post alchemical conversation

play this post

Mendini+KarimCP

incontriamo Alessandro Mendini nel suo atelier dietro Porta Romana,

spazio serenamente sacro pieno di oggetti immagini semplicemente presenti.

Ci riceve in una stanza-studio con un piccolo ercole come fermaporta e un don chisciotte come fermalibri,

si parla di vetro ingabbiato, vasi di vetro ingabbiato, oggetto difficile, a me sembra metafora dell’uomo social net, espositore di purho disagio, sorta di crocefisso reverso;

poi si parla di karim rashid, di mondo flou, si parla di nipotini, si parla di nipotini del Petrarca,  e si parla anche di Val Taleggio e di carattere de la rasa bergamasca,

poi ci offre un caffè su un vecchio vassoio alessi veramente vissuto.

Quello che volevamo chiedere a questo grande astronauta è lumi sull’orbita di senso del progetto alchimia-ermafrodita-banale 30 anni dopo con l’arrivo sulla terra dell’extra-terrestre karim rashid,

(e chiaramente Andrea Dotto, ad purho made in italy, nuovo brand con focus azzardato vetro di murano + design, voleva anche chiedergli: maestro, non sarebbe fantastico fare una linea purho mendini in risposta alla linea purho rashid?)

e così con coraggio ignorante e purho gli abbiamo chiesto tutto:

nessuno può immaginare, tantomeno descrivere il modo fantastico di ridere, diciamo pure di sghignazzare, del grande maestro, e poi l’affetto, l’intelligenza, l’ironia  degli occhi:

e la promessa: manderò dei disegni!

Torniamo a casa turbati (come capita quando si incontra un gigante della storia o del pensiero),

chiaramente per prima cosa andiamo su Wikipedia sulla Treccani su Domus e alla fine sul sito dell’atelier Mendini per capire cosa ci ha detto Mendini,

per me Mendini erano quelle tre robe lì, Alessi, Swatch, la poltrona Proust, il maestro del postmoderno, della mescolanza, del pezzo unico, il contrario del minimalismo, del design industriale,

bene, andiamo sul sito dell’atelier Mendini e troviamo una schermatina semplice semplice, minimalista, con le solite quattro voci, storia, progetti, scritti, contatti.

Ma se clicchi “progetti”, trovi migliaia di progetti; e se clicchi “scritti” trovi migliaia di pagine: alla faccia del minimalismo!

In purho spirito “fedele nei secoli”, come due carabinieri: Andrea, tu guarda i progetti, io mi leggo gli scritti.

Abbiamo letto circa 3000 pagine-mendini in questi dieci giorni,

di questo immenso sapere abbiamo abbiamo selezionato 1000 battute scritte nel 1984

con la pretesa di accendere in 30 secondi un Purho discorso storico

sul salone del mobile milano, con questi due estremi distanti 30 anni: Mendini 1984, Rashid 2014.

Così abbiamo creato questa conversazione post-alchemica, o dialogo a distanza generazionale, facendo reagire cose scritte da Mendini nel 1984 (in corsivo) e cose dette da Rashid l’altro giorno al telefono, per presentare la linea purho 2014.

Mendini 1984: L’uomo e la donna di oggi vivono in stato di turbolenza e di squilibrio.

Rashid 2014:  le persone sono spaventate dal colore – dio solo sa perché (lui non lo era).

Mendini 1984: Se io fossi un designer molto giovane avrei la certezza che oggi questo mestiere è molto difficile, perché gli animi delle persone sono chiusi a difendere una involuzione vischiosa che sembra accettare, ma che di fatto esclude, la diversità e la novità.

Rashid 2014: alcune delle mie creazioni migliori siano nate dalle collaborazioni con le start-up e le piccole imprese. Il designer può dare quella linfa vitale che permette ad un piccolo brand di diventare globale.

Mendini 1984: Cercherei comunque la forza (la generosità) di espormi al disagio dell’ignoto, alla ricerca (finalmente, dopo tanti anni di dominio prevalente della cultura logica) di generi di design più completi, stratificati e magici, di DESIGN EMOZIONALI.

Rashid 2014: Amo lavorare con il vetro. Lo ritengo un liquido solido, potente ma poetico, energetico ma allo stesso tempo statico, sensuale e versatile.  La luce del giorno è essenziale per un’armonia positiva e per il benessere. Cerco sempre dei modi per massimizzare la luce e i colori chiari di ciò che ci circonda, e il vetro è una risorsa frequente.

Mendini 1984: Il gruppo di Alchimia svolge il suo atto di introversione: il progetto agisce ambiguamente in uno stato di spreco, di indifferenza disciplinare, dimensionale e concettuale

Rashid 2014: Amo il ruolo che la luce gioca con il vetro, lo spessore può far cambiare i colori, e cambia il modo in cui i vetri traslucidi, opachi e trasparenti reagiscono uno con l’altro al fine di creare nuove combinazioni.

Mendini 1984: E la fantasia individuale, base della sopravvivenza del mondo, può percorrere in tutti i sensi ogni cultura e luogo, purché operi in maniera innamorata.

Rashid 2014: Faccio uso di forme organiche combinate. Definisco il mio lavoro come un minimalismo sensuale, o sensualismo, poiché non é finalizzato solo decorazione ma ha un qualcosa di più umano, una connessione più sensuale con noi.

Mendini 1984: Vorrei vivere l’esperienza del ritrovamento di un uomo ancestrale e amoroso (…) oggetti non violenti, calmi, poetici, delicati (…) un DESIGN ERRANTE per una comunicazione culturale fra gli uomini,

Rashid 2014: Io vorrei che le cose che ci circondano siano intelligenti, belle, colorate, poetiche, utili, sexy, illuminanti, ispiratrici, contemporanee, energetiche, fuggenti, e potenti e che l’ispirazione arrivi da questo mondo in cui viviamo

(imago: disegno Mendini + Rashid by Karim Rashid;

collezione purho:  http://www.purho.it/ su fb: https://www.facebook.com/purhodesign)

 

puro far nulla in Paris 1964

play this post

PurhoKarim

le candele accese tutta la notte

leggendo Maigret  e fumando Gitanes,

all’alba ecco Cayenne, canarino sale e pepe,

poi in cyclette sul Tourmalet, sempre con Maigret,

e bicchierate di Perrier, fino a mezzogiorno,

alla pausa Bordeaux, con digestione Veuve Cliquot,

quindi pomeriggio Pernod, in terrazza a leggere

e serata Chartreuse, in poltrona, con pipa e Maigret:

il buon Simenon non aveva speranze, quell’estate,

lui scriveva un romanzo in sei giorni

ma io ne leggevo sei in un giorno

praticamente me lo bevevo

by Leone Belotti, imago by Karim Rashid per  http://www.purho.it/

 

la nuova destra spiegata alla vecchia sinistra

play this post

NuovaDX

Attenzione! Se siete di sinistra e volete “fare un giro” per capire la nuova destra,

non dovete passare dal centro dell’arco parlamentare, piuttosto da “sotto”, seguendo l’arco extra-parlamentare, che dall’estrema sinistra conduce all’estrema destra, attraverso il pensiero anarchico.

si faccia attenzione: quando parliamo di nuova destra europea, o giovanile, non ci riferiamo in alcun modo alla destra borghese, padronale, statica e miope, elettorale, irreggimentata,

non parliamo di partiti, programmi, leggi; parliamo di fermenti, consensi e repulsioni della destra popolare, massiva, silente, giovanile e senile, proletaria, neoproletaria, sottoproletaria e con frange alto intellettuali e alto borghesi, eversiva e sovversiva per reazione,

parliamo di questioni, temi, ideali, rivendicazioni storicamente bagaglio della sinistra, che la vecchia sinistra, ormai ridottasi a forza (o debolezza) di pseudo-governo, utilizza come immagini strumentali, come valori nostalgici, per finalità elettorali,

quello che sta accadendo, è molto semplice: una serie di soggetti, individui, gruppi, movimenti, tribù urbane che per origine e ideologia si credevano di sinistra, ovvero che si sono sempre dichiarate di sinistra, e tali sono sempre state credute dall’esterno,

oggi scoprono una nuova e più autentica identità nei fermenti dell’estrema destra non parlamentare:

parliamo di gay, femministe, anarchici, sovversivi/centri sociali, disoccupati, animalisti, ecologisti, anti-proibizionisti e anche immigrati;

Pazzesco? No,  semplicemente di fronte alla crisi globale (crisi sociale, finanziaria, ambientale) il pensiero di destra, l’umore, la temperie della nuova destra sembra avere più risposte, più reazioni, e anche più idee della vecchia sinistra,

ed è questo il fatto paradossale, preoccupante, significativo, per chiunque osservi con disincanto – e facendo uno sforzo di onestà intellettuale – i rivolgimenti della coscienza collettiva europea, specie giovanile,

l’analisi da fare è lunga e impegnativa, e sarebbe compito del centro studi del PD (sempre che ne abbia ancora uno, perché da fuori l’impressione è che il grande partito della vecchia sinistra abbia concentrato ogni risorsa intellettuale nel marketing politico, con risultati deprimenti)

il riscontro immediato, la realtà che incontra chiunque si addentri senza pregiudizi in queste tribù che definiamo “migranti” verso la destra, è di un’evidenza che la vecchia sinistra non può più fingere di non vedere, o liquidare con snobismo come fenomeni di populismo o grillismo;

a quel punto avrete una carrellata sulle tribù migranti dalla vecchia sinistra alla nuova destra, e sarete choccati nello scoprire che:

1) se sei ribelle, e disposto a lottare per cambiare il mondo, con una pulsione anti-americana, anti-euro, e radicalmente no-global, facilmente sei un giovane di estrema destra;

2) se sei un giovane, laureato, senza lavoro, se sei un artigiano, un anarchico, un intellettuale, un artista, oggi, in europa, l’unica strada di vero cambiamento  che vedi è la nuova destra;

3) se se gay, dichiarato o no, oggi, in europa, sei della nuova destra, dichiarato o no,

4) se sei femminista, oggi, in europa, sei della nuova destra, in modo sempre più dichiarato

5) perfino se sei un immigrato, oggi, in europa, sei “logicamente” della nuova destra,

6) se sei un vero animalista, oggi, in europa, sei della nuova destra, per reazione all’animalismo borghese fatto di orribili sentimenti di possesso e altrettanto orribili misure pubbliche di “irregimentazione” dell’animale-uomo in uomo-polpetta (tracciabile).

7) se sei equo-solidale, hai più riscontri, più identità storica  nella nuova destra, che nella vecchia sinistra, con i suoi assurdi cioccolatini equo-solidali, che proprio come la Coca Cola fanno il giro del mondo prima di essere venduti con i punti Fragola all’Esselunga.

8) se sei un “terra madre”, un “chilometro zero”, prima o poi onestamente ti scopri di nuova destra,

i discorsi sono enormi, come si vede, urgenti, necessari, eppure io vado agli incontri, seguo i dibattiti, le proposte di tutto l’arco “civile”, e trovo pochissimo;

seguo i discorsi on line,  vado nei centri sociali, ai rave party, allo stadio, nei circoli, nei pub  e ovunque trovo persone dai 20 ai 60 anni che cercano un modo di vita o non ne possono più degli unici possibili, persone che di fatto vorrebbero vivere secondo nuovi patti sociali, e immaginano mondi più ristretti ma reali e possibili, dove vivere liberi dal demone-finanziario,

dalla tribù terra madre, ad esempio, stanno nascendo tribù di neo-feudali, eco-feudali, tecno-feudali,

il pensiero, la visione della destra neorurale, a differenza della sinistra equo-solidale,  ha un modello, un input storico forte implementabile sull’ideologia del km zero, del biologico e dell’impatto zero/energie naturali;

un modello eco-feudale, che si basa su una retro-proiezione al medio evo:  la struttura curtense, concentrica,

con al centro il castello (o l’abbazia-monastero), attorniato dai borghi artigiani, dagli orti, dai pascoli, dalle cascine e dalle terre comuni,

un modello micro-territoriale chiuso, autosufficiente, comunitario,

una contea, una marca, un territorio vero, di 100-200 kmq, con 1000-2000 persone, che può fare a meno dello Stato, dell’Eni, dell’Enel e di Telecom,

equivalente a quello che oggi è un comune con il suo territorio, con sue leggi, fonti d’energia, produzione alimentare e scambi con l’esterno unicamente in forma di baratto collettivo,

un sistema di vita agro-comunitario, basato su alcuni punti fermi:

il km.zero integrale e dunque l’abolizione del denaro (per questo la dimensione comunitaria minima è  di 1000-2000 persone)

l’abolizione di ogni burocrazia (per questo la dimensione comunitaria massima è sempre di 1000-2000 persone)

in parallelo al km.zero delle merci e delle leggi,  il km1000 delle idee e della tecnica,

perché nel nuovo feudo, nella tecno-abbazia, ferve l’attività intellettuale, la ricerca, il contatto e la comunicazione web con feudi di tutti i mondi, l’incontro con studiosi e  ricercatori provenienti da altri feudi, che portano idee, sementi, tecniche sostitutive della vecchia tecnologia nemica della terra…

una nuova forma di comunità umana composta da individui-leoni (contestualmente si abbatte la società individualista degli uomini-pecore)

una visione decisamente più radicale, più social e più “ideale” del banale sogno personale cui si è fermata la vecchia sinistra: aprire un agri-turismo!

Questo è solo un accenno, ognuna delle tribù citate ha i suoi “grilli” di nuova destra per la testa, e forse bisognerebbe occuparsi positivamente di questo grillismo diffuso,

il povero “beppe” è soltanto uno dei tanti, chi non ha grilli per la testa in questo momento?

Le “prove di colpo di  stato” (sia teatrali che legali) avvenute in Grecia, il successo dei partiti di estrema destra nell’estrema europa (Norvegia, Grecia, Portogallo) dovrebbero farci fare un passo più intelligente del “Oh mio Dio, è la fine di un mondo!” che ci porta a ridurre la questione al nobile dilemma democratico se mettere fuori legge Casa Pound o Alba Dorata.

Certo che è la fine di un mondo! Adesso, come direbbe Marx, bisogna pensarne uno nuovo!

(intervento di Sean Blazer all’incontro su “la nuova destra europea” promosso da Internaz. TurboComunista; imago: lampada Drop, design by Karim Rashid, produz. Purho)