de docta ignorantia anno domini MCDXL

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doctaIgn2

qui veritatem absolutam habere putat

vero inconsciae ergo absolutae ignorantiae captivus est

autem nescire semper scire oportet

doctus est qui ignorantiam suam scit

ita adproquinquans ut extendens limes sapientiae

id est docta ignorantia

plura gnoscis plura ignorare scis

Riguardo la dotta ignoranza nell’anno del Signore 1440: chi crede di possedere la verità assoluta in realtà è prigioniero di un’ignoranza inconsapevole e dunque assoluta,

invece è necessario sapere sempre di non sapere

è dotto colui che conosce la propria ignoranza

sicché il limite della conoscenza avvicinandosi si estende

ecco cos’è la dotta ignoranza: più cose conosci, più cose sai di non conoscere

(Nicolaus Cusanus, De docta ignorantia, MCDXL,

sub interpretatione Leoni Decimoquarti Ponteficis)

cascina occupata cascina liberata

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kascina

sabato scorso  50 ragazzi hanno occupato una cascina abbandonata in via Baioni, zona Sace,  armati di un volantino:

“Rivendichiamo il diritto a riappropriarci di questo stabile e di riqualificarlo rendendolo agibile, pubblico, partecipato, socialmente utile e attivo.

… un luogo di incontro e scambio, dove potranno nascere officine di piccolo artigianato e di autoproduzioni oltre a laboratori artistici/culturali e di formazione. Sono benvenuti tutti quelli che condividono le nostre idee, che vogliono partecipare attivamente alle assemblee gestionali e alla riqualificazione del posto. Abbiamo bisogno di una mano da parte di tutti, vi aspettiamo!”

In poche ore i giovani falce/martello in versione vanga/rastrello ripuliscono il posto e lo rendono accogliente, arrivano molte persone, tra le quali il proprietario che chiama  Carabinieri e Polizia.

Dopo una lunga trattativa il proprietario e i 50 precari, disoccupati e studenti trovano un accordo: lo stabile sarà abbandonato entro mezzanotte per evitare denunce, ma c’è la promessa di rivedersi perché il proprietario intervenuto non ha escluso che il cascinale, peraltro in vendita, possa essere usato per le attività del gruppo di dimostranti dopo la messa in sicurezza.

I ragazzi scrivono:  “nel momento in cui abbiamo scoperto che lo spazio non era, come da noi pensato, comunale e destinato ad uso pubblico, ma di privati, abbiamo deciso di concludere l’occupazione la sera stessa.

Il segnale che volevamo dare è stato lanciato: troppi sono gli spazi e le case vuote in Bergamo, spazi che dovrebbero essere restituiti ai cittadini e alla città.

Sono talmente tanti questi spazi che anche il catasto ormai non riconosce più le proprietà legittime”.

I commenti dei lettori de L’eco di Bergamo on line sono: “imbecilli, drogati, andate a lavorare, adesso nel quartiere ci manca solo il centro accoglienza immigrati e gli zingari”.

Molti insistono sulla “ignoranza” dei ragazzi che “non sapevano che fosse privata” e hanno promosso un’iniziativa “autolesionista”.

Io penso che in realtà sapessero benissimo cosa stessero facendo con questa “occupazione per una sera”, “temporary”

come si evince tra le righe dei loro comunicati “volevano dare un segnale” , o forse fare un test per future occupazioni, e i risultati del test sono incorraggianti da un lato (simpatia dei residenti, afflusso di persone, azione che lascia un’impronta costruttiva, non distruttiva)

e deludenti dal lato istituzioni e mass media: prontissimo intervento delle forze dell’ordine, prontissima antologia di insulti dai lettori-commentatori de L’eco on line (che non sono commenti liberi, ma di gente iscritta, che fa centinaia di commenti, quasi dei professionisti…)

il segnale più importante, come sempre, è di tipo semantico:

in futuro, forse, non si dovrà parlare di ex fabbriche o ex cascine occupate, ma di aree o cascine liberate

la parola “occupazione” è vecchia, compromessa, statica,

meglio promettere la “liberazione” ,sia degli spazi, che delle persone:

dichiararsi non “occupanti abusivi”, ma “liberatori di diritto”.

non emigrate, cospirate!

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I_cospiratori_(film_1970)

non emigrate, cospirate!

alla meglio gioventù, alla generazione scoraggiata, ai cervelli in fuga

Grillo non ha detto “scendete in piazza” o “in rete”, ha detto “cospirate”,

cioè organizzatevi in segreto per combattere questo regime,

un appello palesemente sovversivo, un invito alla clandestinità politica

con tutto quel che ne consegue, riconoscimento dello stato come nemico da abbattere,

resistenza e rivolta,

ma  dire alla meglio gioventù  di “cospirare” andava bene al tempo del risorgimento, della resistenza,

le nuove generazioni allevate nel superbenessere non si sono ancora rese conto della realtà, del colossale furto compiuto da una parte non esigua del paese sulla maggioranza quiescente, rassegnata,

gli “scoraggiati” sperimentano ogni giorno  l’impossibilità di vivere al di fuori del sostegno della famiglia,

non riescono a immaginare un modo di vivere senza la macchina, i vestiti e lo smartphone,

non basta dire “cospirate”

non vogliamo una nuova stagione di terrorismo e stragismo, con figli di papà che giocano a mettere le bombe e la sera rientrano a casa,

no, bisogna dire  “andatevene di casa, e cospirate alla luce del sole”

occupate edifici vuoti, aree agricole inutilizzate, invece di stare remissivi in attesa di un concorso o un finanziamento che sarà la vostra rovina, intraprendete attività utili, sensate, artigianali, agricole, in aperta illegalità, lavorate in nero alla luce del sole,

come sono nate le prime leghe dei lavoratori?

abbiamo perso ogni diritto reale, bisogna ricominciare a lottare,

non è possibile fare la guerra alle banche, alla mafia di governo, alle multinazionali,

ed essere pacifisti!

i cospiratori più sovversivi saranno contadini e artigiani molto agguerriti che lanceranno sul mercato alimenti sani e prodotti onesti, in aperta guerra alle asl, ai nas, al made in italy, all’inps,

la tracciabilità sono io, l’ho allevata io questa gallina,

l’etichetta sono io, l’ho fatto io questo tavolo, questo maglione,

la Nestlè sono io , l’ho fatta io questa merendina,

la Galbani sono io, l’ho fatta io questa formagella,

la vera cospirazione è dire alle mille aziende che chiudono ogni giorno:

non chiudete! riaprite! aprite dei veri spacci!

Imago: Sean Connery e Richard Harris ne “I cospiratori” 1970

Bergamo capitale della vecchiaia

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casa_del_sorriso_ingrid_thulin_marco_ferreri_006_jpg_chcn

il vero problema non è la vecchiaia ma la mentalità vecchia, che non ha età,

e ci impedisce di vedere e cogliere le opportunità del target senile,

siamo il paese più vecchio del mondo

ma essendo succubi della cultura anglo giovanilista consumista

soffriamo una carenza cronica di servizi, prodotti, idee e cultura “de senectute”,

mettiamoci nell’ottica che il mercato del futuro non sono i giovani, ma i vecchi,

parliamo dell’unica fascia di consumatori dotata di potere d’acquisto

la generazione over 70 detiene beni, case, privilegi e sicurezze

ma è stanca di viaggiare, mangiare e spendere, vorrebbe qualcosa di più,

e dunque meno centri commerciali e più servizi alla persona,

nuove figure professionali, nuove modalità di trasporto e utilizzo della città,

nuovo tipo di mobilità e di accoglienza,

rimoduliamo ogni parametro di beni e servizi, la casa, i trasporti, la cultura,

soprattutto, occorre ripensare la “casa di riposo”,

l’unico tipo di struttura ricettiva che ha sempre il tutto esaurito e code in lista di prenotazione, cominciamo a cambiare, arricchire la definizione,

pensiamo a delle cascine di riposo, dove vivere in benessere basico,

a degli agriturismo di riposo, a villaggi di riposo dove svernare,

pensiamo al vecio come risorsa, e non come peso, più “scambi” sociali intergenerazionali, più “pensionati” misti studenti/anziani con evidenti sinergie di convivenza tra studenti universitari fuori sede “ospitati” da nonni soli “resident” in cambio di service-badante,

pensiamo a case editrici di riposo, dove dedicarsi a riscrivere la propria vita come un romanzo, diffondiamo la letteratura senile come più eccitante e utile della letteratura giovanile,

non dimentichiamo i casini di riposo, perchè la vecchiaia non per tutti è pace dei sensi,

l’immagine di giovani uomini e donne dediti alla seduzione e di anziani sorridenti asessuati è superata, anche l’erotismo sta diventando roba per vecchi,

creiamo un festival-fiera della vecchiaia, con idee, prodotti, progetti in grado di andare oltre l’attuale offerta, che è inadeguata, soprattutto concettualmente.

Per diventare “capitale della cultura”, che è un concetto superato, vecchio e inutile, si sono messe in gara 20 città,

Per diventare “capitale della vecchiaia”, e creare davvero innovazione economica, sociale e culturale, nessuna.

Ho chiesto a un ex partigiano come dobbiamo relazionarci con queste vecchie amministrazioni sorde che col sorriso stampato fanno finta di promuovere la cultura per i giovani.

Risposta irripetibile per svariate ragioni, ma immaginabile.

Se pensavamo di liberarci dei vecchi, farli fuori, emarginarli, ridurli in miseria, pagargli l’ospizio, bene, abbiamo fatto fiasco,

i vecchi sono i padroni del paese, il futuro del paese è nelle loro mani,

saranno loro a ospitarci all’ospizio,

dunque cerchiamo di immaginare un mondo più gradevole per i vecchi di oggi,

e vivremo meglio  tutti.

(imago Dado Ruspoli e Ingrid Thulin, dal film “La casa dei sorrisi” di M. Ferreri, orso d’oro a Berlino 1991)

bg13/12 digit invaders

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invaders-1

bergamo 13 dicembre S.Lucia regaliamo alla città un’invasione digitale

in parole power parliamo di invasioni a scopo di ri-creazione culturale site specific organizzate via web tam tam,

scegli un luogo trascurato, maltrattato o ignorato,

un centro storico, o sito monumentale o naturale,

puoi semplicemente raccontare e mostrare il luogo, o fare una performance/evento,

e lo fotografi, condividi e documenti come  #invasioni digitali utilizzando i social media (twitter, instagram, pinterest),

le #invasioni digitali sono una rete di eventi di co-creazione del valore culturale territoriale,

la prima ondata di invasioni/liberazioni si è tenuta tra il 20 e il 28 aprile,  ha coinvolto circa 10.000 invasori in oltre 200 invasioni con un pubblico on line di 1,5mln di persone,

la prossima invasione è stata indetta per il 13 dicembre,

che coincide con la data scelta dal fantomatico comitato “controcultura Bg2019 pianoB/festival dell’ignoranza” per lanciare dei segni, praticare degli esorcismi, o semplicemente incontrarsi

dunque Bg12/13 è la notte di S.Lucia a Bergamo, al momento sono 5 le idee che mi sono venute o arrivate e lancio o rilancio e propongo:

1) adotta un totem: i 100 totem “voglio Bg2019”, coprirli, usarli come bacheca di quartiere, o smontarli (o mettergli sopra un ombrello e aprirne un lato, farne delle cabine di privacy urbana, con una tendina?

2) parco della rocca: sul luogo della frana, piantare alberi di natale “liberati”, o i propri alberi di natale donati alla rinascita del parco

3) berghem street/ bergheimer: in via Colleoni, in via Beltrami, in via Nullo, in via Locatelli e in via Quarenghi azione di inquinamento sonoro con attori megafonati-altoparlanti che walking speaker leggeranno la vera storia di Colleoni, Beltrami, Locatelli, Nullo e Quarenghi.

4) biblioteca a.may, in piazza vecchia, o in altra area culturale dismessa (per es. cortile ex  mercato ortofrutticolo liberty già biblioteca tiraboschi via s.giorgio):

berghem burning books – liberazione culturale neosituazionista

hai scritto un libro, hai un romanzo nel cassetto, un dattiloscritto in copia unica?

portalo alla burning books night!

te ne facciamo leggere mezza pagina, mostriamo titolo e autore, e poi lo bruciamo

lo getti tu stesso nel grande falò open air, sul quale utilmente produrre caldarroste e maxi polente a nastro,

e si potrebbe estendere agli artisti, facciamo vedere il tuo quadro, diciamo il tuo nome, e poi lo bruciamo,

in questo modo i writer e gli artisti mandano un messaggio molto chiaro: esistiamo, siamo portatori di una nuova cultura-combustibile, con la quale abbiamo intenzione di sfamarci

5) nell’occasione, chiedere alla Sartirani o alla Olivares di vestirsi da S.Lucia (e a Tentorio da asinello) e partecipare alle invasioni digitali portando in dono da distribuire agli artisti poveri “quel che resta del budget cultura”, in banconote di piccolo taglio, 10€,

e così facciamo anche di Piazza Vecchia la prima piazza al mondo con ingresso a pagamento, cioè ti paga il comune per entrarci,

e con questo concludiamo l’esorcismo su Bg2019,  e cominciamo il vero lavoro per ribaltare berghem city in una città di cultura europea.

imago by Ryan Snieder, inadawords.com

ubi maior creberg cessat

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creberg

Due notizie simultanee apparentemente non collegate:

1)    a margine del vertice Letta-Putin è stato firmato un accordo commerciale tra Ubi banca e Transcapitalbank, banca russa di recente costituzione, proprietà di una certa Olga Gryadovaya e di suo marito Leonid Ivanosky.

2)    il Credito Bergamasco sparirà, e verrà incorporato per fusione nel Banco Popolare.

Il giorno prima della fusione, il rappresentante della Curia nel CdA del Credito si era dimesso “per ragioni personali”.

Qualche mese fa l’economo della curia Don Lucio Carminati  sembrava sul punto di essere silurato, forse a causa della costituzione di un fondo di 300mln di euro cui da mesi mancava l’approvazione del Vaticano.

I giornali laici titolavano “terremoto in curia”. Polemiche.

(“Effettivamente la nostra diocesi dispone di un’ampiezza di mezzi impressionante e di risorse patrimoniali non indifferenti” dichiarava il vescovo).

Poi l’approvazione del Vaticano dev’essere arrivata, perchè l’economo è rimasto al suo posto.

Mentre a Trieste Ubi e Olga convolavano a nozze, il terremoto è sceso in città bassa, e ha fatto saltare il Credito Bergamasco, cioè la banca da sempre amica della curia.

E intanto il papa con la Evangelii Gaudium dice: “fuori c’è una moltitudine affamata e Gesù ci ripete senza sosta: voi stessi date loro da mangiare”.

Vuoi dire che la curia esce dalle banche, e userà i 300mln del fondo per dar da mangiare ai poveri? O forse la Olga Gryadovaya/Ubi prenderà il posto di Don Carminati/Creberg?

Misteri della fede, e della finanza.

Imago: modelle alla festa del “cavaliere in rosa” alla sede Creberg, estate 2013

beatae ignorantiae evangelii laudatio

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UBIcultura

pecunia ignorans et pecunia docta similiter olet

quod haec celata maioribus gestavis et minoribus patefacta

laudatus este domine ab inferiis ad astra

Elogio evangelico della beata ignoranza

 il denaro ignorante e il denaro acculturato puzzano allo stesso modo,

“ti benedico, signore del cielo e della terra,

perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11, 25).

 

Bg2019 cane sciolto

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upperDog

ricevuta una mail assurda, dove si parlava di vedersi in banca per una pioggia di 1,5 miliardi di euro facilmente accessibili che il comitato Bg2019 avrebbe “lasciato in dote alla città prima di chiudere o riposizionare i vari progetti del dossier”

il cane sciolto Leone Belotti sabato mattina, verso mezzogiorno, con la bava alla bocca, giunto a metà di via Bortolo Belotti, schizzava prima in piazza Dante e poi s’infilava nella direzione generale della Ubi e raggiungeva la sala Funi dove era riunito il comitato Bg2019;

dopo aver annusato l’aria e ascoltato i discorsi, il cane sciolto si faceva un’idea precisa della situazione:

in pratica, il comitato Bg2019 dopo aver speso palate di europubblici in consulenze e totem, con questo incontro, stava in realtà facendo un’operazione di maquillage della mission,

ripresentandosi come interfaccia bg per accedere alla pioggia di euromiliardi (sì, miliardi, non milioni) che la comunità europea ha destinato alla cultura con il programma “Europa Creativa”,

a questo punto, mentre tutti si complimentavano tra loro, il cane sciolto Leone Belotti afferrava il microfono e chiedeva: “a che titolo questo comitato che ha appena fallito la sua mission si auto-incarica di gestire i fondi europei per la cultura?”

a questa domanda la sala esplodeva in fischi e schiamazzi,

diversi vip si alzavano e abbandonavano il loro posto per andare a congratularsi con il cane sciolto Leone Belotti,

bravo, bravissimo! hai detto l’unica cosa sensata di tutta la mattinata!

profondamente commosso, il cane sciolto Leone Belotti se ne tornava alla sua cuccia e cominciava a guaire tutta la sua disperazione,

nel vedere tutte quelle gran dame parlare spudoratamente di miliardi alla cultura creativa, non avendo mai visto 1€ di finanziamenti ma sempre e solo cartelle esattoriali, aveva improvvisamente capito il ruolo dell’artista per le istituzioni:

lo stesso del bambino africano per i funzionari dell’Unicef, crepare di fame, e continuare a farlo, per mantenere l’Unicef.

 

bg 100 anni di non storia

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Invito Novecento a Bergamo-1

per darti un’idea della cappa d’impotenza in cui viviamo

tre istantanee di questa settimana in città:

1) con la notizia della bocciatura di bg2019 sul web si scatenano le polemiche, in poche ore un blog indipendente come calepio press, realizzato da una persona sola senza 1€ di budget, fa più visite, più like, più commenti, e dunque più consensi  e più comunicazione di quanto fatto in sei mesi dai siti ufficiali Bg2019, Eco Lab, etc

2) il Lunedì su L’Eco di Bergamo, sia cartaceo che on line, non c’è un solo trafiletto, una sola notizia, niente di niente  a proposito di Bg2019, come se questa  “torta” sulla quale hanno spinto per mesi, e nella quale hanno perso la faccia, non fosse mai esistita

3) il mercoledì tutto il gotha affari-cultura, età media 79 anni, è riunito all’auditorium, per la presentazione di un mattone di 2000 pagine, storia di Bergamo nel 900:

sul palco il bravo giornalista figlio d’arte (Jacobelli) dovendo scegliere un passo da leggere tira fuori l’episodio anni Cinquanta quando il Tentorio patron dell’Atalanta (padre dell’attuale sindaco, in prima fila) fece parlare di Bergamo tutto il mondo per la quotazione record, 100 milioni, del calciatore atalantino Jeppsson. Wow! Che bei tempi!

Davvero bravi questi vecchi bergamaschi-bene: avranno anche visto la guerra, la dittatura, la fame e le bombe, come dicono, ma poi, nella seconda metà del secolo, hanno fatto un sacco di soldi, e adesso sono carichi come mummie egizie,

e come faraoni-cavallette non si sono accorti di aver divorato tutto, di aver messo le loro mani su tutto, di aver concentrato tutto, le solite quattro famiglie, e di non aver lasciato niente per le nuove generazioni, ma proprio niente,

a parte una burocrazia assurda al servizio dello status quo, il loro status quo,

e se per caso succede qualcosa, come abbiamo visto, per i giornali “ufficiali” non è mai successo,

e men che meno lo troverai nei libri di storia “istituzionali”, basati su quei giornali.

Nel 900 a Bergamo non è successo niente. Nel nuovo millennio meno di niente.

magut docet

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magut

sappiate avere torto, il mondo è pieno di gente che ha ragione, per questo marcisce

così il vecchio monsignore, citando Celine, commenta la bocciatura di Bg2019,

poi aggiunge: questa è la città dei magut, bisognava iniziare proprio da lì,

dalla parola magut, parola erroneamente ritenuta dialettale

a indicare spregiativamente la bassa manovalanza:

magut è in realtà parola latina, mag-ut, abbreviazione di “magister ut”,

“in qualità di maestro”, usata a indicare i capimastri nei registri nella fabbrica del Duomo di Milano, che erano in maggior parte bergamaschi, e quindi divenuta sinonimo di “muratore bergamasco”,

il magut  è dunque un “magister”, cioè uno che sa e fa di più (mag-),

contrapposto al “minister”, il ministro, cioè uno che deve sapere e fare il minimo (min-),

e dunque, il vero spregiativo non dovrebbe essere magut (come un maestro)

ma minut, “come un ministro”.

photo by MB/bamboostudio