiasi altro borgo o città murata?

per realizzare un percorso completo sotto le Mura Venete, con alcuni punti di risalita non invasivi, non occorrono grandi progetti, né grandi budget,

e così pure per aprire un sentiero super-panoramico intorno alla Rocca:

basterebbe un minimo di visione, e di volontà politica.

(photo by Stefano Bombardieri)

qui mio nonno mi disse che suo nonno…

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vvvv

salendo la scala del condannato dal convento di San Francesco alla Rocca, al gradino 75/100 si prenda il cancellino a sinistra, e dopo 20 metri ci si trova qui, ai piedi della Rocca, bastione esterno nord-est:

in questo luogo, mi disse mio nonno 40 anni fa, suo nonno (cioè il mio trisavolo) insieme ad altri volontari, al comando del 25enne Gabriele Camozzi, aveva combattuto nella primavera del 1849, assediando ed espugnando la rocca,

quando, a causa della “politica” piemontese, Bergamo fu “restituita” agli austriaci, molti di quei ragazzi furono incarcerati in san francesco e in seguito fucilati in rocca,

questo fino a qualche anno fa era anche l’accesso al bosco faunistico,

scendendo a sinistra attraverso un percorso fantastico, tuttora praticabile, tra scalette di pietra e terrazze panoramiche immerse nel verde,  si raggiunge dapprima il terzo chiostro del convento, dove d’estate si bevono gli aperitivi, poi l’uscita dal convitto su via s.lorenzo, all’altezza di via tassis,

invece, il sentiero di destra conduce alla frana-voragine, che ha preso il posto del parco-bosco, che era il polmone verde di città alta, e attraverso un sentiero nel sottobosco univa la fara alla rocca,

quel giorno con mio nonno doveva essere autunno, ricordo il sentiero come un tappeto di foglie gialle e rosse,

oggi di quel sentiero restano questi venti metri, che ho pietosamente ripulito dall’immondizia prima di scattare la foto

non loquendo sed moriendo

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bgrimembr05bo

innocentes martyres non loquendo sed moriendo confessi sunt

(I martiri innocenti non hanno bisogno di confessarsi per entrare nel regno dei cieli)

Immagine: Rocca di Bergamo, Parco delle Rimembranze, stele-monumento “Ai caduti della prigionia, dell’internamento, della guerra di liberazione – i reduci”,

il motto “non loquendo sed moriendo confessi sunt” è tratto dalla Liturgia delle Ore, Divinum Ufficium, orazione ora sesta;

il disegno delle stele dei reduci bergamaschi riprende la stele runica di Sigurd, in Svezia, che a sua volta riprende la stele babilonese di Enuma Elish)