sanremo family

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sanremo 2014-scenografia-teatro ariston

la puta erotica, d’oltralpe (l.casta)

la mamma di mezza età, saldamente depressa (a.ruggiero)

la nonna lesbo, ipercinetica (r.carrà)

il nonno dei fiori, guru antirughe (c.stevens)

i padri ingombranti e anticonformisti, morti (jannacci, de andre)

i figli di papà, ligi e devoti (jannacci, de andre)

i conduttori, al servizio dell’undicesimo comandamento (“scherzavo”)

per ambientazione, un palazzo in abbandono,

la sanremo family è come sempre il peggior ritratto possibile del paese.

sarai mondo se monderai il mondo

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2012 Diario Grafico058

Marcello Zenoni candidato sindaco 5 stelle Bg , in replica al mio post polemico “Zenoni chi?” ha inserito il seguente commento, che mi pare doveroso pubblicare: 

caro Leone, ho aspettato qualche giorno a risponderti, più per lasciar sedimentare tutte le impressioni avute dal nostro breve incontro che dal tuo scritto provocatorio.

La parete di libri con il forte odore di fumo, il pavimento di altri tempi, le luci, tutto mi rimandava alla mia infanzia e ad un caro zio che non c’è più, comunista d’epoca, intellettuale, amante dei fumetti di Jeff Hawke.

Questo per dire che le condizioni per trovare una sintonia tra di noi di sensibilità e intenzioni c’era e c’è, solamente non si è ancora del tutto palesata.

E questo perché hai usato la fosforescente macchina algida e aliena della rete internet (tanto osannata da tutti ma non esente da difetti) e non ti sei lasciato trasportare dalle amate carte, dai fumi delle immagini e delle parole.

Internet è impietoso a volte e asettico sempre, restituisce spesso false immagini come una caverna platonica al rovescio, un proiettore d’immagini sulle nostre idee.

Sinceramente mai avrei pensato di essere un uomo delle multinazionali. Considera che queste aziende sono pervasive della nostra società e in maniera indiretta tutti noi interagiamo con loro continuamente, come clienti diretti o indiretti, come fornitori o semplicemente come consumatori.

Nello specifico lavorativo, io sono un architetto prestato alle società di servizi ergo lavoro su standard grafici, progettuali e procedurali di cantiere per una serie di clienti, alcuni dei quali sono queste famigerate multinazionali.

Ho svolto spesso il ruolo di coordinatore per la sicurezza, che penso sia la parte nobile  di questi lavori, cioè ho gestito ed ho avuto la responsabilità della salute degli operai in cantieri spesso molto pericolosi.

Il lavorare per società, ancorché impegnate nello sviluppo di nuove stazioni di carburante (per esempio), non significa esserne gli sviluppatori tout court.

Quelli sono i ruoli dei commerciali dell’azienda madre, di quelli cioé che trattano  con i proprietari e con le Pubbliche Amministrazioni.

Pertanto ho avuto come principali clienti diverse società di ingegneria, ho diretto anche cantieri per negozi di surgelati se per quello, oppure ho seguito un programma di tutela delle acque di piazzale (pratiche ambientali).

Non sono stato cooptato dalle sette sorelle insomma! Altri clienti aziendali (McD, MS) non sono miei clienti, è la realtà della multinazionale. E proprio la conoscenza diretta delle dinamiche commerciali legate alla trasformazione del territorio che mi ha spinto negli anni a cercare un’alternativa.

Purtroppo ad oggi non esiste un settore retribuito che investa e progetti il non costruire. Eventualmente lo può fare il settore Pubblico (se ci fosse la volontà, ma non c’è).

In una fase di carenza di lavoro, di estrema flessibilità (non ho mai avuto un contratto di assunzione né l’ho mai cercato – nessuna tredicesima né TFR per intenderci, nessun permesso, a fronte di una retribuzione leggermente più alta), sottostando ad un sistema fiscale punitivo verso quei liberi professionisti che lavorano come dipendenti ma devono figurare come un P.IVA, dimmi tu se potrei mai abbandonare una professione come la mia.

Professione che umanamente (per fortuna) mi ha dato tantissimo e che mi ha fatto conoscere persone splendide.

L’altro mio mondo è quello artistico – creativo. Sarebbe riduttivo descrivermi senza questa parte fondamentale del mio essere. Penso che se tu digitassi Marcello Zenoni su google troveresti solamente miei contenuti già alla prima schermata. Non so che versione di motore di ricerca hai utilizzato.

Ma poi, questo quarto d’ora mediatico, questa rincorsa ai like… cui prodest?

A me sinceramente non importa molto, prova ne é che continuo a disegnare il mio diario grafico quotidianamente (esiste già una vignetta su di te, sai?) senza altro fine che nutrire il mio spirito.

L’impegno per il Movimento è un’avventura iniziata quasi due anni fa, per sintonia su molte tematiche. Se questo percorso mi permettesse di lasciare l’attuale lavoro per dedicarmi solamente alla gestione pubblica, pur con le sue difficoltà, non esiterei a fare il salto, lasciando la professione per diventare un sindaco a tempo pieno.

Un ruolo da consigliere di minoranza non permette questa scelta, tuttavia l’anno e la stagione della vita mi impongono di dare un cambio di direzione significativo, a prescindere da questa campagna elettorale.

Stai attento a non fermarti alle apparenze. Un imprenditore come il futuro sindaco in quota PD ha tali e tanti capitali che può permettersi di dichiarare di aver lasciato l’Azienda. Il Capitale nel frattempo lavorerà per lui per qualche generazione a venire.

La differenza di scala è immensa. Sarà interessante nel prossimo futuro, secondo l’ultima normativa in tema di trasparenza, verificare la pubblicazione di tutto il patrimonio mobile e immobile delle cariche pubbliche, compreso quello del coniuge e dei parenti fino al 2° grado di parentela! E’ il risultato del caso Fiorito.

Sarò il tuo campione visionario quindi, …come Zenone il Santone, ne l’Armata Brancaleone! Deus Vult.

(“sarai mondo se monderai il mondo” è una frase del Santo Zenone – interpretato da E.M. Salerno – ne L’armata Brancaleone.

Imago: illustrazione dal diario di Marcello Zenoni, http://zenoplasm.blogspot.it/

 

by by bau bau

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UpperDogLayOut2

… giorni mesi e anni di vita bella semplice all’aperto o al calduccio, seguendo il ritmo delle stagioni dell’anno e della vita, giocando abbaiando e rincorrendoci,

… e poi, quando il bipede è fuori, buttarsi di nascosto sul divano a fare una pennichella acciambellati,

sempre aspettando con grande piacere quei momenti quei gesti quei rumori di ciotole che significano sbobba e delizia.

Perché la vita di un cane è questo, godersela con sentimento e filosofia, finché ce n’è, perché poi il nemico arriva, lo sappiamo, la fine non è mai lieta,

questo vale anche per il padronato umano, il nemico arriva sempre, e si porta via il nostro amore, per sempre, noi lo sappiamo, in un guaito c’è tutto questo.

Dove sei? Guardo la tua ciotola vuota, e sento ancora il tuo odore.

Sei parte di me, stupido cagnetto, dove credi di andare?

Un giorno ti ritroverò, cosa credi, e allora correremo ancora insieme sui grandi prati in fiore.

bada!

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bada

Dalle parti del mio babbo (i papà in Romagna non esistono) si dice: “bada!”.

Non è necessariamente un avvertimento severo, piuttosto un “fai attenzione!”, detto per il tuo bene.

Mio padre, ad esempio (e così mio nonno), diceva “bada!” o “scappa!” quando gli ero tra i piedi, mentre lui trafficava con qualcosa che potesse contenere una punta di pericolo per il prossimo, soprattutto se bambino o figlio.

Due verbi scorticati di ogni suono affettivo, privati della buccia di qualsiasi contatto; urgenti, maschili,

e pronunciati per spuntare guai, per prevenire e proteggere, che credo sia buona parte del compito di un  genitore, soprattutto se gli capita la ventura di chiamarsi padre.

Ora lui, e mi ba, non lo sento più dire “bada!”, perché non maneggia più con le cose per aggiustarle o per farne altre.

Vero è che è fermamente convinto tanto di aggiustarne quanto di farne e, di conseguenza, potrebbe ancora invitare qualcuno ad allontanarsi lasciando a lui il totale governo di una faccenda spiccia, cosa che gli è sempre riuscita egregiamente,

al contrario di altre, quelle, ad esempio, che si trascinano in bave di emozioni o restano addentate ai rebbi del conflitto.

Lì infatti si sperdeva e, per scappare, si irritava o taceva, invece di dire “bada!”.

Ora lui, e mi ba, è badato.

Ma non lo sa. O, se lo sa, non gli piace pensarci e, dunque, dice “scappa!” a quel pensiero.

In questo senso, mio padre è smemorato.

Ma vorrei sapere chi è dotato della memoria sufficiente per rintracciare, nei ricordi come nel contingente, ciò che ci dispiace riconoscere

e che causa non trova da nessuna parte, se non in come ci troviamo a essere.

(testo by Anna Bonaccorsi)

novissima aetherea verba

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leo14-1

internet: aether (etere, aria)

social network: aetherea civitas  (comunità eterea)

facebook: facies liber 

youtube: tu video

tweet: garrit (cinguetta)

linked In: insignator

televisione: videoraclum

telefonino: corninu 

smartphone, iphone: visuvox, televox 

tablet : aetabula, abbreviazione di aelektronica tabula

email : aepistula, abbreviazione di aelektronica epistula

sms: brevitex, abbreviaz. di brevis textus nuntius (short message service)

file: aedoc, abbreviaz. di aelektronicum documentum, indeclinabile

software: laevis res 

hardware: gravis res 

copy right, diritto d’autore: auctoris ius 

copy left, diritto d’utente: utoris ius 

video: video 

audio: audio 

link: uncus (gancio)

share: divide (…et impera)

web master aemag, abbreviaz. di aetheris magister

web designer aepictor, abbreviaz. di aetheris pictor

sistema operativo: logos, indeclinabile

blog:  blogos, indeclinabile

programmatore: logitor, abbreviaz. di logos cogitator (o computator)

login : login, abbreviaz. di logos intra

logout: logex, abbreviaz. di logos exit

like : placet, indeclinabile

Explicatio: dua sunt latinorum praecipua (…) > due sono le scuole di pensiero principali sulla creazione di nuove parole in latino: una fa riferimento al Vaticano, l’altra al mondo accademico anglosassone.

 La scuola vaticana predilige evitare i neologismi e creare “circonlocuzioni sostitutive” utilizzando il latino ciceroniano.

La scuola anglosassone invece elabora neologismi sulla base dello storico linguistico considerando tutto il latino, dall’arcaico al tardo macheronico-volgare.

Poi c’è una terza scuola, espressionista, sintetica, molto advertising, costituita da copy writer, studenti di liceo, creativi, interessata in primo luogo alla pregnanza, alla vitalità semiotica. 

Questa terza scuola segue tre strade: neologia pura, neosignificazione,  abbreviazione-acronimia di circonlocuzioni, seguendo lo stile sms-tvb che è poi una ripresa della modalità lapidaria latina.

Esiste una grande analogia tra le lapidi latine, piene di abbreviazioni, e la scrittura synt degli adolescenti, fatta di acronimi, sigle, abbreviazioni.

Come scrive Giancarlo Schirru, glottologo, “il fenomeno che più attira l’attenzione di molti osservatori è la ripresa di vitalità nella scrittura sms di tutti i sistemi abbreviativi che hanno costellato la storia della scrittura latina”. 

A questa scuola appartiene Leone XIV,  aethereus pontifex (alias Leonidas Calepinus in saeculiis), che oggi pubblica nei “supplementa lexicon neolatinae linguae” una silloge di vocaboli tecnici-informatici relativi a internet.

Molti di questi nuovi vocaboli latini, sono in realtà dei grecismi (logos, aether, aelektronicum,  tele-) o parole latine (placet, cornu) semplicemente risignificate, per cui il “placet” imperiale o curiale diventa ipso dictu il placet facebook, o il cornu con il quale il comandante dava ordini “sonori” diventa in diminutivo il telefonino (corninu).

Altri sono sigle o abbreviazioni di circonlocuzioni: si veda ad esempio la lezione “aepistula”, pronuncia “epistula”, abbrev. di aelektronica epistula, o simil. aetabula, aedoc, aepictor etc.o il “brevitex” per “brevis textus nuntius”, ossia “short message service”, sms. 

Proxime: novissimae iuventutis verba (prossimamente: neologismi del linguaggio giovanile) 

(imago: stemma pontificio Leone XIV by FoodForEyes)

Bergamo project by Le Corbusier

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BgAltaLeCorbusier

un caso di serendipity classic  (trovi quello che cerchi solo quando cerchi qualcos’altro)

nel caso specifico cercavo info e progetti per la città di questo arch. zenoni (marcello)  candidato sindaco di Bergamo 5 stelle,

e invece, sfogliando schermate google prima di marcello zenoni trovo il blog di stefano zenoni con il progetto per bergamo fatto da Le Corbusier su un tovagliolo di carta,

un disegno di cui avevo sentito parlare, ma che non avevo mai visto, una storia che mi aveva raccontato suo tempo Enrico Baleri, e avevo dimenticato,

siamo nel 1949, a Bergamo si svolge un congresso internazionale di architettura, e il grande Le Corbusier prende un tovagliolo e disegna in massima semplicità e assoluta certezza la storia e il futuro di Bergamo Alta: senza auto!

In alto scrive: “Qui niente macchine. Qui la splendida città senza ruote.”

E sotto: “Quando entro da un amico lascio il mio ombrello alla porta; I visitatori della vecchia Bergamo possono benissimo lasciare le loro ruote alla porta. (Rettifica: non ho più un ombrello da più di quarant’anni)”

Inoltre (Baleri version) dopo aver fatto il giro di Città Alta, a chi lo accompagnava (forse Pino Pizzigoni?) Le Corbusier chiese: e le puttane dove sono? il bordello dov’è?

Immaginiamoci pure le possibili risposte.

Qualcuno è in grado di sviluppare questo concept di Le Cobusier per Bergamo, un’idea in attesa dal 1949?

Questo disegno di le Corbusier io glielo appiccicherei in fronte a Bruni, a Tentorio, alla Sartivares, al vescovo, all’ascom, a l’eco, all’università e al prossimo sindaco.

Da almeno dieci anni rompo le scatole a tutti gli architetti che conosco ( a Bergamo sono centinaia, forse migliaia!) ma non ho ancora trovato uno che abbia soddisfatto la mia semplice richiesta:

fammi vedere un disegno, uno schizzo, un rendering, un’immagine di Bergamo Alta senza asfalto! Viale delle Mura senza asfalto, me lo fai vedere come sarebbe?

Sono bravissimi a fare box interrati, aerei, sottomarini; e non si rendono conto che è finita l’epoca dei posti auto, è tempo di progettare posti-uomo!

Niente, se non c’è il cliente, non muovono un dito! E dovrebbero progettare il futuro! Ma il cliente sono io! Il cliente uomo! Il cittadino!

Hai capito adesso dove sono le puttane a Bergamo?

E hai capito dove è finita la tua visione, il tuo concept, il consiglio del più grande architetto del mondo alla nostra piccola città?

Nascosto in un blog clandestino, che trovi per caso.

(l’immagine del progetto “Le Corbusier per Bergamo” 1949 è tratta da http://stefanozenoni.altervista.org/)

1 impresa in 2 libri

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2libri4

l’impresa è la conquista del potere nella società moderna:

libro1, Tecnica del colpo di stato, pamphlet by Curzio Malaparte, Parigi 1931 (in Italia 1948):

…in realtà Hitler è uno spirito profondamente femminile, la dittatura non è solo una forma di governo, ma la forma più completa di gelosia,

 Hitler è geloso di tutti coloro che l’hanno aiutato a diventare una figura di potere, egli teme la loro fierezza, la loro energia, la loro volontà coraggiosa e disinteressata che fa delle truppe d’assalto hitleriane un magnifico strumento per la conquista dello stato…

…con un corpo speciale di un migliaio d’uomini composto da 100 equipe di 10 uomini con un’organizzazione segreta e invisibile, che agisce senza uniforme, senza alcun documento scritto…

…la conquista e la difesa dello stato moderno non è un problema politico, ma tecnico…

libro 2, Il padrone del mondo, romanzo fantascienza by Giulio Verne, 1904, sequel di “Robur il conquistatore”, 1885:

con la tecnica Robur, l’ingegnere, intendeva conquistare il mondo…

…il nido dell’aquila era il degno rifugio di questa prodigiosa macchina e del suo geniale inventore. Il veicolo del padrone del mondo rispondeva a una quadruplice funzione: automobile, nave, sottomarino e aeronave per muoversi attraverso tutti gli elementi con rapidità inaudita.

…per ottener la potenza necessaria a muovere il suo apparecchio Robur ricorse all’elettrcità, che sarà un giorno l’anima del mondo industriale. Nessuna macchina per produrla, ma il moto stesso del veicolo, e i raggi del sole.

… sul ponte dell’aeronave Robur, gli occhi fiammeggianti, impassibile, mostrava la superbia e l’intrattabile orgoglio di chi è al di sopra o al di fuori dell’umanità…

zenoni chi?

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DavidGoliath

Zenoni è il candidato sindaco dei 5 stelle a Bergamo.

Alle ultime (per loro: prime) elezioni, i 5 stelle a Bergamo sono risultati i più scarsi 5 stelle d’Italia.

Sul web dovrebbero essere i padroni della comunicazione, ma se cerchi zenoni su google  solo dopo 30 schermate trovi  zenoni (candidato dei grillini) che da l’eco di bg dice: “siamo supersfavoriti”.

Scopri che si chiama Marcello e ha un profilo facebook da 2-300 likes dove si dichiara

architetto, negli anni sempre più specializzato nel campo dell’industria petrolifera. Dal 2002 collaboro con società multinazionali per lo sviluppo e la progettazione e l’attività di project management di nuovi impianti di distribuzione carburanti. Inoltre mi sono dedicato alla ricerca immobiliare e sviluppo di insediamenti commerciali.

allora torni su google e digiti esso zenoni, o auchan zenoni, o carrefour zenoni,

e la prima voce che ti esce è: Marcello Zenoni, profilo Linked In.

da Linked In scopri che l’azienda per cui lavora è:

è il punto di riferimento nell’ambito dei progetti multisite e annovera tra i suoi clienti multinazionali quali Esso, Shell, McDonald’s, Morgan Stanley.

A questo punto il credente della democrazia digitale ha lo stesso dilemma che aveva da compagno: è sensato, è lecito per Davide prendere lo stipendio da Golia?

Per me, con la mancanza di lavoro che c’è oggi, no.

Oggi io posso accettare e seguire solo un mio simile, oppure un San Francesco, uno che si spoglia.

In quanto a spogliarsi, e presentarsi nudi all’elettore, al momento forse Gori è messo meglio. Lui ha venduto i suoi giocattoli e si è messo per intero nella politica.

Si, è più facile quando te lo puoi permettere, per questo la deriva naturale della democrazia è l’aristocrazia, e per questo in teoria si finanziavano pubblicamente partiti e incarichi politici.

Quindi un imprenditore del pd che ha venduto le sue aziende e prende sia i soldi pubblici che quelli privati tramite fondazioni sorelle, è di fronte all’elettore più pulito di te che rinunci ai soldi pubblici ma come tutti gli schiavi prendi lo stipendio da un padrone-multinazionale che persegue i propri interessi e solo per questo ti paga, al che gli elettori invece di darti fiducia, si insospettiscono, è così che ragiona l’elettore medio.

Questo conflitto d’interesse con il tuo lavoro ce l’hai sia come 5 stelle che come sindaco,

qualcosa devi scegliere, e dirlo adesso, devi dire se stai ancora progettando centri commerciali e pompe di benzina, se lo farai anche da sindaco, o da consigliere, se hai chiesto un’aspettativa, cose così, agli elettori interessano, viste le ultime esperienze.

Evitiamo pure il Tentorio nudo, ce lo immaginiamo, purtroppo. Non è nemmeno tutta colpa sua. Sindaco-commercialista è per natura conflittuale, come lo è stato sindaco-avvocato con Bruni, e come lo sarebbe anche il sindaco-architetto,

qui è tempo di avere un sindaco-sindaco, capace di decidere, e decidere bene,

ci sono troppe cose decisive per la città sulle quale sembra che la città non possa decidere,

parliamo di città, alta, città bassa, mobilità, aree inutilizzate,

accademia carrara, caserma montelungo, ospedali riuniti,

i nodi pubblici della bergamo bassa storica, ridotti a fardelli, mentre sono risorse della città,

queste cose la gente le sa, le pensa, vorrebbe qualcuno che le dicesse, e le facesse,

occorre un leader di razza, un sindaco-guerriero, un colleoni, un francesco nullo,

quindi, zenoni, ti tocca tirare fuori i colleoni,

in realtà è un favore che ti faccio, con questo attacco,

nessuno ti caga, e nessuno ti attacca, perchè in realtà hanno paura di quello che potrebbe dire e fare uno che non è legato ad alcuna lobby politico-economica,

se solo riuscisse a rivolgersi con forza e credibilità agli elettori,

e ti mancano entrambe, ma mancavano anche a Davide.

mortuorum picta imago non imprimatur

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LECO_DI_BERGAMO_04-02-2014-nonno-umberto

dal blog personale del direttore marketing de l’eco, in merito alla vera novità della pagina dei morti de l’eco, le foto a colori:

… è andata che dopo la bellezza di 134 anni – d’altronde L’Eco di Bergamo è del 1880, mica ieri – è andata dicevo che mia nonna oggi è stata la prima defunta a colori proposta nelle necrologie

.… le immagini in bianco e nero richiamano un tempo irrimediabilmente lontano.

…oggi il bianco e nero ha poco senso: difficile trovare laboratori che lo trattano, macchine fotografiche che lo realizzano come si deve,

… io sto tra coloro che per le necrologie preferiscono il colore: mi pare che il bianco e nero renda il defunto più lontano, lo confini in un altrove inaccessibile e indecifrabile.

… mi piace che il defunto sorrida, un solare richiamo alla vita da parte di chi, avendola appena lasciata, è in grado di apprezzarla in ogni sua curva e piega.

> commento di Leone XIV:

mortuorum picta imago non imprimatur

et ridens non mortui sed hyeanae facies est

(l’immagine dei morti a colori non ha l’imprimatur, ed essere sorridente non è l’espressione del morto ma della iena).

l’ecoccodrillo di bergamo

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CoccodrillAmericano

L’ecoccodrillo è un anfibio vorace che vive nella pagina dei morti de l’eco, la pagina che dà da vivere al giornale.

In data 31 gennaio l’eco scrive: custodire la memoria è una delle missioni che L’Eco di Bergamo ha nelle sue corde. Abbiamo ragionato a lungo per trovare modi e spazi per continuare a interpretare il senso della morte. Molti sono, infatti, le trasformazioni in atto nella società. Abbiamo rilevato come si ricorra, ad esempio, ai social network per annunciare la scomparsa.

Hanno convocato gli operatori delle pompe funebri e annunciato tutte queste novità, tra cui la sezione «Le parole che ti direi» dedicata alle famiglie e agli amici che desiderano lasciare impresso un pensiero della persona cara.

Si aggiungerà «L’ultimo saluto alle ceneri» con l’annuncio, attraverso le pompe funebri, del giorno e dell’orario in cui verranno inumate o tumulate. Infine, con «La memoria sul web» verrà attivata una sezione sul sito internet dove poter consultare l’archivio.

Alleluia! Ci sono arrivati. Sono almeno dieci anni che lo dico: il futuro dei defunti è on line.

In ritardo di dieci anni, il sistema ti segue (vedi nota a fondo pag).

Beh, lo ammettono anche, che ci hanno ragionato a lungo.

Tra le “novità”, il servizio coccodrillo: “Le parole che ti direi”, che era proprio il lavoro che ho sempre sognato, scrivere coccodrilli per L’Eco di Bergamo, ma purtroppo non mi hanno mai preso (nonostante la mia esperienza come… ghost writer).

Oggi questo nuovo servizio si chiama “Le parole che ti direi”, per informazioni e costi del servizio telefonare allo 035.358.777 che a guardare bene  è lo stesso numero del servizio necrologie e partecipazioni al lutto 035.35.87.77 (nella foto qui sotto: in alto a destra e in basso a destra)

necro-nonna_3

(sono questi i veri misteri imperscrutabili de l’eco di bergamo: quando in un’inserzione auto-pubblicitaria ti mette lo stesso numero di telefono scritto come se fossero due numeri diversi, uno e trino, è voluto, è geniale, è ragionato a lungo, ha un senso ultra-terreno-comunicazionale,

oppure è opera della provvidenza, o di uno stagista ottenebrato dalla fame, o di un team alla viva il parroco? Non potrai mai saperlo).

In cerca di risposte, facendo una ricerca, arrivi sul blog personale del direttore marketing de l’eco, un manzoniano dichiarato che confida ai suoi 25 lettori di essere l’autore del coccodrillo di lancio della rubrica “le parole che ti direi”, su sua nonna.

Il mio pezzo lo trovate in fondo a pagina 40, all’interno della nuova rubrica “Le parole che ti direi”, che offre spazio alle famiglie e agli amici per ricordare i loro cari in occasione nell’anniversario (trigesimo, anno) della scomparsa.

Pochi giorni dopo, sempre sul suo blog: dopo il ricordo di mia nonna Nella, è oggi la volta di mio nonno Umberto, l’altro ramo della famiglia.

Come dicevo, l’ecoccodrillo è un anfibio vorace.

Ma a me non basta. Mi informerò per chiedere se possibile avere un servizio anteprima di coccodrillo live, cioè io vorrei leggere il mio coccodrillo se crepassi oggi,

per questo sì che pagherei, e anche gli aggiornamenti.

(nota “sono dieci anni che lo dico..”: appena nata Facebook già pensavo alla Facebook dei morti, e alla pagina de l’eco.

In un sussulto d’impresa anni fa avevo anche comprato il dominio YouDie e pubblicato il progetto nel blog bamboostudio (oggi…defunto).

Un commercialista buddista si era dimostrato interessato a realizzare il progetto.

Già prima della crisi a quelli di QuiBergamo ho proposto di mettere in copertina il morto del mese.

A Percassi ho proposto pubblicamente di trasformare l’Oriocenter nel Kilometro Nero, il nuovo iper-cimitero (vedi la performance di Clusone “Macabre Dance”, con Athos Mazzoleni e Mattia Dal Bello, visible su vimeo o youtube)

L’ultima evoluzione del mio pensatoio sul tema on line/off live è la nuova professione “prefica digitale”, questo mese nella rubrica fantamarketing di CTRL magazine, freepress nei posti giusti , o visible su Issue,

frase vincente della “prefica digitale”: se oggi abbiamo giornali che campano sulla pagina dei morti, domani avremo giornali web che camperanno sulla pagina web dei morti.