non loquendo sed moriendo

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innocentes martyres non loquendo sed moriendo confessi sunt

(I martiri innocenti non hanno bisogno di confessarsi per entrare nel regno dei cieli)

Immagine: Rocca di Bergamo, Parco delle Rimembranze, stele-monumento “Ai caduti della prigionia, dell’internamento, della guerra di liberazione – i reduci”,

il motto “non loquendo sed moriendo confessi sunt” è tratto dalla Liturgia delle Ore, Divinum Ufficium, orazione ora sesta;

il disegno delle stele dei reduci bergamaschi riprende la stele runica di Sigurd, in Svezia, che a sua volta riprende la stele babilonese di Enuma Elish)

giorno da cani

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giornodacani2

storia vera: il mio amico Fido, mastino ex randagio, adottato da un giovane “marcione”

(jeans unti, anfibi anche d’estate, t-shirt anche d’inverno, capelli a treccine, piercing, tatuaggi, spinelli, birre, alone di puzza a due metri, alito di fogna)

una sera, dopo circa 48 ore passate in solitudine nel bilocale senza balconi del marcione, senza cibo, bevendo nel water (dopo essere riuscito non senza fatica a sollevare l’asse) in preda a un attacco di malinconia bestiale, comincia a uggiolare,

a mezzanotte, i vicini si consultano, e chiamano i pompieri, i pompieri chiamano i vigili, aprono la porta, tra gli altri olezzi riconoscono il tipico odore di marjuana, nel bagno trovano 4 piante,

in quel mentre arriva il marcione, ubriaco perso, lo arrestano, lo processano per direttissima, Fido viene affidato al canile,

dopo qualche giorno incredibilmente viene adottato da una bella signorina, una ballerina sudamericana, molto elegante che vive in una bella villetta con giardino e lo fa rimettere a nuovo, tutte le vaccinazioni, i documenti, e qualche giorno dopo lo porta con sé per un viaggetto in aereo a Barcellona,

Fido non è mai stato in aereo, davvero un trauma, gli fanno un’iniezione per addormentarlo, si risveglia a Barcellona,

il giorno dopo, la bella signorina lo porta in un posto strano, un seminterrato in periferia, un posto che a Fido non piace, sente odore di sangue e di disinfettanti,  e di nuovo lo fanno addormentare,

quando si risveglia non si sente molto bene, quasi non si regge sulle zampe, gli pare di avere un peso sullo stomaco, un grosso peso, e un bruciore tremendo sotto la pancia, dove scopre di avere una cicatrice, o meglio una cucitura, lunga venti centimentri,

il giorno dopo la bella signorina lo porta di nuovo in aeroporto, e di nuovo lo sedano, è già la terza iniezione sonnifera in tre giorni, e così  finalmente tornano a casa, sbarcano a Orio al Serio,

ma la bella signorina invece di portarlo con sé nella bella villetta, lo affida a due bruttissimi ceffi, anche loro sudamericani, che lo caricano in macchina, lo portano in un posto che a Fido non piace, sente odore di sangue e disinfettanti, ma la forza di abbaiare, ribellarsi o mordere proprio non ce l’ha,

così subisce la quarta iniezioni in quattro giorni, ma stavolta non si risveglia più,

la sua carcassa, insieme a quella di altri 48 cani, viene ritrovata dagli agenti del commissariato di Pubblica Sicurezza di Milano-Mecenate,  che smascherano questa rete di trafficanti di droga (75 persone, per lo più colombiani e messicani) che operava in Lombardia in questo modo: usava grossi cani come corrieri aerei, li imbottiva di droga, e all’arrivo li macellava per recuperare il carico.

(L’immagine di copertina di “Giorno da cani” è quella di un romanzo, ma la vicenda purtroppo è vera, tratta dalle cronache)

quel pomeriggio di un giorno da cani

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come previsto da Casa Pound (“La tua amica banca ti tradirà”) ieri la mia banca mi ha chiesto di rientrare dal fido,

lasciandomi fantozzianamente a bocca aperta (veramente io…. mi scusi, visto il mio fatturato, ecco…. pensavo di chiedervi proprio il contrario, di aumentarmi un pochino il fido, soltanto un pochino…

ah no, certo, Basilea, mi scusi, no, io non sapevo, ma se lo dice Basilea…

ah, come dice, c’è anche la Banca d’Italia, ah, chiedono di me, mi scusi anche con loro, guardi, adesso esco dalla banca, e poi rientro nel fido, si, faccio in un attimo, 5000 euro, ma cosa sono, li guadagno in 5 minuti, sono un imprenditore, c’ho la partita iva sul cellulare, adesso la chiamo subito, le dico di tornare, grazie, scusate)

(testo by Leone; imago: Al Pacino, quel pomeriggio di un giorno da cani)

il senso di Bruni per la Bergamo Bene

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mi sono innamorata di Roberto Bruni a prima vista, a un comizio, l’aplomb, il portamento, lo sguardo intelligente, sincero…

Per anni l’ho votato, sostenuto, appoggiato, difeso… ricordo l’entusiasmo di quei giorni, una giunta di sinistra a Bergamo, e con i verdi!

Per lui ho litigato con marito, amici, alunni. Apri gli occhi, mi dicevano.

Alla fine ho pianto. I fatti sono lì da vedere, sono fatti che gridano, e fanno piangere lacrime pesanti, d’amore tradito, e lasciano amarezze, e cicatrici profonde, da famiglia spezzata.

La prima ferita, il primo segnale: ruspe che sradicano gli alberi secolari del cortile dell’Accademia Carrara… un sacrificio necessario,  per sveltire i lavori di ammodernamento…

Ma la vera sorpresa è stata il progetto, che solo un giunta ecologista poteva realizzare senza trovare opposizione, di scavare un parcheggio interrato nel friabile (e sacro!) colle della Rocca, l’Acropoli della città.

Abbattuti centinaia di alberi della memoria, cancellato il parco faunistico, asportata metà collina, 2500 grossi camion avanti e indietro sulle mura venete (certo non progettate per sopportare quei pesi!).

E infine, come previsto dal geologo, il crollo, la frana, il panico (si teme il crollo della Rocca) le iniezioni di cemento armato, i lavori interrotti, il cantiere sequestrato, un bel cellophane azzurro a coprire la voragine.

Il costruttore viene arrestato (costruiva la Bre-be-mi utilizzando scorie tossiche, mentre la moglie consegnava tangenti da 100.000 al vice di Formigoni!).

E chi lo difende? L’avvocato di fiducia, l’amico di famiglia. Lui. Il sindaco Bruni.

La mattina come sindaco gli affida lavori pubblici che si rivelano un disastro (e un danno incalcolabile, e infatti nessuno l’ha mai calcolato) per la città; il pomeriggio, invece di denunciarlo e chiedergli i danni, si spoglia della fascia tricolore, indossa la toga di avvocato, e corre premurosamente a difenderlo (è un cliente! dovere professionale!).

Conflitto d’interesse? Ma cosa dite mai, quello riguarda Berlusconi!

Sono passati quattro anni, la voragine, il disastro, perfino il cellophane sono ancora lì, inguardabili, come del resto l’Accademia Carrara:

dopo cinque anni la pinacoteca, che era solo da rimodernare con allestimenti e bookshop,  è ancora chiusa, non si sa quando riaprirà, i quadri sono in giro per il mondo (gratuitamente!) e alcuni capolavori (tra i quali un Tiziano e un Bellini) sono stati danneggiati irrimediabilmente (sbriciolati) causa errate temperature e umidità delle nuove sedi espositive “temporanee” (Palazzo della Ragione). E chi se ne è accorta? La donna delle pulizie! Notizia imbarazzante, mai divulgata.

Poco dopo, un’altra mazzata: all’uscita dall’autostrada, dove da sempre abbiamo ammirato lo skyline di città alta, vero biglietto da visita della città, spunta un nuovissimo palazzone-centro commerciale (il noto “ecomostro di via autostrada”).

Si scopre che l’autorizzazione a sforare di 18 metri in altezza il piano regolatore è stata regolarmente concessa dalla giunta Bruni in fretta e furia esattamente nell’ultimo giorno di mandato…. certo, a pensare male si fa peccato…

Dunque la mia giunta, ecologista e di sinistra, e il mio sindaco, che mi faceva sognare a occhi aperti, con quell’appeal da filosofo, verranno ricordati per aver chiuso la Carrara, deturpato la Rocca e autorizzato (chissà mai per quale motivo, continuo a chiedermi) una colata di cemento che cancella il profilo di Bergamo Alta.

Tu pensi: cosa farà adesso quest’uomo, responsabile di tanto scempio?

Chiederà scusa alla città, certo si ritirerà quantomeno dalla politica, se non dalla professione forense.

Ma come niente fosse accaduto, in barba alla tanto proclamata “memoria storica”, alle ultime elezioni, ecco su L’Eco un appello titolato: “Dal mondo della cultura 42 artisti con Bruni”!

Dove testualmente si dice “non dobbiamo affidare al centrodestra la gestione del patrimonio artistico, mortificato da un utilizzo dissennato del territorio…”

Seguono i più bei nomi della cultura e dell’arte cittadina. Ho ritagliato l’articolo e l’ho appeso, a “imperitura memoria” dell’ottusità totale (in buona fede!) degli intellettuali:

evidentemente, inconsciamente, queste persone, che conosco, che stimo, non hanno visto questi tre mega-disastri ambientali/culturali (Carrara, Rocca, Autostrada) avvenuti sotto la giunta ecologista di sinistra…. esattamente come quando si trova il partner a letto nudo con un’altra persona, e ci si rifiuta di credere a quello che si vede.

Il fascino Bruni, e la fede dei suoi fan, e io lo so bene, supera ogni disastro: sorridente, vincente, viene eletto in Regione con i voti della buona cultura di sinistra. Chi non lo vota, come me, e lo dice, si ritrova isolata, accusata di qualunquismo, fascismo…

L’ultima beffa, pochi giorni fa, il Corriere titola: “Se Bruni salva Podestà”.

Il fatto in sintesi: l’avvocato Bruni con magistrale abilità ottiene la prescrizione per il reato di firme false contestato a un consigliere del Pd (firme di persone decedute) e in questo modo offre a Pecorella (l’avvocato di Berlusconi…) l’escamotage e il precedente per far assolvere Podestà, presidente della provincia di Milano, accusato dello stesso reato…

Tipico caso di eterogenesi dei fini: pensavi (in buona fede) di “fare del bene” salvando “un amico”  (che ha sbagliato per una buona causa, la sinistra!) e in questo modo invece fai un grande servizio al “nemico” (che si è macchiato dello stesso reato, ma per la destra!)

Quando Bruni si ritirerà dalla politica, sarà sempre troppo tardi.

Io non credo che Bruni sia un mostro, un ladro, un venduto, un infiltrato della destra, un pagliaccio dei palazzinari, non credo che abbia preso soldi sporchi, tangenti (che bisogno ne avrebbe? la sua dichiarazione dei redditi è talmente sostanziosa!) e nemmeno con la fantasia riesco a pensare che sia immischiato nelle losche vicende d’affari tra la ‘ndrangheta e il pd lombardo, o che agisca ricattato per debiti o turpi vizi privati tipo poker o bunga bunga, no, assolutamente, niente di tutto questo, ci metto la mano sul fuoco:

la spiegazione, il senso storico dell’operato regressivo, deleterio di Bruni, è un altro, e quasi peggio, e non riguarda lui solo, ma il cuore del suo elettorato Bergamo Bene evoluta, di centro sinistra,

disastri in buona fede, con la coscienza pulita,

il senso di Bruni per la Bergamo Bene è proprio questo: una vita, una professione nel solco di famiglia, con i valori giusti, la cultura giusta, ma senza mai chiedersi, accorgersi dell’assurdità del proprio operare, senza mai prendersi davvero la responsabilità del proprio ruolo, senza mai ammettere un errore, una colpa, senza mai fare una scelta…

una fenomenologia paradossale, generazionale… tu prendi un borghese di buona famiglia, democristiano, bigotto, con i suoi difetti, lo fai diventare laico, socialista, aperto di mentalità… ed  ecco che perde l’unica virtù che aveva, la paura di andare all’inferno, che lo costringeva all’esame di coscienza…

Io credo che Bruni abbia sempre agito onestamente e in buona fede. Ce l’ha scritto in faccia. E’ questa la banalità del male, l’inconsapevolezza delle proprie azioni, condotte in buona fede, da persone per bene,

del tutto incapaci di mettersi in discussione, e recitare il mea culpa, mea maxima culpa.